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Come il pensiero magico può essere d’aiuto in situazioni di crisi

Esploriamo come il pensiero magico possa in certi casi offrire un supporto per affrontare situazioni di stress e momenti di crisi

Di Francesca Naldi

Pubblicato il 02 Ago. 2023

Aggiornato il 01 Set. 2023 14:39

Che cos’è il pensiero magico?

Il pensiero magico è definito come la convinzione che determinate azioni possano influenzare oggetti o eventi quando non esiste una connessione causale empirica tra di essi. Per distinguere questi tipi di credenze da altre credenze infondate, tuttavia, è utile specificare che le credenze superstiziose e magiche non sono solo scientificamente sbagliate, ma anche scientificamente impossibili (Risen, 2016).

Lindeman e Svedholm (2012) hanno passato in rassegna le definizioni fornite dai ricercatori che studiano le credenze superstiziose, magiche, paranormali e soprannaturali. Hanno offerto una loro definizione più ristretta, suggerendo che una credenza dovrebbe essere considerata superstiziosa o magica nella misura in cui assegna gli attributi fondamentali di una categoria ontologica (per esempio, la capacità di provocare eventi esterni) a un’altra categoria (per esempio, i pensieri). Allo stesso modo, è magico credere che un simbolo, come lo zodiaco, possa determinare la personalità di un individuo perché contiene un errore di categoria.

Perché ci affidiamo al pensiero magico?

Anche se può sembrare inverosimile, la ricerca suggerisce che il pensiero magico è collegato al nostro cervello e per migliaia di anni è stato parte integrante della nostra esistenza, al di là delle culture e delle religioni. In un talismano, ad esempio, risiede la capacità di conferire speranza alle persone, permettendo loro di manifestare una maggiore serenità, una presenza più autentica e un’accresciuta solidarietà (Hoenemeyer et al., 2018). La funzione riscontrata è paragonabile all’effetto placebo, in cui le persone migliorano solo grazie alla speranza che ciò accada. Nell’epoca medievale, i talismani costituivano una manifestazione tangibile di sicurezza e protezione durante gli interventi chirurgici. Tuttora, le credenze magiche sono ampiamente diffuse nelle società moderne, possono manifestarsi anche in adulti razionalmente istruiti e possono svolgere alcune funzioni importanti nella vita dell’individuo, come la funzione di “illusione di controllo” (Subbotsky, 2014). Una ricerca rivela che oltre la metà degli americani intervistati confessa di bussare sul legno come buon auspicio, mentre un considerevole quarto degli stessi si guarda dal passare sotto le scale, per evitare così ogni possibile sventura (CBS News, 2012). Circa un terzo degli studenti universitari si impegna regolarmente in superstizioni legate agli esami (Albas & Albas, 1989) ed è estremamente comune che gli atleti si impegnino in rituali superstiziosi (Bleak & Frederick, 1998).

Malinowski (1948) considerava l’incertezza e la paura come motivatori primari, sostenendo che lo scopo principale del comportamento superstizioso è quello di ridurre la tensione associata all’incertezza e di riempire il vuoto dell’ignoto. A differenza dell’incertezza, che comporta costi psicologici, la sensazione di poter capire, prevedere e controllare il proprio ambiente conferisce benefici psicologici. Poiché le superstizioni possono offrire agli individui un senso di comprensione anche quando non ci sono informazioni sufficienti per sviluppare un’accurata spiegazione causale, le superstizioni sembrano essere particolarmente diffuse quando le persone sono motivate a comprendere e controllare il proprio ambiente. Keinan (1994) ha dimostrato che gli israeliani che vivevano in condizioni di forte stress (quelli che vivevano in città che avevano subito attacchi missilistici durante la Guerra del Golfo) riportavano una maggiore frequenza di pensieri magici rispetto agli israeliani che vivevano in città simili che non avevano subito attacchi. Inoltre, gli esperimenti che assegnano in modo casuale ai partecipanti la sensazione di mancanza di controllo hanno evidenziato una maggiore frequenza di credenze superstiziose (Whitson & Galinsky, 2008).

