expand_lessAPRI WIDGET

Assistenza psicologica e salute mentale: un’analisi comparata delle strategie di intervento in Europa per l’emergenza pandemica

Un’analisi comparativa dei fondi destinati alla salute mentale e al sostegno psicologico dei cittadini sul territorio nazionale e internazionale

Di Matteo Placido

Pubblicato il 28 Feb. 2022

Aggiornato il 04 Mar. 2022 14:01

In questo periodo in cui si fa un gran parlare di Bonus Psicologo, pubblichiamo un articolo che analizza le misure in ambito sanitario e medico adottate non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa, al fine di garantire assistenza mentale e psicologica in seguito alla pandemia da Covid-19.

 

Abstract

Questo articolo si propone di analizzare le misure in ambito sanitario e medico adottate al fine di garantire assistenza mentale e psicologica in Italia e nel resto d’Europa in seguito alla pandemia da Covid-19. Nello specifico, esso conduce un’analisi comparativa dei fondi destinati al sostegno psicologico e all’assistenza mentale dei cittadini, sia in ambito nazionale che internazionale, apportando considerazioni sulle differenti modalità di trattamento nei paesi europei delle malattie e dei disagi mentali causati e aggravati dalle condizioni pandemiche.

Parole chiave: Covid-19, salute mentale, supporto psicologico, benessere emotivo, paesi europei.

This article aims to analyze the health and medical measures adopted to guarantee mental and psychological assistance in Italy and in the rest of Europe following the Covid-19 pandemic. Specifically, it conducts a comparative psychological analysis of the funds intended for the support and mental assistance of citizens, both nationally and internationally, making considerations on the differences in European nations in the methods of treating illnesses and mental discomforts, caused and aggravated from pandemic conditions.

Keywords: Covid-19, mental health, psychological support, emotional well-being, European countries.

Premessa

In un contesto globale in cui la produttività e l’efficienza incarnano le caratteristiche inequivocabili per l’individuo moderno e la performance diventa parte fondamentale di ogni azione quotidiana, il benessere psicologico e la salute mentale possono essere tematiche profondamente delicate e considerate ancora, in alcuni contesti, un tabù. Durante la pandemia globale come quella da Covid-19, la salute mentale assume una rilevanza particolare e continua ancora oggi a subire una forte ripercussione in termini di benessere. Gli effetti sono manifesti sia in coloro che hanno contratto il virus, sia tra chi ha vissuto totalmente le condizioni di chiusura e di lockdown dovuto alle restrizioni governative. Tra i primi, è riscontrato nel 36% dei casi a seguito di una visita specialistica, almeno uno dei seguenti disturbi: ansia, depressione, PTSD (disturbo da stress post traumatico) e insonnia (Studio condotto dall’IRCCS Ospedale San Raffaele su 226 pazienti presi in carico dall’ambulatorio di follow-up post COVID-19 istituito dallOspedale San Raffaele nel maggio 2020. Sulla base di interviste cliniche e questionari sono stati esaminati i sintomi psichiatrici di 226 pazienti, 149 uomini, età media di 58 anni, a distanza di 3 mesi di follow-up dal trattamento ospedaliero per le forme gravi di COVID-19).

In molti paesi europei la situazione si è rilevata complessa: Open Evidence, centro di ricerca e di consulenza aziendale che si occupa di scienze sociali e comportamentali, TIC e scienza dei dati, ha condotto uno studio sugli effetti del Covid-19 e del blocco in Spagna e nel Regno Unito mentre la Santé Publique France (l’agenzia per la salute pubblica nazionale francese) ha lanciato un’indagine per monitorare la salute mentale e il comportamento della popolazione. L’analisi di questi dati può condurre a delineare un quadro generale più chiaro sull’Europa.

Sulla base dei dati raccolti, emerge che il 46% in Spagna e il 41% nel Regno Unito della popolazione sono stati a rischio riguardo alla loro salute mentale (Codagnone et al, 2021). In Francia, invece, l’indagine è stata condotta dalla prima ondata di lockdown (23-25 ​​marzo) e fino al 20 maggio (l’inizio delle misure restrittive e la fine del lockdown).

