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Sull’amicizia (2022) di Eugenio Borgna – Recensione

Per Borgna la caratteristica principale dell’amicizia è l'intensità del legame, tuttavia privo del desiderio di congiunzione proprio delle relazioni amorose

Di Alberto Vito

Pubblicato il 22 Dic. 2022

“Sull’amicizia” è un libro scritto prevalentemente in tempo di covid e l’autore, costretto alla solitudine, ha pensato bene di riflettere su questa potente modalità di relazione umana, che ha il potere di vivificare la vita, è fonte di gioia, occasione di dialogo e capacità trasformativa.

 

Eugenio Borgna, 92 anni, è stato uno psichiatra e docente universitario e ha pubblicato numerosi saggi. A partire dagli anni ’60 ha diretto il manicomio femminile di Novara, dove, anticipando Basaglia, ha dato vita a una prassi psichiatrica non basata sulla coercizione, bensì sul dialogo e il rispetto del paziente. Rigettando il riduzionismo biologico, è stato tra i primi sostenitori in Italia della psicoterapia fenomenologica. Interessato alla dimensione profonda del disagio psichico e alla ricerca di senso esistenziale, è stato sempre molto attento al contributo proveniente dalla filosofia. In particolare, è stato ispirato dall’opera di Simone Weil, che ha letto e riletto tutta la vita.

Commentando quest’ultima opera letteraria, trovo innanzitutto un inno alla vita e alla speranza che il professore, alla sua età, abbia trovato la voglia e l’impegno per scrivere a proposito dell’amicizia. Il volume, insieme all’altro recentissimo di Borgna dedicato alla “Tenerezza” (Einaudi, 2022), sembra quasi voler descrivere una psichiatria umana e gentile, che Borgna definisce anche “leopardiana”, facendo riferimento all’enorme importanza che il poeta di Recanati attribuisce ai sentimenti, alle emozioni, alle speranze e alle attese, ma anche alle ferite della vita interiore.

Il libro è stato scritto prevalentemente in tempo di covid e Borgna, costretto alla solitudine, ha pensato bene di riflettere su questa potente modalità di relazione umana, che ha il potere di vivificare la vita, è fonte di gioia, occasione di dialogo e capacità trasformativa.

Sono molti i libri che si occupano di amicizia, ma non sono tanti quelli che guardano all’amicizia come a una possibile dimensione di una psichiatria che non abbia paura di confrontarsi con tematiche lontane da quelle cliniche. In effetti, soprattutto l’ultimo capitolo è dedicato a questo tema, mentre i capitoli precedenti si soffermano a descrivere le varie tipologie di amicizia. Come è nello stile di Borgna vi è un ampio riferimento ai suoi autori preferiti e sono tante le citazioni di grandi scrittori e soprattutto poeti: Antonia Pozzi, Musil, Rilke, Dickinson, Bachmann, Mann, Hillesum –che fu deportata in un campo di concentramento–, Poltawska –autrice di belle pagine dedicate alla sua duratura amicizia con Papa Wojtyla–, oltre ai già menzionati Simone Weil e Leopardi.

Per Borgna la caratteristica principale dell’amicizia è la forte intensità del legame, tuttavia privo del desiderio di congiunzione, come invece avviene nelle relazioni amorose. Vi è così il rispetto del rimanere divisi senza l’esigenza di unione con l’altro, accettando le diversità. Si può dire che avviene qualcosa di simile in psicoterapia? – Per chi come il sottoscritto ha dato il titolo di “Affetti speciali” a un testo dedicato alla relazione con i pazienti, la risposta è scontata – Per Borgna “la climax emozionale dell’amicizia è una dimensione essenziale della cura sia in psichiatria infantile sia in psichiatria clinica” (Borgna, 2022, p. 33). Condividendo quanto già espresso anche in forma poetica da Weil e Rilke, punto cardine delle sue riflessioni è che non è dato vivere sino in fondo una relazione di amicizia se non avendo sperimentato il valore e gli orizzonti di senso della solitudine, intesa come raccoglimento e fonte di meditazione.

Un capitolo, il secondo, è dedicato alla descrizione delle amicizie nelle varie fasi della vita, mentre successivamente si sofferma sulle differenze tra i generi. Come è spesso sostenuto, afferma che le amicizie femminili siano più profonde e durature mentre, citando Musil, quelle maschili hanno andamenti più uniformi e sono meno interiorizzate di quelle femminili, meno intessute di emozionalità e passionalità e di conseguenza meno significative nelle vicende esistenziali. A proposito delle amicizie tra una donna e un uomo, le reputa più stabili di quelle maschili, meno esposte alle crisi, con la presenza femminile generatrice di maggiore intensità e variabilità dei contenuti.

Concludo, ribadendo un concetto esplicito in Borgna, che fa propria l’affermazione di Weil: “L’amicizia non deve guarire le pene della solitudine ma duplicarne le gioie” (Borgna, 2022, p. 50). La solitudine non è ricerca dell’isolamento, ma è uno stato necessario per entrare nella nostra interiorità, alla ricerca dei pensieri e delle emozioni. Essa è necessaria per la scrittura e per altre azioni umane guidate dall’introspezione. Questa solitudine non va confusa con quella che ci isola e ci allontana dagli altri, che spegne in noi la speranza. “La solitudine è relazione, ed è una buona compagna nel cammino della nostra vita e delle nostre amicizie, anche se talora dolorosa, perché ci confronta con gli abissi della nostra interiorità” (Borgna, 2022, p.51).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Borgna E. (2022), Tenerezza, Einaudi, Torino
  • Borgna E. (2022), Sull’amicizia, Raffaello Cortina Editore, Milano
  • Poltawska W. (2008), Diario di un’amicizia, San Paolo, Milano (trad. it.)
  • Rilke R.M. (1980), Lettere a un giovane poeta, Adelphi, Milano (trad. it.)
  • Vito A. (2012), Affetti speciali, Edizioni Psiconline, Chieti
  • Weil S. (1982) Quaderni I, Adelphi, Milano (trad. it.)
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