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Prevalenza e impatto psicosociale dello Stalking sugli operatori della salute mentale

La letteratura ha sottolineato che i professionisti della salute mentale sembrerebbero essere a maggior rischio di subire stalking

Di Giulia Spiniello

Pubblicato il 09 Mag. 2023

L’impatto o le conseguenze dello stalking sono ben documentati, in particolare gli effetti di ordine relazionale che privilegiano l’effetto emotivo/fisico sulla vittima e i costi finanziari.

Cos’è lo stalking e qual è il movente?

 Lo stalking è un fenomeno complesso, comunemente descritto come una costellazione di comportamenti in cui un individuo attua nei confronti di un altro individuo intrusioni indesiderate e ripetute, tra cui: seguire o osservare qualcuno, scrivere lettere, telefonare, fare regali non richiesti o/e fastidiosi (Mullen et al., 2000). Questo viene quindi definito come quel fenomeno in cui le azioni dell’autore di stalking sono percepite dal soggetto colpito come non richieste, persistenti, e potenzialmente in grado di provocare paura e angoscia sia nella vittima che nei suoi cari (Harris et al., 2022). La percezione del comportamento come minaccioso o indesiderato da parte della vittima è considerato quindi come un fattore fondamentale per la definizione dello stalking (Emerson et al., 1998).

Lo stalking, nella popolazione generale, è presente in molti paesi sviluppati. Una meta-analisi che raccoglie e riassume 175 studi sullo stalking, ha rilevato tassi di prevalenza nel corso della vita per le vittime di sesso maschile tra il 2% e il 13% e per quelle di sesso femminile tra l’8% e il 32% (Spitzberg & Cupach, 2007). Una parte sostanziale dello stalking nasce da una relazione esistente, guidato da motivazioni e fattori scatenanti diversi, in particolare: ricerca di intimità, abbandono, fine della relazione, riconciliazione, infatuazione e gelosia (Harris, 2000; Meloy, 1998; Nicastro et al., 2000), aggressione o vendetta (Dressing et al., 2005; Meloy, 1998), controllo e possesso (Meloy, 1998; Tjaden & Thoennes, 1999), o discussioni (Harris, 2000; Meloy, 1998). Il movente dello stalking e l’evento scatenante possono influenzare il metodo successivo di stalking, la sua gravità e la sua durata.

L’impatto dello stalking sulla popolazione generale

L’impatto o le conseguenze dello stalking sono ben documentati, in particolare gli effetti di ordine relazionale (Spitzberg & Cupach, 2007) che privilegiano l’effetto emotivo/fisico sulla vittima e i costi finanziari per cercare di mantenersi al sicuro (ad es., trasferirsi in una nuova casa o richiedere assistenza legale). Gli effetti di secondo e terzo ordine si riferiscono all’impatto dello stalking su persone care e amici. Gli effetti di terzo ordine comprendono anche un’altra persona che diventa inavvertitamente un bersaglio dopo aver aiutato una vittima. Gli effetti duraturi sulle vittime sono stati sempre più documentati (Cox, 2006; Cox & Speziale, 2009; Johansen & Tjørnhøj-Thomsen, 2016): l’impatto di azioni di stalking prolungato e le attività imprevedibili degli stalker generano confusione, paura e un senso di minaccia continua.

Il fenomeno dello stalking nei confronti dei professionisti della salute mentale

 La letteratura precedente ha sottolineato che i professionisti della salute mentale (MHP; Mental Health Professionals) sembrano essere a maggior rischio di subire stalking nonostante l’evidenza di tassi di prevalenza nell’arco della vita simili a quelli della popolazione generale; per esempio, il 24% di psicoterapeuti subisce stalking da parte di ex o attuali pazienti (Hudson-Allez, 2002), e il 25% da parte dei pazienti di un ente sanitario (Clarke et al., 2016). L’analisi di Galeazzi e De Fazio (2006) rivela il costo emotivo dello stalking da parte dei clienti, con il 70% dei partecipanti in 22 studi che hanno riferito rabbia, ansia e impotenza, oltre che a conseguenze pratiche come il cambiamento delle abitudini, la perdita di reddito e il cambio di lavoro (Galeazzi & De Fazio, 2006). I partecipanti hanno cercato il sostegno di colleghi e amici, e fino al 40% ha denunciato le proprie esperienze alla polizia.