I risultati ottenuti dagli intervistati, per quanto riguarda i livelli di preoccupazione, ansia, depressione e disturbi del sonno, riferiscono che:

I livelli di ansia sono notevolmente diminuiti tra la 2° e la 3° ondata (-9 punti). Si sono poi stabilizzati, con andamento al ribasso (non significativo). Inoltre, tra la 1° e la 2° ondata, il 17% degli intervistati ha segnalato un aumento di disturbi d’ansia (rispetto al 13,5% prima della pandemia).

I livelli di depressione, in aumento tra la 3° e la 4° ondata, cominciano a diminuire, con una riduzione significativa osservata dalla fine del lockdown (-6 punti).

I problemi legati al sonno (registrati negli 8 giorni precedenti l’indagine) sono notevolmente aumentati fino alla 4° ondata. Generalmente, tali difficoltà continuano ad essere più frequenti (63%) rispetto a prima della pandemia (49%) (Du Roscoät, 2020).

Si registrano numerosi casi di disturbi legati a diversi fattori emotivi e psicologici, e ogni paese risponde differentemente all’emergenza attraverso una differente ripartizione di risorse destinate alle iniziative per la tutela della salute mentale. Una eterogeneità nelle decisioni di trattamento che caratterizza anche il periodo post pandemia, specificatamente il 2021 e il 2022. Nel contesto italiano, si verifica recentemente un cambio netto nell’assegnazione di fondi destinati a questo settore, concretizzatosi con la bocciatura dell’emendamento alla legge di Bilancio sulla manovra economica del 2022 che istituiva un fondo da 50 milioni per ampliare l’accesso al sostegno psicologico. Il bonus altro non era che un sostegno finanziario a chi volesse recarsi dallo psicologo: con il ‘bonus avviamento’ si stanziava un contributo di 150 euro per i cittadini maggiorenni a cui non è stato diagnosticato un disturbo mentale e che non hanno avuto accesso ad altre agevolazioni in materia di salute mentale, ma senza limiti di reddito (Commento a cura di David Lazzari, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi).

Mentre l’ordinamento politico italiano sottovaluta la rilevanza della salute mentale, lo scenario socio-economico dei paesi europei è differenziato e variegato. Si delineano percorsi e valutazioni alternative attraverso un’analisi trasversale e comparativa della risposta politica e istituzionale in tema di sussidi e sostegni psicologici.

Soluzioni e investimenti mancanti. Il caso italiano

Ripercorrendo l’excursus del bonus psicologico, negli ultimi mesi del 2021 la proposta di un emendamento volto alla valorizzazione della salute psicologica in Italia, ha iniziato a farsi strada anche tra l’opinione pubblica, trovando un ampio consenso da parte di tutte le forze politiche. La formula, nel caso del ‘bonus avviamento’, avrebbe previsto il riconoscimento di 150 euro senza limiti di reddito, sotto forma di voucher utilizzabili per pagare le sedute con gli specialisti, a chi, maggiorenne, non è stato diagnosticato un disturbo mentale e non ha usufruito di altre agevolazioni in materia di salute mentale. Il secondo sostegno sarebbe stato invece vincolato all’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente): 1.600 euro con Isee fino a 15.000 euro, 800 euro con Isee compreso tra i 15.000 e i 50.000 euro, 400 euro per le persone con redditi compresi tra i 50.000 e i 90.000 euro (Carli, 2021). La cancellazione è avvenuta inaspettatamente durante l’approvazione della legge di bilancio, suscitando numerose reazioni da parte della cittadinanza. Per tale motivo, viene presentata una petizione su Change.org – al fine di ottenere la riattivazione del bonus – che aspira a raggiungere 300.000 firme e raccogliendone in una settimana quasi 250.000. L’opinione pubblica e le forti reazioni su questo argomento inoltre, spingono le regioni all’organizzazione autonoma nei limiti delle loro risorse. Il primo è il municipio 9 di Milano, che istituisce un bonus per i ragazzi tra 10 e 25 anni: una card per i primi incontri con gli psicoterapeuti di zona. Secondo quanto riportato dal quotidiano Milano Today (2021):

La giunta della municipalità che si estende da Isola-Garibaldi e Porta Nuova ai quartieri periferici di Niguarda, Bicocca, Comasina, Affori, Bruzzano e Bovisa-Dergano, […] ha stabilito di stanziare trentamila euro per consentire a circa ventiseimila giovani dai 10 ai 25 anni di usufruire di alcune sedute presso uno psicologo della zona (Melley, 2022).

