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“Awe”: una particolare sensazione di meraviglia nascosta nella quotidianità 

Awe è una sensazione emotiva positiva ma anche disorientante, attivata dalla consapevolezza di qualcosa di più ampio e imperscrutabile

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 28 Lug. 2023

Cosa significa il temine awe?

Secondo Dacher Keltner, professore di psicologia alla University of California di Berkeley, e autore del libro “Awe: The New Science of Everyday Wonder and How it Can Transform Your Life” con il termine inglese “Awe” (meraviglia, sublime ecc.) si può fare riferimento alla sensazione emotiva intensa e complessa costituita da meraviglia, stupore, timore e reverenza che si può provare in determinati contesti e situazioni che rimandano anche all’imperscrutabile, al mistero e alla trascendenza.

Secondo l’autore tale sensazione di stupore, meraviglia e incanto che trascende la quotidianità può ad esempio essere esperita in relazione alla natura e alla vastità di alcuni suoi scenari, ad alcuni movimenti collettivi, all’ascolto di alcune composizioni musicali, in corrispondenza di esperienze spirituali e religiose, di fronte al ciclo della vita e della morte. Quindi la sensazione di awe è una sensazione emotiva positiva ma che può anche essere disorientante e intensa e viene attivata dalla consapevolezza di qualcosa di immensamente più ampio e imperscrutabile, come ad esempio la natura, l’arte, la musica.

Secondo le ricerche di Keltner, sembrerebbe che le persone recentemente esposte a esperienze di “awe” sarebbero più gentili, più consapevoli e attente a tematiche ambientali e meglio connesse a livello relazionale con le altre persone.

Gli studi sulla sensazione di awe

Alcuni contributi empirici sempre svolti da Keltner e colleghi evidenziano gli effetti benefici della sensazione di “awe”, sottolineando che è possibile andare a promuovere e ad educare la disposizione verso tali sensazioni.

In modo simile alla pratica della mindfulness, è possibile fermarsi per alcuni minuti, osservare e aprire la propria mente alla ricerca di aspetti di esperienza che possano rimandarci a tale sensazione di meraviglia, fermandoci ad osservare e amplificandola. In tal senso l’attenzione viene ri-orientata dal sé verso ciò che ci sta attorno e al di fuori di noi stessi.

Ad esempio, in uno studio è stato chiesto ad alcuni studenti di effettuare una semplice attività: è stato chiesto loro di fermarsi sotto un albero di eucalipto e di guardarlo verso l’alto ampliando la sensazione di awe; in seguito, a distanza di pochi minuti gli studenti hanno riportato punteggi significativamente inferiori di narcisismo e presunzione rispetto agli studenti di controllo. Parimenti gli stessi studenti sottoposti alla condizione di stimolazione dell’esperienza emotiva di “awe” si dimostrarono più disponibili ad aiutare uno sconosciuto in una condizione di difficoltà nelle vicinanze.

Alcune semplici pratiche che possono promuovere tali sensazioni di “awe” si focalizzano sull’orientamento dell’attenzione verso l’esterno da sé: soffermarsi e dirigere l’attenzione verso il cielo, o verso una fila di alberi oppure verso i singoli suoni che arrivano a comporre una melodia. Un altro studio ha dimostrato che solamente fermarsi di fronte e osservare il mastodontico scheletro di un Tyrannosaurus rex a grandezza naturale avrebbe prodotto sensazioni di awe e avrebbe promosso nei soggetti un’idea di sé più interdipendente e focalizzata su caratteristiche identitarie di condivisione con gli altri. A seguito di elicitazione di sensazioni di awe, inoltre, secondo ulteriori evidenze, i soggetti hanno effettivamente disegnato le proprie reti sociali come più ampie e numerose rispetto ai soggetti di controllo.

I benefici della sensazione di awe

Vi sarebbero anche effetti benefici in termini di benessere mentale. Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica “Emotion” ha approfondito il cambiamento in termini di benessere mentale negli anziani in relazione alle esperienze di “awe”. In particolare, a un gruppo di anziani è stato chiesto di passeggiare quotidianamente con regolarità inducendo a livello sperimentale una sensazione di “awe” (attraverso istruzioni specifiche). Dai dati è emerso che il gruppo sperimentale che mentre passeggiava provava regolarmente questa particolare sensazione di meraviglia riportava minori punteggi di insoddisfazione, ansia e depressione rispetto al gruppo di controllo (che effettuava passeggiate senza induzione di awe). Inoltre, i soggetti del gruppo sperimentale scattavano i propri selfie in cui era spazialmente preponderante l’aspetto paesaggistico rispetto alla figura di sé stessi (porzioni di immagini di sé stessi significativamente più piccole rispetto al gruppo di controllo), quasi a significare una maggiore consapevolezza e attenzione posta al di fuori di sé e rivolta verso un più ampio scenario naturale. E’interessante segnalare che nel libro “Awe: The New Science of Everyday Wonder and How it Can Transform Your Life” l’autore presenta inoltre una raccolta di storie provenienti da diversi paesi del mondo, in cui si descrive tale sensazione di meraviglia in relazione alla bellezza morale degli esseri umani, in termini di semplici momenti di gentilezza o coraggio in diverse situazioni.

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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