Uno studio del 2021 di Paine e colleghi ha analizzato alcuni aspetti del riconoscimento delle emozioni in bambini adottati, sottoponendoli a discriminazione di diverse espressioni facciali e bias di risposta.
Tutti i bambini presenti nel sistema di adozioni hanno avuto esperienza di separazione dai genitori biologici e quindi di una situazione di instabilità generale; sebbene il concetto di adozione implichi creare un ambiente stabile e sicuro, le prime esperienze infantili di avversità hanno comunque delle gravi conseguenze sullo sviluppo emotivo e comportamentale del bambino adottato (McEwen et al., 2015).
Riconoscere le emozioni
Il riconoscimento delle emozioni è uno strumento fondamentale per lo sviluppo psicologico e delle relazioni sociali. Soprattutto nei bambini, essendo ancora in fase di sviluppo, il riconoscimento delle espressioni facciali e delle emozioni ad esse associate è di fondamentale importanza per un adeguato sviluppo di capacità di interazione sociale e di sopravvivenza (Blair, 2005).
Quando si parla di precisione nel distinguere le emozioni, ci si riferisce alla capacità di identificare correttamente le emozioni di un individuo con cui ci si sta relazionando tramite l’osservazione delle espressioni e microespressioni facciali, avendo determinati indizi derivanti dalla situazione in cui ci si trova; un’alta precisione nel riconoscimento è spesso associata a buone competenze sociali e a un alto grado di accettazione da parte del gruppo di appartenenza (Denham, 2014).
Riconoscimento delle emozioni nei bambini adottati
Uno studio del 2021 di Paine e colleghi ha analizzato alcuni aspetti del riconoscimento delle emozioni in bambini adottati, sottoponendoli a discriminazione di diverse espressioni facciali e bias di risposta. I risultati ottenuti dai bambini che hanno partecipato a questo studio, provenienti dalla Gran Bretagna e compresi tra i 4 e gli 8 anni sono stati confrontati con un campione di bambini non adottati, per poter evincere eventuali differenze. I risultati hanno mostrato differenze significative tra i due gruppi, in quanto nei bambini adottati si è riscontrata una minore precisione nella distinzione delle espressioni facciali delle emozioni di tristezza e paura, rispetto ai bambini non adottati. La scarsa precisione nell’identificare le emozioni di tristezza e paura nei bambini è risultata maggiore per i bambini i cui genitori avevano a loro volta problemi comportamentali, precedentemente determinati tramite lo Strength and Difficulties Questionnaire; inoltre, la scarsa capacità di identificare tristezza e paura è risultata correlare con la presenza di problemi di gestione delle emozioni. Al contrario di quanto previsto dagli autori, i bambini che avevano affrontato situazioni di avversità prima dell’adozione sono risultati più abili nell’identificare emozioni negative. In ultimo, dallo studio è emerso che uno stile genitoriale affettuoso e calmo comportava nei bambini minori problemi comportamentali ed emozionali, e, inoltre, una più alta percentuale di corretta identificazione delle espressioni facciali.
In questo contesto, sviluppare la conoscenza dei fattori che potrebbero influire sullo sviluppo cognitivo e affettivo dei bambini adottati può fornire un valido punto di partenza per la strutturazione di interventi efficaci al miglioramento della qualità di vita, sostenendo l’adattamento dei bambini adottati e delle loro famiglie.