L’iniziativa, attraverso la collaborazione con l’Albo degli psicologi, prevede un bando per l’attribuzione delle risorse per chi dispone dei requisiti indicati.

Inoltre, il consiglio regionale della Lombardia, ha approvato lo psicologo di base gratis, inaugurando la sperimentazione nelle Case di Comunità. Le Case di Comunità sono dei centri presenti in Lombardia in cui il cittadino può trovare risposta adeguata a un’ampia varietà di esigenze sanitarie o sociosanitarie. Nelle Case di Comunità operano team multidisciplinari composti da medici di medicina generale, pediatri, infermieri di comunità e di famiglia, specialisti, ma anche assistenti sociali. L’iniziativa è stata promossa dalla riforma e revisione della legge regionale 23 del 2015, sostenuta dall’assessore Letizia Moratti.

Secondo quanto riportato, si prevede l’introduzione sperimentale nei servizi offerti dagli erogatori pubblici e privati accreditati oltre che nelle equipe di medicina territoriale. Si vuole istituire un fondo regionale dedicato all’accesso alle cure per la salute mentale e si prevede l’impegno per la prevenzione del disagio psichico per giovani e fasce più fragili della popolazione e di favorire l’inserimento delle psicologhe e degli psicologi nei presidi territoriali – Case della Comunità (Redazione Il Fatto Quotidiano, 2022).

Un intervento simile arriva anche dal presidente della regione Lazio, Luca Zingaretti, comunicando che si istituirà per i giovani un fondo dedicato alla salute mentale e alla prevenzione dei disagi psichici:

destiniamo 2,5 milioni di euro per garantire l’accesso alle cure per la salute mentale, attraverso voucher da utilizzare presso le strutture pubbliche della regione. Una rete che coinvolgerà psicologi e psichiatri del territorio, a protezione dei giovani e delle fasce più deboli della popolazione (Redazione Open, 2022).

Infine, anche la regione Campania sta investendo su percorsi di sensibilizzazione tramite fondi da destinare al supporto emotivo e mentale. Alla luce di queste considerazioni, in Italia, la psicoterapia si può definire monopolio privato. David Lazzari, presidente dell’Ordine degli psicologi dell’Umbria e membro del direttivo del Consiglio nazionale dell’ordine, stima che l’80% dei trattamenti psicologici in Italia sia pagato dal cittadino di tasca propria.

Nonostante l’iniziale sgomento e il generale dissenso per la cancellazione del bonus, la diffusione della petizione lanciata da Francesco Maesano su Change.org e i molteplici appelli sostenuti dall’opinione pubblica hanno contribuito a rafforzare la necessità e la rilevanza dell’approvazione del bonus, avvenuta tra il 16 e il 17 febbraio 2022, da parte delle commissioni affari costituzionali e bilancio della Camera. L’emendamento, inserito nel Decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228 (cd. Milleproroghe), prevede alcune misure volte a fornire supporto ai servizi di psicoterapia e di sostegno psicologico in assenza di diagnosi di patologie mentali e ad aiutare i cittadini in condizioni di depressione, stress, ansia e in generale di disagio mentale. Il bonus psicologo prevede un voucher da 200 fino a 600 euro per pagare il servizio offerto da specialisti privati regolarmente iscritti all’albo degli psicoterapeuti (Redazione Affari Italiani, 2022). L’entità della somma erogata dipenderà dalle diverse fasce Isee, purché esso sia inferiore a 50.000 euro. Lo stanziamento totale dei fondi ammonta a 20 milioni di euro ed è così ripartito: 10 milioni sono destinati al potenziamento delle strutture sanitarie, mentre i restanti 10 milioni vengono stanziati per i contributi individuali alle persone. Il calcolo di tale cifra è stato elaborato considerando i dati medi del costo di una seduta da uno specialista, circa 50€, per cui il limite massimo di 600 euro potrebbe coprire i costi di dodici sedute. La stima è che possano essere coinvolti nell’iniziativa circa sedicimila persone, in seguito a prescrizione medica e diagnosi del disagio, senza limiti relativi all’età, privilegiando adolescenti e bambini.

