expand_lessAPRI WIDGET

Sostiene Pereira: lutti irrisolti e l’incontro di anime, proprie e altrui – Recensione del libro

'Sostiene Pereira' racconta di un uomo che affronta il lutto della moglie e insieme quello della democrazia del suo paese, il Portogallo

Di Luciana Paticchio

Pubblicato il 01 Feb. 2022

Antonio Tabucchi, scrittore italiano di adozione portoghese, ci ha lasciato un’opera profonda e toccante, Sostiene Pereira, che permette a ciascuno di noi di affrontare un viaggio interiore e risvegliare se stessi dal torpore, confrontandoci con il nostro Io egemone e la nostra identità.

 

Un uomo sovrappeso e cardiopatico d’età avanzata, con una sua routine ben cadenzata, sulle spalle il peso di una vedovanza mal accettata, all’interno di un contesto di dittatura salazarista nel Portogallo degli anni ’30: con queste premesse ci viene presentato il nostro, sin da subito caro, Pereira nel romanzo di Antonio Tabucchi del 1994.

Sostiene Pereira è la frase che ci accompagna per tutta la lettura del libro, quasi un intercalare, ma che potrebbe sin da subito raccontarci molto del protagonista. Nelle varie parti del libro questa affermazione sembra mutare e cambiare di significato.

Sostiene Pereira: si mantiene in vita, evita di cadere, tenta di sorreggersi nel suo presente privo della donna che ha amato.

Dai capitoli iniziali la tematica del lutto irrisolto è evidente: una moglie amata con la stessa intensità in vita e dopo la sua dipartita, tanto da distogliere l’attenzione del nostro protagonista da ciò che lo circonda, da ciò che gli è ancora intorno. Sin dalle prime pagine, infatti, il nostro Pereira appare come un uomo mesto, affaticato dalla monotona vita e anestetizzato da ciò che capita attorno a sé. Sfoga complessi e inspiegabili tormenti al suo parroco di riferimento, si irrita con il suo amico di sempre senza essere consapevole delle motivazioni, risulta un uomo che vive passivamente il suo presente. Potrebbe, altresì, rispecchiare il profilo dell’individuo malinconico di cui parla Freud nella sua opera del 1917 Lutto e Melanconia. L’autore afferma, infatti, che un lutto porta a una condizione di sofferenza causata dalla perdita dell’oggetto non di per sé patologica, che necessita una elaborazione da parte dell’Io. Alcuni individui, però, non riescono a elaborare il doloroso evento. Questo fa sì che, nel soggetto malinconico, la perdita dell’oggetto caro nel mondo, a livello inconscio, coincida con uno svuotamento dell’Io.

Il paziente è consapevole della perdita che ha provocato la sua melanconia nel senso che egli sa quando, ma non cosa è andato perduto in lui. (Freud,1917).

Pereira risulta un uomo smarrito e incompleto, scevro dalle emozioni che un tempo riempivano le sue giornate. Resta ancorato alla sua esistenza passata, quando la sua compagna di vita gli era ancora accanto.

Se risulta chiaro sin dall’inizio che Pereira non accetti la morte della propria amata, con cui continua a intrattenere vivide conversazioni attraverso una fotografia ben incorniciata, un altro lutto irrisolto è nascosto tra le righe del romanzo, questa volta in maniera molto meno consapevole: il lutto della democrazia nel proprio (ancora amato?) paese.

Sostiene Pereira: resiste, tollera, sopporta quel peso che porta su di sé, anche quando questo è immorale e ingiusto, come lo è la condizione violenta della dittatura.

In altre circostanze si può invece riscontrare che la perdita è di natura più ideale. Può darsi che l’oggetto non sia morto davvero, ma sia andato perduto come oggetto d’amore (Freud, 1917).

