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HIV e depressione: le variabili socio-demografiche che influiscono sui sintomi depressivi

Uno studio di Nyongesa et al (2019) ha misurato la prevalenza di sintomi depressivi in persone con HIV provenienti dall’area rurale di Kilifi in Kenya

Di Taslima Grossi

Pubblicato il 05 Gen. 2023

Vari studi condotti su pazienti con infezione da HIV hanno rilevato come ci siano diverse possibili variabili socio-demografiche che influiscono sui sintomi depressivi, quali sono e come si può intervenire?

 

Depressione e HIV

 I disturbi depressivi sono classificati nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali e sono caratterizzati da uno stato di tristezza persistente, tanto grave da interferire con il funzionamento dell’individuo, e da una marcata diminuzione d’interesse o di piacere nello svolgere le attività quotidiane (APA, 2013). I disturbi depressivi sono disturbi psicologici ad alta prevalenza nella popolazione mondiale; questa prevalenza risulta essere maggiormente elevata in persone affette da HIV e AIDS (Bernard et al., 2017; Nyongesa et al., 2019).

In particolare, nell’area dell’Africa subsahariana, dove la prevalenza di persone affetta da HIV e AIDS è molto alta, la presenza di disturbi depressivi in questi pazienti arriva fino al 32% (Bernard et al., 2017; Ng’ang’a et al, 2018). La depressione ha risvolti deleteri sul benessere generale e sulla qualità della vita e, in pazienti con infezione da HIV e/o AIDS rischia di compromettere l’aderenza alle cure (Uthman et al., 2014). Inoltre, diversi studi effettuati nell’Africa subsahariana hanno evidenziato come la presenza di sintomatologia depressiva conduca a una inferiore qualità di vita generale, un aumento del rischio suicidario, un decorso della malattia più rapido e, in ultimo, un incremento del tasso di mortalità (Abas et al., 2014; Kingori et al., 2015; Amare et al., 2018).

Oltre ai fattori appena elencati, diversi studi in quest’area dell’Africa, condotti su pazienti affetti da HIV/AIDS, hanno fatto emergere come ci siano altre possibili variabili socio-demografiche che influiscono sui sintomi depressivi: l’avanzare dell’età, l’essere celibi/nubili, un basso livello di scolarizzazione, l’essere disoccupati, avere un reddito basso, l’essere vittime di stigmatizzazione dovuta alla malattia e l’assenza di supporto sociale (Bernard et al., 2017).

Spiegare la prevalenza di sintomi depressivi in persone con infezione da HIV

 Uno studio del 2019 di Nyongesa e colleghi ha misurato la prevalenza di sintomi depressivi in persone sieropositive, provenienti dall’area rurale di Kilifi in Kenya. In questa zona del Kenya il 71% della popolazione vive in una condizione di estrema povertà, solo il 7% ha un grado di istruzione pari alla scuola secondaria di secondo grado e si stima che circa il 5-6% della popolazione sia malata di HIV/AIDS. Gli autori dello studio hanno reclutato 450 partecipanti positivi all’HIV, appartenenti a una fascia d’età compresa tra i 18 e i 60 anni. Al momento del reclutamento i pazienti seguivano già una terapia antiretrovirale combinata (cART), ovvero una combinazione di farmaci risultati efficaci nel tenere a bada l’HIV e far sì che esso non si slatentizzi, diventando AIDS.

La presenza di sintomi depressivi è stata rilevata tramite la somministrazione del Patient Health Questionnaire (PHQ-9), nel quale un punteggio ≥ 10 indicava la presenza significativa di sintomi depressivi (Spitzer et al., 1999). I risultati hanno evidenziato una presenza complessiva di sintomi depressivi pari al 13.8%. Inoltre, lo studio ha individuato un legame di correlazione tra i seguenti fattori e i sintomi depressivi: altre malattie croniche in comorbidità, somministrazione cART, percezione di stigma legato alla malattia, difficoltà nell’accessibilità e reperibilità di cure e servizi nel trattamento dell’HIV.

In sintesi, la prevalenza di sintomi depressivi nella popolazione con infezione da HIV tenuta in considerazione in questo studio è elevata. Gli autori sottolineano che una precoce identificazione della sintomatologia depressiva, una rete sociale adeguata in grado di fornire sostegno psicologico ai malati e una facile accessibilità ai trattamenti, possa agevolare le persone con infezione da HIV nel percorso di monitoraggio e cura del virus.

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