La decisione della Corte Suprema
L’American Psychological Association ha emesso un comunicato in cui esprime disappunto per la controversa decisione della corte suprema americana, tale per cui i college e le università americane non dovranno più considerare l’etnia dei candidati per le ammissioni ai corsi di studi. Come riportato da diverse fonti giornalistiche, la decisione è stata presa il 29 giugno 2023, con 6 voti contro 3, e ha avuto come esito la non approvazione dei piani di ammissioni di Harvard e della Università della North Carolina che, seppure con molte limitazioni, rappresentavano comunque da molti anni una modalità per promuovere un certo grado di diversità e eterogeneità all’interno dei corpi studenteschi e per favorirne l’accesso anche a una certa quota di studenti con background etnico minoritario.
Il comunicato dell’APA
Nel comunicato dell’APA anzitutto si fa riferimento a una significativa mole di ricerche scientifiche che vanno a dimostrare come l’esposizione alla diversità tra gli studenti migliora il rendimento accademico. Inoltre, l’esposizione a esperienze con persone con diversi background etnici riduce gli stereotipi e i pregiudizi, migliora il pensiero critico, promuove una modalità di elaborazione dell’informazione più approfondita e meno superficiale, e migliora le abilità di problem-solving.
Non è questione banale se si considera che il pregiudizio rappresenta un fenomeno complesso, a cavallo tra la dimensione sociale e quella individuale, spesso foriero di problemi e tensioni che si ripercuotono pesantemente sulle società multietniche.
I pregiudizi consistono nel mantenimento di atteggiamenti sociali o credenze cognitive squalificanti, nell’espressione di emozioni negative o la messa in atto di comportamenti ostili o discriminatori nei confronti dei membri di un gruppo per la loro sola appartenenza ad esso.
Un ostacolo all’eterogeneità
Secondo l’APA, dunque, eliminare un criterio di ammissione universitario che puntava in particolare all’eterogeneità e alla diversità del corpo studentesco, espone in primis gli studenti al rischio di modalità di pensiero e di azione più polarizzate e discriminanti dal punto di vista etnico-razziale. Quindi, favorire la diversità etnico-razziale all’interno dei campus diviene in misura ancora più evidente un bisogno urgente, considerando la minore rappresentatività dei gruppi etnici minoritari all’interno dei college e delle università americane.
Inoltre, le ricerche scientifiche evidenziano che la diversità studentesca all’interno dei campus allevia il peso e riduce le conseguenze negative che pregiudizi e atteggiamenti discriminatori possono avere sul benessere psicologico e sugli stessi risultati accademici degli studenti appartenenti a minoranze etniche.
L’eterogeneità del corpo studentesco universitario inoltre aiuterebbe tutti gli studenti, qualunque sia il loro background etnico, ad avere una maggiore considerazione e comprensione dei valori civici e democratici fondamentali, tra cui l’impegno verso l’egualità.