Benché siano stati fatti passi in avanti, le criticità della questione risultano molteplici: viene difatti contestato il limite di sedicimila cittadini per l’ipotetico utilizzo del bonus, malgrado i dati sulla salute psicologica in Italia riportino numeri e percentuali molto più alte. Inoltre, esso potrebbe arrivare a coprire fino ad un massimo di dodici sedute per individuo, costituendo un grave limite nel caso di ulteriori necessità. Infine, il servizio può essere usufruito esclusivamente per sostenere le spese presso uno psicoterapeuta. Sebbene egli rappresenti il professionista indicato nella cura dei disturbi psicopatologici, nel caso in cui il paziente volesse utilizzare il voucher per uno psicologo di fiducia (non psicoterapeuta) non ne avrebbe la possibilità: tale misura esclude e di conseguenza scredita la figura dello psicologo, impossibilitato nel lavorare con chi glielo vorrebbe chiedere.

Prima della pandemia: quando il confinamento è una scelta

Nonostante negli ultimi anni il lockdown e il confinamento rappresentino una nuova esperienza per la maggior parte della popolazione, per altri invece è uno stile di vita già consolidato da prima della pandemia. La crisi da Covid-19 ha costretto molti paesi europei, oltre l’Italia, a effettuare drastici tagli sulle iniziative e sugli spazi riservati alla salute mentale. In alcuni contesti, le sedute psicologiche continuano tramite video-call e chiamate online, ma non sempre si ottiene lo stesso risultato.

Ad aggravare i tagli di risorse destinate alla cura e all’assistenza psicologica, contribuisce la diminuzione delle domande di aiuto da parte dei malati psicologici. Sono molte le testimonianze di chi, già prima della pandemia, era autonomamente e consapevolmente confinato nelle mura domestiche. La permanenza tra le mura domestiche per periodi di medio o lungo termine, non è difficoltosa per chi soffre di un disturbo di ansia sociale: molti pazienti non sono stati angosciati dal confinamento (Civio, 2020).

L’articolo della Fondazione Civio (La Fundación Ciudadana Civio, con sede a Madrid, è un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro che vigila sulle autorità pubbliche, informa tutti i cittadini e preme per una reale ed efficace trasparenza nelle istituzioni) riporta altre situazioni drammatiche, in tutta l’Europa: il Covid-19 ha causato uno tsunami nella salute mentale. Durante la prima ondata, il 93% dei paesi intervistati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha subito una paralisi in uno o più servizi per pazienti con problemi mentali, neurologici e di abuso di sostanze. Quasi il 40% dei paesi europei partecipanti ha riportato condizioni peggiori: aveva interrotto tre servizi sanitari su quattro. Più rigoroso è il blocco, più grave è l’impatto, afferma Marcin Rodzinka, portavoce di Mental Health Europe, una rete di utenti e professionisti dei servizi di salute mentale. È accaduto in Spagna, in cui sono chiusi gli ambulatori di salute mentale.

In merito all’analisi del tasso di servizi costretti alla chiusura e la libera scelta di non dover più seguire un percorso di psicoterapia, è lapalissiana la gravità della situazione e le ripercussioni sulla salute mentale dei cittadini. I reparti ospedalieri al collasso e la scarsità di sedi e di personale, portano i pazienti e le persone in terapia a rifiutare l’assistenza in presenza per paura del confinamento e del contagio. Numerose sono le testimonianze di chi, in seguito all’invito dello specialista di tornare ad incontri face to face (specialmente nella stagione estiva, con la diminuzione dei contagi) manifesta scetticismo e profonda ansia di uscire. L’effetto della pandemia risulta essere aggravante per coloro che già precedentemente mostravano fatica e difficoltà ad uscire di casa: gli studiosi hanno denominato questo fenomeno sindrome della capanna o del prigioniero, ossia la paura di uscire e lasciare la propria casa, il luogo che per mesi ci ha fatto sentire al sicuro, al riparo da qualsiasi pericoloso agente esterno (Gruppo San Donato, 2020). Le cause di questa risposta risiedono nel terrore di contagiarsi o di ammalarsi, di non ritrovare più il mondo di prima o di infettare i propri cari.

