Alcuni studi hanno dimostrato che l’educazione musicale influenza la plasticità cerebrale in quanto può favorire la connessione tra i neuroni dell’area frontale, che è a sua volta implicata nei processi di memorizzazione e attenzione.
Gli effetti positivi della musica e dell’educazione musicale
L’educazione musicale contribuisce allo sviluppo e alla promozione di alcune “life skills” tra cui abilità sociali e scolastiche, che sono essenziali durante l’infanzia tanto da essere considerate un fattore protettivo per uno sviluppo soddisfacente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 1997) indica tra le sue linee guida diverse attività artistiche, tra cui l’educazione musicale, che, durante le prime fasi del ciclo di vita, favoriscono l’inclusione sociale ed educativa di bambini e adolescenti.La musica sembra infatti giocare un ruolo fondamentale per il neurosviluppo dei bambini e delle loro funzioni cognitive. L’educazione musicale, che prevede un processo di costruzione della conoscenza utile a sviluppare la sensibilità, la creatività, il senso del ritmo, memoria, concentrazione, immaginazione, attenzione, autodisciplina, rispetto per gli altri, socializzazione e azione, contribuisce anche alla consapevolezza del corpo e del movimento (Costa-Giomi, 2001).
Alcuni studi hanno dimostrato che l’educazione musicale influenza la plasticità cerebrale in quanto può favorire la connessione tra i neuroni dell’area frontale, che è a sua volta implicata nei processi di memorizzazione e attenzione, e stimola la comunicazione tra i due lati del cervello (Zatorre, 2005). Per tali ragioni è associata anche al ragionamento, alla matematica, all’apprendimento di un’abilità motoria, al linguaggio e ad altre tipologie di cognizioni tramite l’attivazione di diverse aree cerebrali. È noto, infatti, che la pratica musicale faccia lavorare il cervello attivando una rete di connessioni: leggendo uno spartito, per esempio, le persone trasferiscono le informazioni in forma visiva al cervello, il quale trasmette i movimenti necessari alle mani trasformandolo quindi in tatto, e, successivamente, l’udito identifica se il movimento risulta corretto. L’apprendimento musicale è quindi connesso ad entrambi gli emisferi, nonostante la percezione della musica sia localizzata principalmente nell’emisfero destro del cervello poiché dipende da altre funzioni cerebrali come il linguaggio verbale, la memoria e l’analisi e risoluzione di problemi (Nogueira, 2011).
Inoltre sembra che l’educazione musicale possa rendere il contesto scolastico favorevole all’apprendimento, migliorando il rendimento e la concentrazione individuale, oltre che stimolando le varie capacità degli studenti (Snyders et al., 1992).
Le abilità sociali contribuiscono alla promozione della salute nell’infanzia e nell’adolescenza, e la musica è associata alle relazioni interpersonali nella vita quotidiana, essendo utilizzata anche come tecnica di intervento per i processi comportamentali e la gestione degli stati emotivi (Ilari, 2006).
Gli insegnanti di musica, con altri professionisti come logopedisti e psicologi, possono quindi contribuire a promuovere tali abilità tramite lo sviluppo di tecniche che ottimizzino il repertorio sociale in modo efficace.