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Solitudine, regolazione delle emozioni e Disturbo d’Ansia Sociale

Dal momento che la presenza di relazioni sociali facilita la regolazione delle emozioni, quali possono essere le difficoltà in persone con ansia sociale?

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 05 Lug. 2022

Aggiornato il 08 Lug. 2022 12:21

Uno studio di Eres e colleghi (2012) ha avuto come obiettivo principale quello di analizzare come i deficit di regolazione delle emozioni siano associati alla solitudine in individui con e senza ansia sociale.

 

Solitudine e ansia sociale

 Gli esseri umani sono intrinsecamente esseri sociali. Infatti, è stato dimostrato che i legami sociali contribuiscono a una durata della vita maggiore (Rico-Uribe et al., 2018). Quando il senso di connessione con gli altri viene interrotto, i sentimenti di solitudine nascono come spinta evolutiva a connettersi (Levy-Gigi e Shamay-Tsoory, 2017).

Per definizione, la solitudine è uno stato emotivo negativo che si verifica a causa della percezione soggettiva che le proprie relazioni siano inadeguate (Heinrich e Gullone, 2006) ed è più strettamente associata alla qualità delle relazioni piuttosto che alla quantità (Masi et al., 2011).

Meltzer e colleghi (2013) hanno osservato che la solitudine è associata a diversi disturbi, in particolare al disturbo d’ansia sociale (DAS) e alla depressione. Analogamente, Lim e colleghi (2016) hanno rilevato che la solitudine predice più sintomi depressivi, paranoia e ansia sociale nel tempo. Tuttavia, l’ansia sociale è stata identificata come unico predittore significativo della solitudine. Questi risultati suggeriscono che esiste una relazione reciproca tra ansia sociale e solitudine.

Un meccanismo condiviso tra queste variabili è la regolazione delle emozioni. La regolazione delle emozioni è definita come la capacità di gestire, modificare e valutare le proprie espressioni e risposte emotive e caratterizza una serie di processi complessi quali: identificazione delle emozioni, selezione e capacità di attuazione (Gross, 2015).

Ansia sociale, solitudine e regolazione delle emozioni

Diversi studi hanno osservato che la presenza di relazioni sociali facilita la regolazione delle emozioni. Non sorprende quindi che chi sperimenta solitudine tenda a utilizzare maggiormente strategie di regolazione delle emozioni che non gli sono utili (ad esempio, la soppressione espressiva o l’evitamento) e un minor numero di strategie di regolazione delle emozioni solitamente utili (ad esempio, la rivalutazione cognitiva; Kearns e Creaven, 2017). Così come le persone che sperimentano solitudine, anche le persone con ansia sociale utilizzano più strategie non utili rispetto a individui sani (Werner et al., 2011).

Alla luce dei risultati appena citati, uno studio di Eres e colleghi (2012) ha avuto come obiettivo principale quello di analizzare come i deficit di regolazione delle emozioni siano associati alla solitudine. Il campione era composto da persone con Ansia Sociale, dato che gli individui con DAS sono più inclini a sperimentare livelli problematici di solitudine (Cacioppo et al., 2015). Inoltre, è stato reclutato un campione senza ansia sociale (indicato come NODAS), come gruppo di confronto per determinare se esistono differenze tra la capacità di regolazione delle emozioni in campioni clinici e non clinici.

I risultati hanno mostrato che, in media, i partecipanti con DAS hanno riportato livelli più problematici di solitudine e sintomi psicopatologici più gravi rispetto alle persone nel gruppo NODAS. In particolare, i partecipanti con DAS hanno riportato livelli più problematici di solitudine e una sintomatologia depressiva e ansiosa più grave. Ricerche precedenti hanno mostrato che la solitudine funziona come parte di un ciclo in cui l’aumento dell’isolamento sociale percepito porta a risposte ipervigilanti a potenziali minacce sociali (Cacioppo e Hawkley, 2009), per cui i punteggi di ansia sociale e depressione più gravi nei partecipanti con DAS non sorprendono.

Le strategie di regolazione emotiva nell’ansia sociale

A sostegno delle ipotesi fatte dagli autori, i partecipanti con DAS hanno riferito di utilizzare più spesso strategie di regolazione delle emozioni non utili, meno spesso strategie di regolazione delle emozioni utili e, in generale, di avere più difficoltà a regolare le proprie emozioni rispetto ai partecipanti senza DAS. Ciò suggerisce che i partecipanti con DAS fanno eccessivo affidamento sulle strategie di regolazione delle emozioni meno utili.

Questi individui mostrano un’alterazione nella selezione delle strategie di regolazione emotiva (Jazaieri et al., 2015), che si manifesta come un’aumentata sensibilità al rilevamento delle minacce sociali e un ulteriore evitamento delle situazioni di paura o di prestazione. Questo può anche contribuire a una maggiore difficoltà nell’implementazione di strategie efficaci di regolazione delle emozioni (ad esempio, accettazione, rivalutazione cognitiva; Goldin et al., 2014). Pertanto, le persone con DAS potrebbero avere maggiori difficoltà a regolare le emozioni perché si sottraggono all’impegno in situazioni percepite come minacciose.

Gli autori hanno anche rilevato che maggiori difficoltà nella consapevolezza emotiva e nella conoscenza delle proprie emozioni sono fattori importanti per la comprensione della solitudine nei soggetti con DAS. I deficit di consapevolezza e chiarezza emotiva sono stati precedentemente collegati all’ansia sociale (Kranzler et al., 2016) e possono essere indicativi di una peggiore salute e benessere mentale (Vine e Aldao, 2014). Le difficoltà osservate nella consapevolezza e nella chiarezza emotiva dei partecipanti con DAS sono congruenti con il ciclo di regolazione emotiva proposto da Jazaieri e colleghi (2015). Cioè, le persone con ansia sociale mostrano disturbi nella loro capacità di regolazione emotiva, come dimostra l’aumento delle difficoltà nel prestare attenzione alle proprie emozioni (cioè la consapevolezza) e nel comprendere le cognizioni che circondano le emozioni (cioè la chiarezza).

Inoltre, la mancanza di consapevolezza e comprensione dello stato emotivo è comune anche nelle persone che sperimentano livelli problematici di solitudine (Zysberg, 2012). Pertanto, le stesse difficoltà nella regolazione delle emozioni che sono alla base del DAS sono anche alla base della solitudine clinicamente rilevante.

Conclusioni

In conclusione, lo studio presentato ha apportato un contributo teorico significativo mostrando, per la prima volta, che la solitudine, la regolazione delle emozioni e l’ansia sociale non solo risultano correlate, ma anche che i deficit di regolazione delle emozioni sono associati alla solitudine in modo diverso nei gruppi clinici e di controllo.

Essendo la solitudine un problema complesso che richiede una moltitudine di metodi di intervento, ciò che funziona per una persona, potrebbe non necessariamente funzionare per un’altra. Dunque, sapere quale componente della capacità di regolazione delle emozioni è associata alla solitudine, consente di impiegare interventi alternativi per contrastare la solitudine. Nella pratica clinica la regolazione delle emozioni può essere quindi un aspetto utile su cui intervenire per ridurre la solitudine nelle persone con livelli clinici di DAS.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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