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Guerra: come spiegare ai bambini e ai ragazzi le notizie che temiamo non possano comprendere

Alcuni consigli pratici che genitori e caregiver possono consultare per affrontare con bambini e ragazzi argomenti delicati, come la guerra in Ucraina

Di Miriam Gatto

Pubblicato il 29 Mar. 2022

Spiegare la guerra a bambini e ragazzi non è sempre un compito facile per noi adulti. Eppure quando i bambini fanno domande, significa che hanno bisogno di risposte.

 

Quando i bambini fanno domande, significa che hanno bisogno di risposte. Talvolta, invece, gli adulti, temendo di gestire inadeguatamente la conversazione, o di alimentare la preoccupazione, evitano argomenti delicati importanti. Eppure, l’unico modo per preservare lo sviluppo dei bambini è proprio quello di raccontargli sempre la verità, tenendo conto della fase di sviluppo in cui si trovano.

L’impatto psicosociale del COVID

L’età evolutiva, intesa come infanzia e adolescenza, è il momento più influente per lo sviluppo della mente umana. In questi ultimi anni, però, il benessere psicosociale dei bambini e degli adolescenti risulta essere il più compromesso (Ghosh et al., 2020). La pandemia e la quarantena hanno comportato un distacco improvviso dalla routine e un aumento di sintomi ansiosi, preoccupazioni e malessere mai sperimentati precedentemente. Dalla letteratura scientifica, infatti, emerge che i bambini e gli adolescenti abbiano risentito molto di questa situazione e delle preoccupazioni dei propri genitori. Alcuni bambini mostrano un aumento di irritabilità e difficoltà, soprattutto prima di addormentarsi, che segnalano il bisogno di essere rassicurati. In alcuni casi, inoltre, si osservano comportamenti regressivi, come enuresi, encopresi, richieste di aiuto per fare qualcosa che avevano già imparato a fare da soli. Infine, fra gli effetti psicosociali della pandemia, a breve e a lungo termine, in età evolutiva emergono: sbalzi del tono dell’umore, irritabilità e iperattività, dovute alla chiusura delle attività scolastiche e sportive, disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, risvegli notturni o precoci) e difficoltà di concentrazione (passare da un’attività all’altra o lasciare un’attività incompleta) (Puliatti, 2020).

L’impatto della notizia della guerra in Ucraina

Le informazioni che ci arrivano negli ultimi giorni relative alla guerra in Ucraina, quindi, rischiano di insinuarsi su un benessere psicologico precario, fortemente minato dalla situazione pandemica precedente. L’essere esposti costantemente a notizie, filmati o immagini trasmesse dai vari media, contribuisce a suscitare emozioni quali paura, tristezza, rabbia che i bambini e i ragazzi non sono in grado di gestire da soli. Inoltre, alcune ricerche mostrano che anche la sola esposizione a notizie violente trasmesse dai media possa portarli ad esperire una paura simile a quella che proverebbero se fossero esposti ad un pericolo di vita reale (Buijzen et al., 2007).

In queste condizioni, i bambini potrebbero rivolgere domande sulle tematiche che spesso spaventano gli adulti: la guerra e la morte. Ragion per cui, è bene rispondere alle domande che pongono, in quanto, sono pronti e bisognosi di ascoltare le risposte. Sebbene per l’adulto possa essere più facile evitare l’argomento, questo ignorare potrebbe portare i bambini a fantasticare sulle risposte, immaginandosi degli scenari ancora più catastrofici di quello che in realtà già sono e, nell’immaginare questo, si sentiranno ancora più soli, impauriti e impotenti. Avere una conversazione accogliente, aperta e onesta, invece, li aiuterà a gestire questi vissuti e a comprendere cosa sta accadendo.

Come spiegare la guerra?