Ove possibile, si continua con chiamate o videochiamate online, riguardante oltre il 75% dell’assistenza psichiatrica fornita dai caregiver durante la prima ondata (secondo i dati interni della European Psychiatric Association), ma in altri paesi il servizio è interrotto totalmente, senza alcuna ripresa. In questo caso, si manifestano le disuguaglianze internazionali ed europee in termini di intervento psicologico: nei paesi scandinavi e del Nord Europa, già nel 2015 erano previsti programmi di tele psichiatria (Redazione OpenPolis, 2021) che sono perfettamente mantenuti durante il lockdown, mentre in altre realtà le conseguenze sono più che drammatiche.

Differenze europee nel trattamento dei disturbi psicologici: una scelta di investimento o di risparmio

In Europa, il tema della prevenzione e del trattamento dei disturbi mentali sembra essere cardinale per il raggiungimento di una cittadinanza inclusiva e sensibile. Fin dal trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), con gli articoli 168 (protezione della sanità pubblica), 114 (mercato unico) e 153 (politica sociale) si faceva luce su alcune misure da dover adottare e che sono state poi rafforzate progressivamente, con il Trattato di Maastricht (1992), di Amsterdam (1997) e fino alle operazioni più recenti (Note tematiche sull’Unione europea). Obiettivi quali la promozione della salute mentale, la prevenzione e il trattamento dei disturbi mentali […] fondamentali per la salvaguardia e il miglioramento della qualità della vita, del benessere e della produttività degli individui, delle famiglie, dei lavoratori e delle collettività hanno dato vita alla creazione di un recente Piano d’azione europeo sulla salute mentale (Ministero della Salute, 2016). Esso si ispira ai quattro ambiti prioritari di Salute 2020 (Health 2020), la politica di riferimento europea per la salute e il benessere, fornisce un contributo diretto alla sua realizzazione attraverso la trasversalità di obiettivi comuni in tema di sanità pubblica, sistemi sanitari, arco della vita ecc.

Dunque già prima della pandemia da Covid-19, sembrava che ci fosse una nuova rilevanza in ambito politico-economico in tema di iniziative a supporto del benessere psicologico. Ma come stanno rispondendo le diverse realtà europee dopo due anni di restrizioni, confinamento e malattie?

Un’iniziativa promettente viene dalla Francia, dove secondo i dati riportati dal quotidiano Le Monde (2021), il 15% dei francesi mostra segni di stato depressivo (+ 5 punti rispetto alla situazione fuori dall’epidemia), il 23% i segni di uno stato ansioso (+ 10 punti) e il 10% ha avuto pensieri suicidari durante l’anno (+ 5 punti). Isolamento, ansie e violenze domestiche (aumentate in seguito al confinamento) sono state motivo di nuove sofferenze. Il presidente Macron non ha sottovalutato la delicatezza e la rilevanza del quadro psicologico e ha annunciato un piano di governo contenente azioni mirate ed efficaci. I punti attuativi del provvedimento riguardano:

  • La creazione di 800 posti di lavoro nel settore della psicologia medica entro un anno,
  • L’investimento di 80 milioni di euro nella ricerca per l’innovazione del settore e la creazione di percorsi specifici per donne che soffrono di depressione post parto.
  • L’inaugurazione di una nuova linea telefonica per la prevenzione dei suicidi, fondamentale dal momento che, come riportato dal ministro della Salute, Olivier Véran, il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali (Mureddu, 2021).

Bisogna dunque esemplificare l’efficacia delle terapie psicologiche in termini di benessere individuale e collettivo ma anche in ottica economica. Uno studio francese (Dezetter & Briffault, 2015)  ha analizzato il rapporto costi/benefici del trattamento psicologico per depressione ed ansia, ed è emerso che essi mostrano un risparmio medio di 1,57€ per ogni euro speso in queste cure. Si viene a parlare di un investimento finalizzato non solo alla guarigione e alla prevenzione di malattie mentali, ma soprattutto di un risparmio e di un auto-finanziamento continuo e costante.

