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Bullismo scolastico e cyberbullismo durante la pandemia Covid-19

I cambiamenti scolastici e la maggiore attività online durante la pandemia possono aver influenzato in qualche modo in fenomeno del bullismo tra gli studenti?

Di Margherita Rinaldi

Pubblicato il 20 Gen. 2023

La pandemia da COVID-19, a causa delle chiusure nazionali e le ripetute lunghe chiusure delle scuole, ha costretto la maggior parte degli studenti a frequentare l’istruzione online, con diverse ipotesi riguardo ai possibili effetti sul bullismo e sul cyberbullismo.

 

Bullismo scolastico e cyberbullismo

Il bullismo scolastico è molto diffuso, infatti, un bambino su tre è stato vittima di bullismo nel corso del suo percorso scolastico indipendentemente dal paese e dal reddito di appartenenza (Armitage, 2021; Bacher-Hicks et al., 2022). Inoltre, comporta anche notevoli costi sociali: sia le vittime che gli aggressori del fenomeno del bullismo hanno una probabilità più elevata di sviluppare problemi di salute mentale come depressione, ansia e pensieri e comportamenti suicidari rispetto ai loro coetanei non coinvolti. Queste difficoltà tendono poi a persistere, anche in seguito alla cessazione dell’abuso, nell’età adulta (Bacher-Hicks et al., 2022).

Oltre alle forme tradizionali, tra cui il bullismo fisico, verbale e psicologico, il cyberbullismo è un fenomeno relativamente nuovo che avviene attraverso l’utilizzo della tecnologia digitale (Armitage, 2021). In ogni caso però, si sviluppa sulle stesse basi motivazionali del bullismo tradizionale: il bisogno di acquisire uno status di gruppo e il bisogno di appartenenza (Repo et al., 2022). Quest’ultima forma di bullismo sembrerebbe avere un’associazione ancora più forte con l’ideazione suicidaria (Bacher-Hicks et al., 2022).

Impatto del Covid-19 sul bullismo: aspettative

La pandemia da COVID-19, a causa delle chiusure nazionali e le ripetute lunghe chiusure delle scuole, ha costretto la maggior parte degli studenti a frequentare l’istruzione online (Armitage, 2021; Bacher-Hicks et al., 2022). Questo ha portato a un aumento sostanziale dell’attività online di milioni di bambini e adolescenti a livello globale (Armitage, 2021).

Ma questi cambiamenti scolastici e questa maggiore attività online durante la pandemia, possono aver influenzato le relazioni/interazioni sociali degli studenti e, in particolare, le loro esperienze di bullismo?

Di fatto si è verificata un’improvvisa diminuzione delle interazioni personali e un’impennata nell’uso della tecnologia digitale. Con questo cambiamento sono arrivate le preoccupazioni dell’opinione pubblica su una possibile maggiore esposizione al cyberbullismo a causa dell’incrementato uso delle tecnologie (Sparks, 2020). In effetti, le ricerche precedenti al COVID-19 indicavano che una maggiore frequenza di utilizzo di Internet era associata a un aumento delle segnalazioni di cyberbullismo e cyber-vittimizzazione, ovvero l’essere vittima di minacce, molestie o stalking tramite tecnologia e social media, da parte dei giovani (Kowalski et al., 2019). Da ciò ci si può aspettare che, mentre il bullismo di persona potrebbe diminuire, il cyberbullismo potrebbe, invece, aumentare (Bacher-Hicks et al., 2022) e le vittime prese di mira potrebbero essere del tutto nuove (Armitage, 2021). Inoltre, si è anche ipotizzato che, a causa dell’aumento delle tensioni psicologiche dovute dalla pandemia da Covid-19, i livelli di stress siano aumentati e con questi anche i comportamenti antisociali come il cyberbullismo (Barlett et al., 2021).

Impatto del Covid-19 sul bullismo: realtà

La pandemia di COVID-19 ha cambiato radicalmente il contesto delle dinamiche del bullismo contrastando, tuttavia, le aspettative: il bullismo di persona e il cyberbullismo sono diminuiti del 30-40% circa durante la pandemia (Bacher-Hicks et al., 2022). In particolare, i tassi di coinvolgimento nel bullismo erano molto più alti prima della pandemia che durante la stessa in tutte le forme di bullismo (fisico, verbale e sociale), tranne che per il cyberbullismo, dove i tassi erano solo leggermente più alti prima della pandemia che durante la pandemia. Quindi, nonostante l’utilizzo di internet sia aumentato notevolmente, ciò non si è tradotto in un incremento dei tassi di coinvolgimento nel cyberbullismo, ma anzi in una diminuzione (Vaillancourt et al., 2021). Infatti, il cyberbullismo non è semplicemente una conseguenza della nuova tecnologia, in quanto tra coetanei di scuola è tipicamente aggravato e alimentato dal fatto di essere presenti di persona e per questo dovrebbe essere visto come un fenomeno che coinvolge sia episodi online che offline (Repo et al., 2022).

Tra le possibili spiegazioni di questo inaspettato esito c’è un generale cambiamento del contesto scuola. In particolare, può aver contribuito sia la diminuzione del frequentare la scuola di persona, che la ridotta quantità di tempo non strutturato e non sorvegliato a causa delle misure di sicurezza adottate per evitare la diffusione del contagio del virus (Bacher-Hicks et al., 2022). Inoltre, la pandemia può anche aver portato a un aumento della consapevolezza e della capacità di risposta del personale scolastico al benessere socio-emotivo degli studenti, come prestare maggiormente attenzione e affrontare forme di bullismo evidenziate dai media durante la pandemia (Bacher-Hicks et al., 2022). Questo ha portato di conseguenza a un maggior gradimento della scuola e un maggior sostegno da parte degli insegnanti per gli studenti vittime di bullismo prima del lockdown, consentendo una visione più positiva della scuola (Repo et al., 2022).

Conclusioni

Nel complesso, la chiusura della scuola sembra essere l’intervento universale anti-bullismo più efficace mai documentato (Repo et al., 2022).

Un importante motore del bullismo scolastico di persona e del cyberbullismo sembra essere l’interazione di persona nel contesto scolastico (Bacher-Hicks et al., 2022). Quindi, il bullismo in generale sembra essere un problema sociale dinamico che si evolve nella comunità scolastica, motivo per cui vi è sempre più la necessità di comprendere la scuola come una comunità che può limitare o rafforzare il bullismo (Repo et al., 2022). Le scuole, dunque, dovrebbero trarne insegnamenti costruttivi per evitare che il bullismo torni ai livelli elevati pre-pandemici (Bacher-Hicks et al., 2022).

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