Con il termine procrastinazione si intende la tendenza a rimandare o un’azione o una decisione (Ferrari, Johnson, & McCown, 1995; Ferrari, 2010).
Il meccanismo di procrastinazione
Diversi studi hanno evidenziato l’associazione tra procrastinazione e conseguenze psicologiche negative, ma ad oggi la definizione di questo costrutto non è ancora chiara (Ferrari & Tibbett, 2017; Howell et al., 2006; Klassen, Krawchuk, & Rajani, 2008). La messa in atto della procrastinazione, soprattutto in ambito scolastico e accademico, è risultata legata a una riduzione generale delle performances e un aumento di problematiche psicologiche come per esempio la presenza di credenze irrazionali, bassa autostima, basso autocontrollo, ansia, depressione (Ferrari & Tibbett, 2017; Chabaud, Ferrand, & Maury, 2010).
L’autostima, nell’ambito della personalità, è definita come il modo in cui gli individui percepiscono se stessi e il proprio valore come persone (Brown & Marshall, 2006). In quest’ottica, la messa in atto di procrastinazione in maniera cronica, ovvero ripetuta in eccesso malgrado le conseguenze negative, è inteso come un metodo di auto-protezione causato da una bassa autostima generale (Burka & Yuen, 1983; Ferrari & Tibbett, 2017).
Procrastinazione e autostima
La letteratura suggerisce che il concetto di performance riflette anche il concetto di abilità, che a sua volta influenza il valore personale di un soggetto e la sua autopercezione. Da questo punto di vista, il fallimento di un compito o obiettivo diventerebbe indicatore di un limitato valore personale. In ambito accademico, la procrastinazione, usata come comportamento protettivo da un ipotetico fallimento, potrebbe incrementare il senso di scarsa autoefficacia e fallimento, andando a intaccare ancora una volta l’autostima e generando un circolo vizioso maladattivo (Burka & Yuen, 1983). Queste ipotesi sono sostenute da numerose fonti presenti in letteratura che, nel corso degli anni, hanno messo in luce il legame tra procrastinazione e bassa autostima (Ferrari, 1994; Uzun Ozer, Demir, & Harrington, 2012; Beck, Koons, & Milgrim, 2000; Sirois, 2004). Dunque, l’autostima potrebbe essere una variabile mediatrice tra procrastinazione e ritardi nelle consegne in ambito accademico.
Procrastinazione e autocontrollo
Un’altra variabile studiata in quest’ambito è l’autocontrollo, che si riferisce alla capacità di modificarsi e adattarsi all’ambiente esterno e alle richieste dell’ambiente verso l’individuo (Rothbaum, Weisz, & Snyder, 1982). Sono stati teorizzati quattro domini dell’autocontrollo: controllo su pensieri, emozioni, impulsi e performance (Vohs & Baumeister, 2004). L’autocontrollo implica l’abilità di limitare l’individuo dall’ingaggiarsi in comportamenti potenzialmente dannosi come per esempio: fumare, spendere in maniera eccessiva e procrastinare (Faber & Vohs, 2004). Alcuni autori suggeriscono che la procrastinazione potrebbe essere considerata come il fallimento dei meccanismi di autocontrollo che si attivano durante una performance, in situazioni di stress (Ferrari, 2010).
Uno studio su procrastinazione, autostima e autocontrollo
Uno studio di Uzun e colleghi (2020) ha indagato la relazione tra autocontrollo e procrastinazione in ambito accademico, considerando l’autostima come possibile mediatrice. Sono stati reclutati 426 studenti universitari, ai quali sono stati fatti compilare dei questionari funzionali alla misurazione di autocontrollo, procrastinazione e autostima. I risultati hanno rivelato che la procrastinazione in ambito accademico era negativamente correlata ad autostima e autocontrollo; questo significa che, in soggetti con bassa autostima e basso autocontrollo, la procrastinazione risultava essere maggiormente presente rispetto a soggetti con punteggi più alti in autostima e autocontrollo, i quali hanno riportato livelli inferiori di procrastinazione. Questi risultati suggeriscono che la percezione che un individuo ha di se stesso influenza il proprio autocontrollo e quindi il comportamento messo in atto come conseguenza, in questo caso la procrastinazione. Inoltre, l’autostima sembrerebbe avere una funzione autoregolatoria, la quale migliorerebbe la performance stessa e il suo risultato, proprio grazie al suo legame con l’autocontrollo (Rothman, Baldwin, & Hertel., 2004). In caso contrario, come emerso dai risultati appena citati, una bassa autostima potrebbe mediare il rapporto tra scarso autocontrollo e procrastinazione.