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Depressione perinatale: l’influenza sulla relazione madre-figlio

Nonostante spesso si pensi alla depressione perinatale come riguardante solo la madre, essa ha un’influenza importante anche sulla relazione madre-bambino

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 02 Mar. 2022

Aggiornato il 04 Mar. 2022 12:07

Per depressione perinatale (DP) si intende un episodio depressivo che può insorgere nelle donne durante la gravidanza o successivamente in un periodo compreso tra le 4 settimane e i 3 mesi dopo il parto (Reck et al., 2004), che mostra una prevalenza del 10-20% nei paesi occidentali (Lee & Chung, 2007).

 

I fattori di rischio per lo sviluppo della depressione perinatale sono: depressione e/o ansia durante la gravidanza o precedenti storie di depressione, stress, mancanza di supporto sociale e una vita di coppia problematica (Ryan et al., 2005). Ai fattori di rischio elencati si aggiunge plausibilmente anche l’attaccamento, dato che questo, durante l’infanzia, influenza la modalità di relazionarsi con gli altri e i legami affettivi che si stabiliscono successivamente in età adulta (Brennan et al., 1998).

Effetti della depressione perinatale sul bambino

Nonostante spesso si pensi alla depressione perinatale come una patologia che interessa solo il versante materno, essa ha dimostrato di avere un’influenza anche sulla relazione madre-bambino.

Le madri depresse, infatti, presentano spesso un comportamento ritirato e inibito, uno scarso contatto fisico e visivo e difficoltà nell’interpretare i bisogni del bambino (Campbell et al., 1995).

Numerosi studi hanno dimostrato che i figli di madri con depressione post-partum hanno un rischio maggiore, rispetto ai controlli, di sviluppare disturbi e un minore riconoscimento delle emozioni, possibili deficit neuropsicologici o cognitivi, disturbi comportamentali internalizzanti ed esternalizzanti e disturbi del sonno (Martucci et al., 2021). Diversi risultati hanno suggerito che la depressione materna è legata al temperamento nei bambini piccoli; così, le difficoltà precoci nella relazione madre-bambino possono essere collegate ad un temperamento negativo nella fase infantile, con conseguenze a lungo termine sulla salute mentale del bambino e dell’adolescente (Prenoveau et al., 2017).

In letteratura sono presenti pochi studi che valutano i bambini nel periodo compreso tra i 3 e i 12 mesi dopo il parto. Era fondamentale colmare questa lacuna, proprio perché il primo anno dopo il parto è molto importante se si considera che un’adeguata interazione madre-figlio influenza lo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino in un periodo caratterizzato dalla mielinizzazione del sistema limbico e dalla maturazione dell’emisfero destro, con impatto anche sulle aree corticali (Martucci et al., 2021).

Uno studio di Martucci e colleghi (2021) ha cercato quindi di colmare queste mancanze in letteratura, studiando le differenze nelle traiettorie di sviluppo dei figli di madri depresse, rispetto ai figli di madri non depresse, in un periodo compreso tra i 3 e i 12 mesi dopo il parto. Inoltre, sono state descritte le differenze nello stile di attaccamento romantico, del legame madre-figlio e dello stress genitoriale delle madri depresse, confrontate con un campione di controllo di madri non depresse.

Coerentemente con quanto riporta la letteratura, che indica fattori di rischio quali una storia pregressa di depressione, ansia o disturbi bipolari, conflitti con il partner, scarso sostegno sociale ed eventi di vita stressanti (O’Hara & Wisner, 2014), nel campione analizzato nello studio di Martucci e colleghi (2021) è stata riscontrata la presenza di disagio psicologico nell’anamnesi personale delle madri e di problemi psichiatrici nella storia clinica delle loro famiglie. In particolare, fattori che hanno assunto una grande importanza sono i problemi socio-economici e l’assenza di supporto sociale. Non casualmente, la maggior parte delle madri depresse ha descritto il periodo perinatale come un’esperienza traumatica caratterizzata da fatica e solitudine.

Depressione perinatale e stile di attaccamento

In aggiunta, dai risultati si evince una prevalenza di attaccamento di tipo insicuro nel gruppo delle madri con depressione perinatale. Il 63% di loro dimostrava pattern relazionali caratterizzati da alta ansia e/o evitamento. Nel campione di controllo, formato dalle madri non depresse, l’85% ha mostrato un attaccamento sicuro. Queste percentuali, messe a confronto, sembrano indicare una certa valenza dell’attaccamento in questo fenomeno, confermando gli studi precedenti (Meutti et al., 2015).

Inoltre, un aumento dei sintomi depressivi era associato ad uno stile di attaccamento insicuro e l’ansia, a sua volta, era associata a punteggi più bassi nelle dimensioni cognitive, linguistiche e motorie. Questi risultati sembrano suggerire una interazione madre-figlio disfunzionale con conseguenze sullo sviluppo dei bambini. Ciò evidenzia la vulnerabilità delle madri depresse e della relazione madre-bambino in un periodo di maggiore richiesta di sintonizzazione con i bisogni del bambino. Di conseguenza, in questi casi, per la madre che soffre di depressione perinatale, la cura del bambino sembra essere molto stressante. Questo è stato dimostrato dai risultati del Parental Stress Index, che, per il primo anno dopo la nascita del bambino, mostra punteggi di stress genitoriale molto più alti nelle donne con depressione perinatale rispetto alle madri del campione di controllo.

Depressione perinatale e sviluppo del bambino

Coerentemente con altri studi in letteratura (Urizar & Muñoz, 2021), quindi, i risultati dimostrano che i bambini di madri depresse presentano maggiori rischi per le aree di sviluppo motorio e cognitivo e, secondariamente, del linguaggio. In particolare, la maggior parte dei bambini del campione clinico aveva punteggi più bassi nella scala motoria (74%) rispetto al gruppo di controllo (14,3%).

Questo può essere plausibile se consideriamo che, in questa prima fase della vita, l’inter-soggettività guida l’area di sviluppo motorio. Questo, a sua volta, porta allo sviluppo del sé e della mente del bambino, soprattutto nei primi sette mesi, proprio perché è attraverso il movimento che, nel primo anno, il bambino sperimenta la sua dimensione cognitiva e relazionale.

Conclusioni

In conclusione, questi risultati si mostrano coerenti con la letteratura ma, allo stesso tempo, forniscono nuovi suggerimenti riguardo alle dinamiche della depressione perinatale e all’influenza che potrebbe avere sullo sviluppo dei bambini nel primo anno di vita. Riconoscere precocemente stili genitoriali disfunzionali e, di conseguenza, il rischio di un ritardo nello sviluppo socio-emotivo e psicomotorio del bambino, rende possibile pianificare un intervento immediato. La depressione perinatale, tenendo a mente le conseguenze che può comportare, dovrebbe essere considerata una patologia che colpisce le madri, ma allo stesso tempo e in egual modo influenza la relazione madre-figlio.

 

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