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Figli di Internet (2022) di M. Lancini e L. Cirillo – Recensione

'Figli di Internet' parte dai compiti di sviluppo dell’adolescente per provare a comprendere gli aspetti psicologici e affettivi nella relazione con i media

Di Loredana Paradiso

Pubblicato il 30 Mag. 2022

Gli autori di Figli di Internet analizzano la relazione con internet da parte degli adolescenti in funzione della particolare fase evolutiva che stanno attraversando, tenendo presente gli ostacoli e i conflitti che affrontano in questo momento di crescita.  

 

 Il libro Figli di Internet di Matteo Lancini e Loredana Cirillo (Erikson, pag. 144) si propone come uno strumento di informazione e sostegno a genitori e personale educativo sul tema della relazione e utilizzo dei dispositivi elettronici da parte di preadolescenti e adolescenti. Non delle semplici istruzioni per l’uso, ma il tentativo di guidare verso una riflessione critica su un tema così complesso.

Gli autori propongono un atteggiamento esplorativo della relazione dei giovani con il mondo virutale che passa attraverso l’“attitudine a porsi delle domande che tengano conto della complessità in cui viviamo e in cui vivono i nostri figli e studenti”.

Sul fronte delle domande lasciano aperta la strada su come “leggere, interpretare, approcciare e gestire gli aspetti psicologici e affettivi implicati nel rapporto con i videogiochi” affrontando poi il tema del sexting, dei selfie, dei social network e del cyberbullismo.

Gli autori cercano di analizzare le questioni della relazione con internet da parte degli adolescenti in funzione della particolare fase evolutiva che stanno attraversando, tenendo presente gli ostacoli e i conflitti che  affrontano in questo momento di crescita.

Un approccio volto a capire come si pongono nei confronti di un particolare modo di entrare in relazione con il mondo mediatico, per comprendere i simboli e i significati che sottendono questi comportamenti.

La relazione con i dispositivi e il mondo virtuale è intersecata, infatti, non semplicemente con la sfera educativa e quindi “con il rispetto delle regole e con la buona o cattiva educazione impartita dai genitori e dal contesto”, ma con il loro percorso di crescita, la loro storia e gli eventi affettivi e relazionali nel contesto sociale dei pari, della famiglia, della scuola. Pertanto è fondamentale collocare questo tema nell’ambito del contesto sociale di riferimento e dei modelli educativi e relazionali che influenzano e condizionano i comportamenti dei preadolescenti e adolescenti nelle modalità di gestione di  Internet.

Gli autori iniziano il loro excursus dall’analisi dei compiti di sviluppo dell’adolescente per cercare di comprendere e interpretare, sino a gestire gli aspetti psicologici e affettivi nella relazione con i media.

Pertanto esortano gli adulti ad un atteggiamento di coerenza basato sulla comprensione, piuttosto che sul divieto.

L’adolescenza è un periodo della vita che si confronta con aspetti molto complessi dell’identità che portano il ragazzo e la famiglia ad affrontare conflitti inerenti al percorso di crescita personale. Oggi in questo percorso un aspetto determinante è la relazione nella rete ben espressa dagli autori come onlife: vita reale e virtuale oggi sono così intrecciate e connesse che è difficile delimitare dove inizia una e finisce l’altra. In particolare sono cambiati i modelli di riferimento, i soggetti di identificazione a volte sconosciuti agli stessi genitori perché su mondi virtuali lontani dai loro.

Il compito dei genitori diventa quindi un percorso di fruizione consapevole dove si costruisce insieme un equilibrio che coinvolge prima di tutto i genitori.

 Il primo lavoro coinvolge gli adulti come modello di un modo di entrare in relazione con il mondo virtuale: l’attenzione è verso il condizionamento che i ragazzi vivono osservando gli adulti vivere internet. Sottolineano che non è possibile sollecitare un uso regolato di internet se loro stessi sono totalmente assorbiti da questo mondo: i figli osservano una modalità di vivere uno strumento che è parte della vita e la vivono. Per questo è meglio considerarla una parte della vita e renderla un tema di cui parlarne in famiglia a partire dall’esperienza di ciascuno.

Non è pensabile, pertanto che l’uso di internet possa essere oggetto di divieti, bensì di mediazioni basate sulla comprensione delle sue funzioni, significati e finalità. L’obiettivo è quello stabilire un dialogo che coinvolga quella esperienza, tenendo presente che oggi è uno strumento e un contesto presente nella vita famigliare.

L’ultimo capitolo è completamente dedicato al tema del ritiro sociale, delle sue diverse forme, della vergogna, dei ragazzi definiti hikikomori, delle funzioni delle rete in queste situazioni. Parallelamente gli autori offrono degli strumenti per gestire queste situazioni e per prevenire queste forme di disagio psicologico.

Figli di internet è un libro accessibile e discorsivo, che permette ai genitori di comprendere gli aspetti psicologici e sociali che si intersecano attorno all’uso dei dispositivi e della vita on line e di toccare con mano il significato che ha essere nati e cresciuti “onlife”.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Lancini, M. & Cirillo, L. (2022). Figli di Internet. Erickson.
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