“La commare secca va in vacanza”, edita da Gambini nel 2022, è l’opera prima di Lara Luciano, redattrice free lance e addetta stampa di origini trentine.
Questo romanzo può essere definito come il diario di una malattia, all’interno del quale si possono rintracciare alcune note che riguardano la vita e l’esperienza personale dell’autrice.
Il romanzo narra la storia di una giovane donna che soffre di anoressia che, dopo aver tentato il suicidio, viene ricoverata in un reparto psichiatrico.
Questa esperienza dolorosa, questa difficoltà, si trasforma per la protagonista in un’opportunità. L’autrice considera questo ricovero un lungo periodo di “ferie”.
Durante questo periodo la giovane osserva le storie e le sofferenze delle altre persone ricoverate e riflette sulla propria condizione e sulla propria malattia. Giunge a comprendere il significato simbolico del corpo e come il suo corpo sia l’espressione dei conflitti interiori che ella vive: “nei luoghi della malattia si fanno incontri inopportuni e insani che si aggirano come miracoli sporchi e infetti. Tanti giudizi universali in attesa di compiersi. Tante catastrofi in corso. In questi posti la gente, mentre cerca la salvezza con tutti i mezzi, la insegna in modo gratuito e inconsapevole”. Conflitti che riguardano il rapporto con sé stessa e con gli altri, la vita e la morte. Conflitti che riguardano l’amore e la religione, la protagonista ama una donna con cui convive nonostante la sua esperienza di fede.
La descrizione minuziosa di tutto quello che avviene durante il ricovero, le regole della struttura, il comportamento degli OSS, i permessi per andare a mangiare a casa e le terapie effettuate, rendono quest’opera un diario. Così come la trasparenza dei pensieri della protagonista e lo stile di narrazione caratterizzato da una sorta di spezzettatura.L’autrice affronta il tema della malattia, dell’anoressia e del suicidio con grande realismo e lucidità, ma anche con una certa ironia che compare a tratti nel romanzo. Lara Luciano ha una scrittura bella che è arricchita dalla capacità di evocare immagini. Il romanzo è una testimonianza corredata da pensieri auto analitici. Chi legge il libro percorre insieme all’autrice i corridoi del reparto psichiatrico.