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Il concetto di bisogno nella ricerca in psicologia. Terza parte: verso una teoria integrata dei bisogni fondamentali

I bisogni postulati dalle diverse teorie possono trovare integrazione ai diversi livelli di analisi considerati: biologico, individuale, sociale

Di Giammaria Trimarco

Pubblicato il 28 Mar. 2022

In questo ultimo contributo si cercherà di fornire un quadro sinottico delle teorie considerate fino adesso e si daranno alcune suggestioni conclusive sulla questione dell’integrazione delle diverse teorie dei bisogni in psicologia.

Ndr – Il presente articolo è il terzo di una serie di tre contributi sull’argomento. Il primo e il secondo contributo sono stati pubblicati nelle scorse settimane

 

Le teorie dei bisogni

In base a quanto detto fino ad ora, le teorie dei bisogni che la ricerca in psicologia ha generato nel corso del tempo possono essere ordinate sulla base del livello di analisi (biologico, individuale, sociale/di gruppo) e della tipologia di struttura (gerarchica, a un bisogno fondamentale, liste di sistemi indipendenti, sistemi di controlli e bilanci), espresse dai bisogni considerati da ciascuna di esse (cfr. Pittman & Zeigler, 2007).

Come lo stimolo della sete, quando urgente, presenta una topografia di effetti sulla persona a livello biologico (a livello extracellulare e sistemico), individuale (percezioni, pensieri, comportamenti) e sociale (interagire con gli altri con l’obiettivo di bere), così una teoria dei bisogni fondamentali veramente comprensiva dovrebbe rispecchiare la possibilità di espandere o restringere il livello di analisi quando necessario.

Ad esempio considerando la Self-determination Theory (Deci & Ryan, 1980), i bisogni di autonomia e competenza si situano probabilmente a un livello individuale di analisi, mentre il bisogno di stare in relazione, chiaramente, su quello sociale. La teoria dell’attaccamento (Bowlby, 1969), ancora, considera il livello sociale di analisi quando entrano in gioco i sistemi dell’attaccamento e dell’accudimento, per focalizzarsi invece sul livello biologico, in relazione al sistema della paura, o a livello individuale, in relazione al sistema dell’esplorazione. Incasellare i bisogni considerati nelle diverse categorie dei livelli di analisi rende comunque possibile prevedere tutti quei casi nei quali i livelli si sovrappongono come accade, ad esempio, in una situazione nella quale il mio bisogno di autonomia, di esplorazione o di gioco necessitano di essere espressi all’interno di una relazione per me significativa oppure attraverso la soddisfazione del bisogno di appartenenza ad un gruppo sociale, come sa molto bene lo psicologo quando studia i processi di sviluppo dell’identità personale in adolescenza (Kerpelman & Pittman, 2001).

L’integrazione tra le diverse teorie dei bisogni

Considerando poi le sovrapposizioni concettuali ed empiriche tra teorie, si potrebbero superare, con il supporto dei dati, distinzioni concettuali o, ancora, analizzare più a fondo un bisogno assunto da una teoria per mezzo dei bisogni assunti da un’altra, considerabili come costituenti. Un esempio potrebbe essere il bisogno di relazione come espresso dalla teoria dell’autodeterminazione e bisogni considerati dalla teoria delle motivazioni sociali di fondo: in che modo il bisogno di relazione si esprime e trova soddisfazione secondo le diverse modalità dell’appartenenza, comprensione del mondo, fiducia negli altri e controllo dell’ambiente?

Ciò potrebbe tentarsi anche per teorie con strutture di bisogni profondamente diverse. Prendiamo ad esempio la teoria dell’attaccamento (AT; teoria dei sistemi di controllo e struttura ad un bisogno fondamentale) e la teoria cognitivo-esperienziale del Sé (TCES; teoria dei sistemi di elaborazione delle informazioni e struttura a bilanci e controlli):

  • a livello sociale/ di gruppo sociale: entrambi i sistemi cognitivi (esperienziale e analitico; TCES) concorrono all’adattamento elaborando le informazioni in funzione del mantenimento delle relazioni con gli altri, quando questo scopo è saliente per la persona. Allo stesso modo, il sistema di attaccamento (AT) persegue la vicinanza, la protezione e la sicurezza fornite da una figura di riferimento, nel caso le circostanze lo richiedano;
  • a livello individuale: il gioco e l’esplorazione (AT) possono essere un mezzo con il quale l’individuo può promuovere, tramite l’esperienza e la conoscenza che acquista nella loro attuazione, l’accrescimento e il miglioramento del Sé (TCES);
  • a livello biologico: entrambi i sistemi di elaborazione (TCES) presentano come mandato di base l’evitamento del dolore e la ricerca del piacere, noti da tempo come propensioni motivazionali di fondo (cfr. Carver & White, 1994). Gli stessi scopi sono, almeno in parte, l’attivazione del sistema della paura e dell’evitamento del pericolo (AT).

Una tabella vale più di mille parole, e può mostrare in una visione d’insieme un quadro di partenza per integrare le teorie dei bisogni citate finora, assieme ad altre non ancora considerate (cfr. Pittman & Zeigler, 2007): 

Come si può notare a colpo d’occhio, i bisogni postulati dalle diverse teorie possono trovare integrazione ai diversi livelli di analisi considerati: biologico, individuale, sociale.

Alla distinzione tra i livelli di analisi definiti nella tabella potrebbe inoltre applicarsi una distinzione delle diverse teorie sulla base della modalità di innesco dell’urgenza di soddisfacimento dei bisogni da esse considerate, distinzione che Liotti ed Ardovini (2017) utilizzano nella teoria dei sistemi motivazionali interpersonali, distinguendo tra modalità di innesco: ciclica (ad esempio la fame in base all’ora dei pasti); fasica in relazione alle contingenze ambientali (ad esempio la ricerca di sicurezza e protezione in circostanze pericolose); oppure tonica (con livelli crescenti o decrescenti d’intensità, come ad esempio l’esplorazione durante il gioco).

Conclusioni

Quelle qui sopra sono solo suggestioni fornite sulla base della rassegna di Pittman e Zeigler (2007) e di riflessioni personali. Tuttavia le domande sulla natura umana sono domande alle quali bene o male ogni disciplina risponde, a modo suo. E la psicologia al momento, come altre discipline del resto, sembra non possa offrire una risposta definitiva e univoca.

Definire una volta per tutte, in un rimando continuo tra ricerca empirica e speculazione concettuale, il sistema definitivo dei bisogni umani fondamentali, potrebbe avere valore in molti ambiti:

  • Per lo status della psicologia in relazione ad altre scienze, fornendo ad essa una base empirica e concettuale paragonabile a ciò che la biologia, la chimica e la fisica sono per la medicina.
  • Per il clinico, come base sulla quale fondare il trattamento al di là delle specificità di ogni presa in carico terapeutica.
  • Per la gente comune, fornendo un quadro chiaro di obiettivi di fondo rispetto ai quali orientare la propria vita che, se raggiunti, comporterebbero un maggiore benessere soggettivo e un miglior funzionamento psicologico, come dimostrato dalla ricerca che valida empiricamente le teorie considerate.
  • Per chiunque cerchi punti di riferimento in base ai quali perseguire soddisfazione, benessere e crescita personale, giorno dopo giorno.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Abelson, R. P., Aronson, E., McGuire, W. J., Newcomb, T. M., Rosenberg, M. J., & Tannenbaum, P. H. (Eds.). (1968). Theories of cognitive consistency: a sourcebook. Rand-McNally: Chicago.
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