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Come gestire ansia e depressione di livello subclinico? – La cura per ansia e depressione in Italia: Consensus Conference Nr. 12

Nella Consensus Conference gli Esperti hanno posto alla Giuria un quesito specifico relativo al come gestire ansia e depressione di livello subclinico

Di Gloria Angelini

Pubblicato il 13 Set. 2022

Nello scorso numero abbiamo conosciuto il modello di individuazione e trattamento per i disturbi ansiosi e depressivi (DMC; Disturbi Mentali Comuni), strutturato su differenti livelli di gravità dei sintomi manifestati dalle persone che ricevono tali diagnosi. Dunque, solo chi riceve una diagnosi può accedere alle cure psicologiche? Proprio su questo aspetto si concentra il Quesito B2 della Consensus Conference.

 

LA CURA PER ANSIA E DEPRESSIONE IN ITALIA – CONSENSUS CONFERENCE – (Nr. 12) Come gestire ansia e depressione di livello subclinico?

Quesito B2: il livello subclinico

L’accesso alle terapie psicologiche può essere indicato anche in presenza di problemi di ansia e/o depressione di livello subclinico e, in caso affermativo, in quali condizioni?

Con “livello subclinico”, in letteratura, vengono indicati i disturbi sotto-soglia oppure i sintomi clinicamente significativi, ovvero tutte quelle condizioni che non soddisfano tutti i criteri diagnostici per un certo disturbo e perciò non ricevono una diagnosi.

Le distinzioni in termini di gravità, discusse nel precedente Quesito B1, vengono fatte a partire dalla diagnosi, che si fonda a sua volta sugli strumenti utilizzati per lo screening. I sistemi classificatori attualmente in uso (per es., DSM-5-TR, 2022) operano una distinzione tra coloro che hanno un disturbo mentale, perché soddisfano un certo numero minimo di criteri –ovvero manifestano dei sintomi e quindi ricevono una diagnosi– e coloro che non lo hanno perché non riferiscono abbastanza sintomi in termini quantitativi per ricevere una diagnosi. Tuttavia, per una persona, dei sintomi, seppur “pochi”, possono essere clinicamente significativi, poiché fonte di disagio e/o di compromissione del funzionamento. Questi casi vengono indicati come sotto-soglia o livelli subclinici.

Riguardo al livello di disagio personale e alla riduzione del funzionamento, una revisione sistematica ha evidenziato che erano significativamente più alti nella popolazione con disturbo d’ansia generalizzata sotto-soglia che in quella generale; così come il costo economico e sociale, il ricorso alle prestazioni sanitarie e il rischio di sviluppare un disturbo mentale diagnosticabile (Haller et al., 2014). Inoltre, la prevalenza del disturbo d’ansia generalizzata sotto-soglia era il doppio di quella della sindrome completa (Haller et al., 2014).

Data l’alta frequenza della presenza, nonché della compresenza, delle condizioni subcliniche di ansia e depressione, alcuni clinici pensano che siano meglio spiegate da un approccio dimensionale, piuttosto che categoriale. Altri invece ritengono che i sintomi sotto-soglia siano una fase transitoria dell’evoluzione nel tempo di un disturbo (Juruena, 2002), oppure sintomi residui di un disturbo non completamente in remissione (Fava et al., 2002).

Per le persone con livelli subclinici di Disturbi Mentali Comuni, l’accesso alle terapie psicologiche può essere d’aiuto sia in termini di prevenzione sia per ridurre il disagio, il disfunzionamento e i costi sanitari e sociali che i sintomi comunque comportano. Infatti, rispetto ai problemi depressivi sotto-soglia, le linee guida indicano le terapie psicologiche.

Riguardo all’accesso a interventi psicologici e psico-sociali di bassa e media intensità nel contesto italiano, i criteri decisionali non prevedono una diagnosi formale e non fanno distinzione tra disturbi lievi e condizioni subcliniche.

Raccomandazioni B2

Gli Esperti raccomandano l’accesso alle cure psicologiche previste dal primo livello di intervento stepped care anche nei casi di problemi di ansia e/o depressione di livello subclinico, ma solo nelle seguenti condizioni:

  • l’aver sofferto in passato di Disturbi Mentali Comuni, al fine di prevenire la ricaduta;
  • l’essere adolescente, per ridurre il rischio di sviluppare nel tempo il disturbo, la dipendenza da sostanze o il suicidio;
  • l’essere anziano, soprattutto se con rilevante comorbilità fisica o mentale e con abbassamento nel funzionamento personale e sociale;
  • l’associazione dei sintomi sotto-soglia a un medio-alto rischio psicopatologico (per esempio, rischio di autolesionismo e di suicidio, di violenza verso gli altri) o una grave predita del funzionamento sociale e lavorativo;
  • l’essere genitori con problemi di depressione nel periodo perinatale, date le conseguenze negative che i sintomi, anche sotto-soglia, possono avere sul rapporto di coppia e sullo sviluppo affettivo e cognitivo del neonato.

Nell’ottica di evitare l’eccessiva medicalizzazione, per tutte le altre situazioni subcliniche, si raccomanda la promozione dell’attivazione di strategie di supporto al benessere e alla salute mentale in contesti non sanitari, monitorando nel tempo l’andamento dei sintomi.

 

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SCRITTO DA
Gloria Angelini
Gloria Angelini

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association (Ed.). (2022). Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5-TR (Fifth edition, text revision). American Psychiatric Association Publishing.
  • Fava G.A., Fabbri S. & Sonino N. (2002). Residual symptoms in depression: an emerging therapeutic target. Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry, 26, 6: 1019 -1027.
  • Gruppo di lavoro “Consensus sulle terapie psicologiche per ansia e depressione” (2022). Consensus Conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione. Istituto Superiore di Sanità. (Consensus ISS 1/2022).
  • Haller H., Cramer H., Lauche R., Gass F. & Dobos G.J. (2014). The prevalence and burden of subthreshold generalized anxiety disorder: a systematic review. BMC Psychiatry, 14, 1: 1-13.
  • Juruena M.F. (2002). Understanding subthreshold depression. Shangai Archives of Psychiatry, 24, 5: 292-3.
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