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Disturbi Alimentari e rendimento scolastico tra gli studenti universitari

Gli studenti universitari con disturbi alimentari rischiano svariate conseguenze negative: tra queste rientrano anche gli effetti sul rendimento scolastico?

Di Giulia Spiniello

Pubblicato il 03 Gen. 2023

Aggiornato il 05 Feb. 2024 11:46

Vista la scarsità di dati a riguardo, lo studio di Claydon & Zullig (2020) ha indagato l’associazione tra disturbi alimentari e rendimento scolastico in un ampio campione di studenti universitari per capire come il trattamento potrebbe influenzare tale relazione.

 

Disturbi alimentari e rendimento scolastico

 Negli Stati Uniti, il costo della sanità pubblica per la cura dei disturbi alimentari (DA) è considerevole, con stime di trattamento annuali da $ 1.288 a $ 8.042 per paziente, paragonabile al costo del trattamento della schizofrenia (Hudson et al., 2007; Stuhldreher et al., 2012). Inoltre, le persone con un disturbo alimentare hanno alti tassi di mortalità, il più alto dei quali è visto tra quelle con anoressia, che muoiono principalmente per suicidio o per complicanze dovute all’insufficienza cardiaca (Arcelus et al., 2011).

All’interno della popolazione studentesca universitaria degli Stati Uniti, c’è una prevalenza di individui con sintomi di disturbi alimentari che va dal 9% al 13% tra le femmine e dal 3% al 4% tra gli studenti universitari maschi (Eisenberg et al., 2011). Tuttavia, meno del 20% degli studenti che risultano positivi allo screening per i disturbi alimentari riferiscono di aver ricevuto un trattamento e solo il 6% degli studenti con un disturbo alimentare ha chiesto aiuto a un operatore sanitario (Eisenberg et al., 2011; White et al., 2011). Dunque, gli studenti universitari con disturbo alimentare sono una popolazione vulnerabile che rischia conseguenze fisiche e psicologiche significative se non trattata, che può manifestarsi attraverso una varietà di modalità, compreso l’uso di sostanze e la depressione, ma con effetti anche sul rendimento scolastico (AP; Academic Performance; Claydon & Zullig, 2020).

La potenziale relazione tra disturbi alimentari e rendimento scolastico può essere spiegata attraverso l’effetto della malnutrizione o della scarsa nutrizione sul cervello. La malnutrizione è correlata infatti a deficit cognitivi e linguistici che possono ostacolare notevolmente il successo accademico (Sawaya, 2006).

Ad oggi, c’è una scarsità di ricerche che esplorano questa relazione; tuttavia, è importante condurre studi basati sulla popolazione per comprendere al meglio la possibile associazione tra disturbi alimentari e rendimento scolastico e per capire come il trattamento potrebbe influenzare tale relazione (Frank, 2015). Data questa scarsità di dati, lo scopo dello studio di Claydon & Zullig (2020) è quello di indagare l’associazione tra disturbi alimentari e rendimento scolastico in un ampio campione di studenti universitari.

 Per questo studio è stata utilizzata l’American College Health Association-National College Health Assessment (ACHA-NCHA), che è un’indagine rappresentativa a livello nazionale (ACHA-NCHA, 2014). Sono stati utilizzati i dati raccolti dell’ACHA-NCHA tra l’estate 2010 e 2011, raggiungendo un totale di 223.887 partecipanti. Tra le variabili indipendenti selezionate nello studio troviamo Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa; tra le variabili dipendenti troviamo il rendimento scolastico; tra le covariate invece troviamo le informazioni demografiche e comportamentali del campione di riferimento. Quest’ultimo è composto maggiormente da donne bianche con un rendimento scolastico che variava tra A e B. Meno del 2% ha riferito di avere ricevuto una diagnosi di disturbo alimentare o di essere stato curato per anoressia o bulimia negli ultimi 12 mesi; la maggioranza di quelli diagnosticati ha riferito di non aver ricevuto alcun trattamento. Meno del 10% ha riportato la diagnosi o un trattamento per la depressione negli ultimi 12 mesi e meno del 2% ha riferito di soffrire di abuso di sostanze o di star facendo un trattamento per una dipendenza. Il 25% ha riportato difficoltà a dormire negli ultimi 12 mesi.