Ecco alcuni consigli pratici che i caregiver possono consultare per affrontare con bambini e ragazzi argomenti delicati, come la guerra e non solo:

  • Accogli le domande e le emozioni: accogli le domande che il bambino ti pone, ascolta quello che sa sulla situazione e focalizza l’attenzione sulle emozioni che questa gli suscita. Dove ha preso quelle informazioni? Cosa ha visto e sentito? Come si sente?
  • Valida le emozioni e le preoccupazioni: mostrati attento e comprensivo rispetto alle sue emozioni e alle sue preoccupazioni. Dai valore a quello che ti sta dicendo e non sminuirlo. Ha bisogno di sentirsi confortato per quello che sta provando e non giudicato. Ad esempio, non dire “Non c’è niente da preoccuparsi”, ma piuttosto “Sei spaventato? Hai ragione”
  • Visiona insieme le notizie ed evita la sovraesposizione: potresti scegliere un momento al giorno da dedicare insieme all’informazione, in modo da spiegare quanto emerge e rassicurarlo. Attenzione però a non esporlo ad immagini non adatte alla sua età e a non sovraesporlo continuamente alle cattive notizie, in quanto queste fanno rimanere perennemente attivo il sistema di allerta, alimentando l’ansia. Ad esempio, se desideri che il bambino dorma serenamente, evita notiziari prima che si addormenti.
  • Rassicuralo sul fatto che si sta lavorando per risolvere la situazione: sottolinea che non è un suo compito risolvere questo problema, gli adulti se ne stanno occupando. Non deve sentirsi in colpa di continuare a giocare, vedere gli amici e fare le cose che lo rendono felice, anzi è molto importante che lo faccia.
  • Gestisci le emozioni: cerca in primis di gestire le tue emozioni. Il bambino ti imita e risente del modo in cui reagisci allo stress. È normale che tu ti senta preoccupato, puoi condividerlo, ma attento a non caricarlo troppo delle tue preoccupazioni. Per sentirsi sicuro, ha bisogno di un caregiver che sappia trasmettergli affetto e sicurezza.
  • Adatta la conversazione all’età: è fondamentale selezionare le informazioni e modellare la conversazione in base alla fase di sviluppo in cui il bambino o il ragazzo si trova. Il discorso con un bambino in età prescolare sarà sicuramente molto diverso rispetto a quello con un ragazzo in età adolescenziale. Ad esempio, con un bimbo in età prescolare o della scuola primaria la spiegazione dovrebbe essere semplice e chiara. In questa fascia d’età gli strumenti per rendere la spiegazione più concreta sono quelli del gioco, del disegno e delle storie. Invece, in età preadolescenziale e adolescenziale i ragazzi, avendo molto più facilmente accesso alle informazioni, potrebbero già avere un’opinione in merito. In questo caso, il caregiver potrebbe mostrarsi interessato a cosa il ragazzo pensa, a come si sente e a dove ottiene le informazioni. Vista la fase evolutiva in cui si trova, il ragazzo potrebbe avere opinioni sulla guerra molto diverse dalle tue, cerca di rispettare la sua opinione. Hai un ruolo importante nell’aiutarlo a riflettere criticamente sulle fonti che consulta e sulle informazioni che seleziona (Maslovaric, 2020; Save the Children, 2022).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Buijzen, M., Walma van der Molen, J. H., Sondij, P. (2007). Parental Mediation of Children’s Emotional Responses to a Violent News Event. Communication Research, 34(2), 212-230.
  • Ghosh, R., Dubey, M.J., Chatterjee, S., Dubey, S. (2020). Impact of COVID -19 on children: special focus on the psychosocial aspect. Minerva Pediatrica, 72(3), 226-235.
  • Maslovaric, G. (2020). Psicologia dell’emergenza ed EMDR ai tempi del Coronavirus. Disponibile qui.
  • Puliatti, M. (2020). COVID-19: Attività di gioco per gestire le reazioni da stress nei bambini. www.sisst.it.
  • Save the Children. (2022). La guerra spiegata ai bambini.
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