Il 26 ottobre si è svolto a Venezia sull’isola di San Servolo il convegno “Le terapie psicologiche per l’ansia e la depressione: nuove forme di integrazione clinica e organizzativa“, evento presieduto dal prof. Paolo Michielin e dalla dott.ssa Novara e organizzato dalla Consensus Conference sulle terapie psicologiche per l’ansia e la depressione, un gruppo di lavoro fondato dal professor Enzo Sanavio che sta diffondendo la conoscenza e la promozione delle buone pratiche di psicoterapia fondate su prove di fatto tra gli operatori della salute mentale e gli utenti: psicologi, psichiatri, medicina territoriale, associazioni di familiari e così via.
Il principale intervento del convegno è stato quello del Prof. David Clark della Oxford University e Consulente del Programma IAPT (Improving Access to Psychological Therapies) un programma sanitario che ha svolto un’analoga funzione della Consensus nel servizio sanitario britannico. Nella sua presentazione Clark ha descritto il percorso storico dello IATP, programma che ha ricevuto ricchissimi finanziamenti statali ed è stato progettato in maniera specifica per il servizio sanitario inglese. Dopo averlo descritto, Clark ha raccomandato di considerare lo IATP un’ispirazione e non un modello da imitare pedestramente. Sicuramente lo IATP ha raggiunto un livello di realizzazione unico, avendo avuto il pieno sostegno statale, mentre la Consensus svolge più una funzione di promozione, incoraggiamento e diffusione di una cultura che dia fiducia alla psicoterapia di provata efficacia.
Prima di Clark ha parlato il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Prof. Silvio Brusaferro, che a sua volta ha descritto con ricchezza di informazione il percorso storico e gli obiettivi della Consensus. Nata da un convegno organizzato dal prof. Ezio Sanavio e dedicato al tema dell’efficacia provata in psicoterapia, la Consensus ha visto i partecipanti a quel congresso consolidarsi in un gruppo di lavoro. Dopo lo sguardo al Regno Unito e all’Italia infine l’intervento del Dott. Roberto Mezzina del Program Development World Federation for Mental Health ha offerto una visione dei programmi e dei report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla salute mentale nel mondo.
Gli interventi successivi hanno presentato varie ragioni e dati a favore dell’adozione e della diffusione di queste buone pratiche nel servizio sanitario italiano. Il Prof. Giovanni de Girolamo del Fatebenefratelli di Brescia ha parlato del grado di conferma delle psicoterapie di efficacia sostenuta da prove di fatto (evidence-based). La sua è stata la sola voce in parte dissonante, esprimendo alcuni argomenti critici contro le prove di fatto provenienti dalla letteratura del paradigma relazionale-contestuale così come lo ha battezzato il prof. Bruce Wampold, paradigma che sembra opporsi a quello medico-empirico che da Beck e Clark in poi invece sostiene la bontà delle prove di fatto. Per la verità Di Girolamo ha finito per criticare anche il cavallo di battaglia del paradigma relazionale-contestuale, ovvero la centralità dell’alleanza terapeutica. Il suo intervento è quindi risultato critico a 360 gradi, atteggiamento che da una parte stimola sicuramente il pensiero appunto critico e l’intelligenza ma che forse non era del tutto adatto a un convegno che doveva promuovere la crescita nella fiducia nelle prove di fatto empiriche a favore delle psicoterapie di provata efficacia.
Più centrata sugli obiettivi del convegno la relazione del Dott. Giuseppe Nicolò del Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale che ha descritto lo stato attuale di adozione delle buone pratiche nel servizio sanitario italiano. Analoghi interventi ma dedicati alle popolazioni dell’infanzia e dell’adolescenza hanno svolto la Prof.ssa Renata Tambelli del Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute dell’Università “Sapienza” di Roma, la Dott.ssa Maria Antonella Costantino dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e la Prof.ssa Alessandra Simonelli dell’Università degli studi di Padova.
Il convegno si è chiuso con una tavola rotonda con alcuni interventi sia di operatori sanitari che di associazioni di utenti e pazienti. Durante la tavola rotonda il Dott. Moreno De Rossi del Collegio dei medici psichiatri e dei clinici universitari di psichiatria del Veneto ha raccontato quali sono i punti di forza del modello medico-psichiatrico e psicologico-clinico del servizio sanitario italiano, ovvero la multidisciplinarietà, ovvero la presenza di specializzazioni diverse intorno al paziente, la capillarità, ovvero la diffusione sul territorio di queste specializzazioni e la transmuralità, ovvero la facile comunicazione tra queste diverse specializzazioni.
Accanto agli operatori hanno poi parlato anche i rappresentanti di associazioni di pazienti e familiari che hanno espresso le loro richieste di un servizio più diffuso e più puntuale, come l’Associazione italiana per la tutela della salute mentale, l’Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale, la Lega italiana contro i disturbi d’ansia, d’agorafobia e da attacchi di panico e l’Associazione di volontari per la salute mentale. Ha chiuso infine il convegno il Prof. Sanavio, esponente centrale della Consensus, che ha confermato la missione e lo scopo centrale della Consensus, ovvero diffondere e promuovere tra gli operatori e gli utenti la cultura della psicoterapia di provata efficacia. Oltre a questo convegno, la Consensus ha pubblicato un lavoro online che raccoglie lo stato dell’arte della sua missione e che potete trovare qui: https://www.iss.it/documents/20126/0/Consensus_1_2022_IT.pdf
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