Disturbi alimentari e rendimento scolastico: i risultati dello studio

Dai risultati delle analisi statistiche emerge che:

  • Per quando riguarda l’anoressia, tutti gli studenti (maschi e femmine insieme) con diagnosi, ma non trattati, non presentavano differenze significative nel rendimento scolastico rispetto agli studenti senza diagnosi di anoressia. Quando gli studenti con anoressia sono stati trattati con farmaci, psicoterapia o “altro trattamento”, la loro prestazione scolastica non era ancora significativamente differente.
  • Per quando riguarda la bulimia, tutti gli studenti (maschi e femmine insieme) diagnosticati, ma non trattati, non presentavano differenze significative nel rendimento scolastico rispetto agli studenti senza diagnosi di bulimia. Quando gli studenti con bulimia sono stati trattati con i farmaci o in psicoterapia la loro performance scolastica non era significativamente differente.

Complessivamente però, separando i soggetti in base al genere, le donne con anoressia e bulimia hanno un rendimento scolastico significativamente più alto quando trattati con farmaci e/o psicoterapia, mentre gli uomini hanno un rendimento scolastico significativamente più alto in assenza di trattamento o nei casi di altro trattamento per bulimia.

Riassumendo quindi, i soggetti con diagnosi di anoressia o bulimia non trattata non hanno riportato valori significativamente più alti nel rendimento scolastico rispetto agli studenti senza diagnosi di anoressia o bulimia. Invece, gli studenti con anoressia o bulimia che avevano ricevuto farmaci o psicoterapia per la loro malattia, avevano un rendimento scolastico significativamente più alto rispetto agli studenti ai quali non era stata diagnosticata quella condizione.

I risultati di questo studio suggeriscono quindi che ci sono molteplici benefici derivati dalle terapie combinate che producono anche esiti accademici positivi e indicano la necessità di un trattamento multimodale per affrontare i disturbi alimentari e le loro conseguenze (Maxwell et al., 2011).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American College Health Association. (2014). About ACHA-NCHA.
  • Arcelus, J., Mitchell, A. J., Wales, J., & Nielsen, S. (2011). Mortality Rates in Patients With Anorexia Nervosa and Other Eating Disorders: A Meta-analysis of 36 Studies. Archives of General Psychiatry, 68(7), 724.
  • Claydon, E., & Zullig, K. J. (2020). Eating disorders and academic performance among college students. Journal of American College Health, 68(3), 320–325.
  • DSM-5: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (5th ed). (2014). R. Cortina.
  • Eisenberg, D., Nicklett, E. J., Roeder, K., & Kirz, N. E. (2011). Eating Disorder Symptoms Among College Students: Prevalence, Persistence, Correlates, and Treatment-Seeking. Journal of American College Health, 59(8), 700–707.
  • Frank, G. K. W. (2015). What Causes Eating Disorders, and What Do They Cause? Biological Psychiatry, 77(7), 602–603.
  • Hudson, J. I., Hiripi, E., Pope, H. G., & Kessler, R. C. (2007). The Prevalence and Correlates of Eating Disorders in the National Comorbidity Survey Replication. Biological Psychiatry, 61(3), 348–358.
  • Maxwell, M., Thornton, L. M., Root, T. L., Pinheiro, A. P., Strober, M., Brandt, H., Crawford, S., Crow, S., Fichter, M. M., Halmi, K. A., Johnson, C., Kaplan, A. S., Keel, P., Klump, K. L., LaVia, M., Mitchell, J. E., Plotnicov, K., Rotondo, A., Woodside, D. B., … Bulik, C. M. (2011). Life beyond the eating disorder: Education, relationships, and reproduction. International Journal of Eating Disorders, 44(3), 225–232.
  • Sawaya, S. M. (2006). Desnutrição e baixo rendimento escolar: Contribuições críticas. Estudos Avançados, 20(58), 133–146.
  • Stuhldreher, N., Konnopka, A., Wild, B., Herzog, W., Zipfel, S., Löwe, B., & König, H.-H. (2012). Cost-of-illness studies and cost-effectiveness analyses in eating disorders: A systematic review. International Journal of Eating Disorders, 45(4), 476–491.
  • White, S., Reynolds-Malear, J. B., & Cordero, E. (2011). Disordered Eating and the Use of Unhealthy Weight Control Methods in College Students: 1995, 2002, and 2008. Eating Disorders, 19(4), 323–334.
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