L’inizio della presa di consapevolezza di disamore per il proprio paese in tali condizioni avviene prima con l’incontro di una giovane coppia di innamorati, che cercano di ribellarsi al crudele sistema dittatoriale. Pereira inizia a non sentirsi più comodo nella sua ripetitiva quotidianità, qualcosa inizia a fremere in lui e, gradualmente, sarà di aiuto ai due giovani rivoluzionari. Questo primo incontro permetterà un confuso risveglio emotivo del nostro protagonista, che torna ad avere un turbato interesse e ruolo attivo nella sua vita, presumibilmente ferma fino a questo momento alla quarta fase del lutto, quella della depressione. Vi è, invece, l’inizio della fase dell’accettazione, condizione necessaria per la reazione (Kübler-Ross, 1969) del lutto della libertà del proprio paese.

L’evento che gli permetterà la piena presa di consapevolezza e gli concederà di avere risposte esaustive a domande esistenziali, che non riusciva a maneggiare né con se stesso, né con nessun altro, sarà la conoscenza del dottor Cardoso. Proprio in questa amicizia, che parrebbe più un predestinato incontro di anime affini, vien fuori l’Io più consapevole e lucido che Pereira pensava fosse oramai deceduto da tempo. Questo intenso personaggio condivide un’illuminante teoria con il nostro protagonista: la teoria della confederazione delle anime. Riprendendo gli studi dei medici-filosofi francesi (all’epoca patria e simbolo della libertà di espressione e di pensiero) Théodule Ribot e Pierre Janet, il dottor Cardoso espone al nostro protagonista tale teoria, che gli permette di comprendere come funziona il conscio e l’inconscio della mente umana. Esiste un Io egemone, guidato e alimentato dalla nostra memoria, che momentaneamente prevale su altri nostri stati di coscienza secondari, finché non viene anch’esso sostituito da un ulteriore nostro Io. Questa nostra coalizione di anime è fragile e influenzata dalle emozioni e dall’ambiente ed è tale delicato equilibrio a caratterizzare la nostra identità personale (Paris, 1881).

Sarà in seguito a questa teoria rivelatoria, affiancata dall’accettazione dei propri lutti, che il nostro Pereira permetterà di far prevalere il suo Io egemone, ormai da troppo tempo sopito, che lo aveva fino a quel momento fatto vivere in uno stato di torpore e di neutrale sopravvivenza. Questo risveglio gli permetterà di attuare la sua rivoluzione dell’anima e dello spirito, consentendogli di tornare a vivere agendo secondo il proprio sentire in modo consapevole e tornare ad avere, così, un posto nel mondo.

Sostiene Pereira: dà il proprio sostegno a ciò che ritiene giusto, si adopera attivamente per i propri ideali e per  la libertà del proprio paese.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • A. Tabucchi, Sostiene Pereira, 1ª ed., Milano, Feltrinelli, 1994.
  • S. Freud, Lutto e melanconia (in Metapsicologia), Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, Caducità, in Opere, 1915-1917, vol. VIII, Boringhieri, Torino 1976.
  • E. Kübler-Ross. La morte e il morire, Assisi, Cittadella, 1976 (edizione originale, 1969).
  • T. Ribot, Les maladies de la mémoire, Paris, Baillière, 1881 (tr. it. di L. Tucci, Palermo, Sandron, 1881)
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Nel Profondo Veneto l instabilità della societa della prestazione
“Nel Profondo Veneto” e l’instabilità della società della prestazione

Vasco Brondi nel suo brano 'Nel Profondo Veneto' racconta dello spaesamento dei ventenni e ormai trentenni di fronte all’instabilità del futuro

ARTICOLI CORRELATI
Þetta reddast: il vulcano, le lezioni islandesi e la psicoterapia cognitivo-comportamentale

Intervistato per Tienimi Bordone, l’autore Leonardo Piccione racconta di come la vita in Islanda ha cambiato il suo approccio alla vita e all’incertezza

L’accettazione del lutto

Le persone manifestano molteplici e complesse reazioni emotive, fisiche, cognitive e comportamentali in risposta al lutto

WordPress Ads
cancel