Nonostante i progressi delle scienze tecnologiche e mediche, il nostro propendere verso la fiducia nel potere della magia risulta intatto. Alcuni studi hanno suggerito che per molte persone questa pratica può svolgere un ruolo importante nella vita quotidiana, soprattutto nei momenti di crisi. Vyse (1999) afferma di vedere le persone ricorrere a credenze magiche nel momento in cui la posta in gioco diventa alta. La diagnosi di cancro, in particolare, rievoca il ricorso al pensiero magico, poiché tale malattia è percepita come estremamente spaventosa e spesso priva di una cura assicurata e incontrovertibile. Quando giunge il momento di somministrare un farmaco per alleviare un sintomo o di immobilizzare un arto fratturato con un gesso, la nostra mente non si avventura nel pensiero magico, poiché siamo consapevoli della concretezza di tali trattamenti e dei loro risultati efficaci. Tuttavia, quando la medicina e le scienze si rivelano incapaci di garantirci certezze, sorge un “vuoto psicologico” che richiede un qualcosa in grado di accrescere le probabilità a nostro favore. L’effetto più potente del pensiero magico consiste essenzialmente nel nutrire un beneficio emotivo istantaneo. Di conseguenza, disporre di un surrogato che possa aiutarci a tollerare l’incertezza sembra influenzare positivamente la nostra salute e il nostro comportamento.

Conclusione

La consapevolezza della nostra capacità di affrontare le difficoltà ci erige come protagonisti attivi e spetta a noi definire i nostri bisogni e determinarne la concretizzazione. Naturalmente, fare troppo affidamento sul pensiero magico può avere degli svantaggi. Per esempio, se qualcuno pensa di dover rinunciare a un evento perché ha dimenticato il talismano a casa, o se ha bisogno di svolgere un rituale prima di compiere un’azione, allora diventa una fonte di inquietudine anziché di conforto. È dunque importante essere consapevoli del proprio rapporto con l’oggetto e porsi domande sulla sua effettiva utilità; attribuire un significato positivo all’oggetto in questione e impiegarlo nel momento opportuno costituiscono comunque segnali di una condotta sana e favorevole al nostro benessere psicologico (McHugh, 2023).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Albas, D., & Albas, C. (1989). Modern magic: The case of examinations. The Sociological Quarterly, 30, 603–613.
  • Bleak, J. L., & Frederick, C. M. (1998). Supersititious behavior in sport: Levels of effectiveness and determinants of use in three collegiate sports. Journal of sport behavior, 21(1), 1.
  • CBS News. (2012, October 28). Superstitions.
  • Hoenemeyer, T. W., Kaptchuk, T. J., Mehta, T. S., & Fontaine, K. R. (2018). Open-label placebo treatment for cancer-related fatigue: a randomized-controlled clinical trial. Scientific reports, 8(1), 2784.
  • Keinan, G. (1994). Effects of stress and tolerance of ambiguity on magical thinking. Journal of Personality and Social Psychology, 67(1), 48–55.
  • Lindeman, M., & Svedholm, A. M. (2012). What’s in a term? Paranormal, superstitious, magical and supernatural beliefs by any other name would mean the same. Review of General Psychology, 16(3), 241-255.
  • Malinowski, B. (1948). Magic, science, religion and other essays. Beacon Press.
  • McHugh, A. (2023, June 18). Do you believe in magic? In health crises, it might help. Washington Post.
  • Risen, J. L. (2016). Believing what we do not believe: Acquiescence to superstitious beliefs and other powerful intuitions. Psychological Review, 123(2), 182–207.
  • Subbotsky, E. (2014). The Belief in Magic in the Age of Science. SAGE Open, 4(1).
  • Vyse, S. A. (1999). Believing in Magic: The Psychology of Superstition. Google Books.
  • Whitson, J. A., & Galinsky, A. D. (2008). Lacking control increases illusory pattern perception. Science, 322, 115–117.
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