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Il fenomeno del partner-phubbing: come i telefoni influenzano le relazioni sentimentali

Il phubbing correla negativamente con la soddisfazione nelle relazioni, perché crea una situazione in cui si è presenti fisicamente ma non mentalmente

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 12 Apr. 2022

Aggiornato il 14 Apr. 2022 13:35

Uno studio di Beukeboom & Pollmann (2021) ha tentato di analizzare gli effetti negativi del phubbing nelle relazioni sentimentali, nello specifico in relazione all’insoddisfazione relazionale.

 

I telefoni cellulari sono ormai diventati onnipresenti nella nostra vita quotidiana, e di conseguenza influenzano anche le dinamiche delle relazioni intime. Da un lato l’utilizzo del telefono può avere effetti positivi nelle relazioni, in quanto permette ai partner di rimanere in contatto e mostrare interesse quando l’altro non è presente (Pollmann et al., 2021). D’altra parte, quando un cellulare viene utilizzato in presenza del proprio partner, può distrarre dalla conversazione presente ed essere fonte di fastidio e conflitto (Dwyer et al., 2018).

Cos’è il phubbing?

L’uso di un telefono cellulare durante una conversazione è chiamato phubbing (Ugur & Koc, 2015). Il termine phubbing (un incrocio tra ‘phone’ e ‘snubbing’) si riferisce all’atto di concentrarsi sul proprio cellulare durante una conversazione invece di prestare attenzione all’interlocutore (Ugur & Koc, 2015). Se questo atto si verifica all’interno delle relazioni, è chiamato partner-phubbing (pphubbing; Roberts & David, 2016). Nel partner-phubbing si può distinguere un phubber e un phubbee. Il phubber è la persona che, durante un’interazione sociale co-presente, concentra tutta o parte della sua attenzione sul suo cellulare. Il phubbee è la persona che non viene considerata (o “snobbata”) dal partner che usa il cellulare (Chotpitayasunondh & Douglas, 2016).

La letteratura ci dimostra che il partner-phubbing è negativamente correlato alla soddisfazione delle relazioni (ad es, David & Roberts, 2021), proprio perché l’uso di un telefono durante le interazioni co-presenti crea una situazione in cui si è fisicamente presenti, ma non lo si è mentalmente. Questo fenomeno infatti provoca delle sensazioni di “assenza-presenza” (Gergen, 2002) o di stare “soli insieme” (cfr. Turkle, 2011). La soddisfazione relazionale è meglio descritta come il grado in cui il partner soddisfa i desideri e i bisogni dell’altro. Per la soddisfazione relazionale, la qualità della comunicazione tra i partner è molto importante e sembra essere più importante del tempo che i partner trascorrono insieme (Guldner & Swensen, 1995).

È importante saperne di più su questi fattori, perché potrebbero fornire un potenziale rimedio contro gli effetti dannosi dell’uso (quasi inevitabile) del telefono nelle relazioni. Anche se sono state condotte diverse ricerche sul phubbing (Vanden Abeele, 2020), il numero di studi che si sono concentrati sul phubbing nelle relazioni intime, analizzando i meccanismi sottostanti al legame tra utilizzo del telefono e scarsa soddisfazione, è limitato.

Phubbing e insoddisfazione all’interno della coppia

Uno studio di Beukeboom & Pollmann (2021) ha tentato di analizzare gli effetti negativi del phubbing nelle relazioni sentimentali, nello specifico in relazione all’insoddisfazione relazionale.

I risultati dello studio sottolineano che la misura in cui un partner usa il proprio telefono durante le interazioni co-presenti è correlata negativamente alla soddisfazione della relazione, confermando i risultati precedenti (ad es, McDaniel et al., 2020). Avendo ottenuto dati di natura correlazionale, non si possono trarre conclusioni sulla causalità di questo effetto; il partner-phubbing potrebbe causare una riduzione della soddisfazione relazionale, ma è altrettanto possibile l’effetto opposto. Gli autori propongono una relazione reciproca tra queste variabili, dove il partner-phubbing provoca una ridotta soddisfazione nella relazione, che a sua volta potrebbe indurre più phubbing durante le interazioni. Come tale, il phubbing potrebbe giocare un ruolo avverso in una spirale discendente della qualità della comunicazione e della soddisfazione della relazione.

Un secondo obiettivo dello studio è stato quello di testare potenziali variabili che mediano questa relazione tra uso del telefono e insoddisfazione relazionale, che potessero quindi spiegare il meccanismo sottostante. I risultati mostrano che il legame tra il partner-phubbing e la soddisfazione relazionale è del tutto mediato da sentimenti di esclusione tra i partner, dalla percezione di avere meno reattività da parte del partner e dalla percezione di sperimentare meno intimità con il/la partner.

Nonostante il phubbing abbia mostrato delle correlazioni positive anche con la gelosia e con il conflitto sull’uso del telefono (variabili che correlano negativamente con la soddisfazione nella relazione), l’effetto di queste due variabili svaniva nel momento in cui venivano presi in considerazione i sentimenti di esclusione, la reattività percepita del partner e l’intimità percepita. Questo suggerisce che il conflitto e la gelosia di per sé non sono il meccanismo primario attraverso il quale il phubbing si traduce in una ridotta soddisfazione di relazione. Gli effetti dannosi del partner-phubbing sulla relazione sembrano essere principalmente spiegati dalla misura in cui ci si sente esclusi o ignorati dal proprio partner durante le interazioni sociali, e dalla misura in cui il phubbing provoca una ridotta reattività del partner e sentimenti di intimità durante le interazioni. Questi risultati sono in linea con le ricerche che mostrano effetti negativi dell’uso del telefono durante le interazioni sulla qualità della conversazione e sull’empatia percepita del partner (Gonzales & Wu, 2016; Misra et al., 2016).

Contrastare gli effetti del phubbing attraverso la condivisione

Un risultato molto interessante risiede nel fatto che l’uso condiviso del telefono potrebbe essere un potenziale rimedio contro gli effetti dannosi dell’uso del telefono nelle relazioni. Questo dimostra che più si è informati e coinvolti dal proprio partner nell’uso del telefono (cioè, mostrando e spiegando le proprie attività telefoniche), meno ci si sente esclusi, e meno si sperimenta una ridotta reattività e intimità del partner. Questo a sua volta attenua gli effetti negativi sulla soddisfazione della relazione.

Per concludere, per molte persone oggi è difficile resistere alla tentazione dei social media e di altre app in cerca di attenzione sul proprio smartphone (Du et al., 2019). La paura che i rapporti si allentino (Rozgonjuk et al.,  2020), l’aspettativa di una disponibilità costante da parte degli amici (Miller-Ott & Kelly, 2017), o anche la semplice presenza di un telefono (Misra et al., 2016) possono distogliere l’attenzione da un’interazione che sta avendo luogo con il proprio partner. L’uso del proprio telefono in presenza di un partner, però, ha un effetto dannoso per la relazione, in quanto il partner si sente escluso e danneggia la reattività e l’intimità sperimentata nelle interazioni in cui si è coinvolti. Gli effetti dannosi possono essere ridotti mantenendo il partner coinvolto e informato su ciò che si sta facendo con esso, poiché coinvolgendo e informando il partner sulle proprie attività telefoniche, e rendendo il proprio uso del telefono rilevante e funzionale nell’interazione, è possibile ridurre i sentimenti di esclusione e mantenere più reattività e intimità nella conversazione.

 

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