La ricerca nel campo

La ricerca della letteratura scientifica in questo campo ha incluso tutti i gruppi di professionisti sanitari che lavorano in un contesto di salute mentale (per esempio, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri), riuscendo a identificare 11 articoli totali. Gli studi esaminati hanno riportato tassi di prevalenza tra il 10% e il 50%: questo divario riflette probabilmente una diversa definizione dello stalking e/o una diversa dimensione del campione considerato. Questa sostanziale variabilità, che include anche una diversa qualità della metodologia adottata dai singoli studi, ha precluso una stima precisa della prevalenza.

L’impatto dello stalking sui professionisti della salute mentale

I partecipanti degli studi inclusi hanno esperito un impatto significativamente negativo sulla fiducia e sulla competenza sul lavoro in seguito alle loro esperienze. Il personale ha richiesto cambiamenti sostanziali nel luogo di lavoro e nello stile di vita per mitigare l’impatto dello stalking. Tuttavia, gli studi hanno riportato che il personale ha rivelato di aver subito stalking anche da parte di autori diversi dai pazienti, in particolare colleghi e partner intimi, con la stessa o maggiore frequenza rispetto ai clienti.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Clarke, M., Yanson, I., Saleem, Y., Edworthy, R., & Khalifa, N. (2016). Staff Experience of Harassment and Stalking Behavior by Patients. International Journal of Forensic Mental Health, 15(3), 247–255.
  • Cox, L. J. (2006). Stalking: A Qualitative Study of Women’s Lived Experiences [The Ohio State University].
  • Cox, L., & Speziale, B. (2009). Survivors of Stalking: Their Voices and Lived Experiences. Affilia, 24(1), 5–18.
  • Dressing, H., Kuehner, C., & Gass, P. (2005). Lifetime prevalence and impact of stalking in a European population: Epidemiological data from a middle-sized German city. British Journal of Psychiatry, 187(2), 168–172.
  • Emerson, R. M., Ferris, K. O., & Gardner, C. B. (1998). On Being Stalked. Social Problems, 45(3), 289–314.
  • Galeazzi, G. M., & De Fazio, L. (2006). A review on the stalking of mental health professionals by patients, prevention and management issues. Primary Care and Community Psychiatry, 11(2), 57–66.
  • Harris, J. (2000). An evaluation of the use and effectiveness of the Protection from harassment act 1997. Research, Development and Statistics Directorate, Home Office.
  • Harris, N., Sheridan, L., & Robertson, N. (2022). Prevalence and Psychosocial Impacts of Stalking on Mental Health Professionals: A Systematic Review. Trauma, Violence, & Abuse, 152483802211295.
  • Hudson-Allez, G. (2002). The prevalence of stalking of psychological therapists working in primary care by current or former clients. Counselling and Psychotherapy Research, 2(2), 139–146.
  • Johansen, K. B. H., & Tjørnhøj-Thomsen, T. (2016). The consequences of coping with stalking—Results from the first qualitative study on stalking in Denmark. International Journal of Public Health, 61(8), 883–889.
  • Meloy, J. R. (A c. Di). (1998). The psychology of stalking: Clinical and forensic perspectives. Academic Press.
  • Mullen, P. E., Pathé, M., & Purcell, R. (2000). Stalkers and their victims. Cambridge University Press.
  • Nicastro, A. M., Cousins, A. V., & Spitzberg, B. H. (2000). The tactical face of stalking. Journal of Criminal Justice, 28(1), 69–82.
  • Spitzberg, B. H., & Cupach, W. R. (2007). The state of the art of stalking: Taking stock of the emerging literature. Aggression and Violent Behavior, 12(1), 64–86.
  • Tjaden, P., & Thoennes, N. (1999). Violence and Threats of Violence Against Women and Men in the United States, 1994-1996: Archival Version (Versione v0) [Data set]. ICPSR - Interuniversity Consortium for Political and Social Research.
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