Oltre a queste decisioni, il governo ha comunicato l’avviamento di una misura riguardante il rimborso, a partire dal 2022, delle sedute dallo psicologo. Rilasciato previa prescrizione medica, avrà il valore di 40€ per la prima sessione e di 30€ per le seguenti. Queste decisioni hanno suscitato le proteste degli psicologici, rappresentate dalla figura di Patrick Ange Raoult, segretario generale dell’Unione nazionale degli psicologi, definendo il rimborso ‘indecente’. Il costo di una seduta ammonterebbe infatti a più di 50€ e anche in questo caso si manifesterebbe un disinteresse per le classi sociali meno abbienti, escludendo dal diritto alla salute psicologica una fetta notevole di popolazione, svantaggiata in termini di possibilità economiche.

In altre realtà europee, come Lussemburgo, Irlanda, Danimarca e Austria, le strategie adottate risultano più strutturate e adatte alla situazione. In Austria, durante il confinamento, il ministero della Salute e Sostegno Sociale ha istituito delle pagine informative con consigli per superare il lockdown e altre misure per il contenimento del contagio. Alcune di queste pagine sono disponibili in traduzione, fino a un totale di diciannove lingue. Parallelamente esistono varie linee (l’equivalente dei nostri ‘numeri verdi’) per una consultazione psicologica d’urgenza, con la possibilità di accedere a mail e chat, gratuitamente. Tramite il ‘Fondo integrazione’ i consulti sono disponibili anche in altre lingue. Sono stati inaugurati canali di comunicazione e di supporto per le donne vittima di violenza, per i bambini che hanno frequentato la scuola in Dad (didattica a distanza) e per gli studenti universitari. Per quest’ultima categoria, sul sito del Ministero Federale Repubblica d’Austria sono elencati enti e associazioni a cui rivolgersi in caso di bisogno per consulenze psicologiche a Vienna, Graz, Linz, Salisburgo, Innsbruck e Klagenfurt. I servizi sono disponibili anche per telefono, e-mail o chat.

Un’analisi della risposta europea al trattamento e alla tutela della salute mentale è approfondita e supportata dall’iniziativa ‘Headway 2023’. Ideata e lanciata nel 2017 da The European House – Ambrosetti in partnership con Angelini Pharma, si pone l’obiettivo di creare una piattaforma multidisciplinare di riflessione strategica, analisi, dialogo e confronto tra le diverse esperienze europee. Il The European House – Ambrosetti dichiara che nel 2021 l’obiettivo di ‘Headway 2023’ è stato quello di proseguire il lavoro iniziato nel 2017 volto alla condivisione di conoscenze e know-how per prevenire, diagnosticare, gestire e trovare soluzioni che riducano il carico dei disturbi mentali non solo in ambito sanitario, ma anche nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nella società in generale.

I dati raccolti hanno permesso all’associazione di elaborare un ‘Mental Health Index’, un modello che considera elementi e interventi delle politiche sanitarie, assistenziali ed educative europee per identificare il grado di risposta di ciascun paese ai bisogni per la tutela psicologica.

La risposta delle nazioni nell’elaborazione di strategie per il sostegno psicologico è valutata in base a tre dimensioni:

  • Lo stato di salute mentale dei cittadini
  • La reazione e la reattività di risposta del sistema politico-sociale
  • I bisogni degli individui sui luoghi di lavoro, nelle scuole e nella società.

I dati ottenuti sono stati rielaborati in una scala da 0 a 10 (per la valutazione dei servizi in generale) e in valore percentuale per ciascuna variabile presa in esame. Una situazione complessa si rileva in Ungheria, Bulgaria e Romania, in cui l’indice si assesta a valori inferiori a 3/10. Anche la percentuale di reattività ai bisogni mentali è molto bassa, raggiungendo rispettivamente il 22%, l’11 % e il 10%. Sul lato opposto vi sono Svezia, Finlandia e Paesi Bassi che raggiungono il valore medio di 7/10 e con altissime percentuali in merito alla risposta delle istituzioni (100% in Svezia, 73% in Finlandia e 88% nei Paesi Bassi). Un risultato che si conferma ottimale anche per la variabile dell’attenzione per i bisogni degli individui nella società. Tuttavia, lo stato della salute mentale tra i cittadini non prefigura uno scenario positivo: rispettivamente il dato diminuisce al 60%, 50% e infine 39% per i Paesi Bassi (Headway 2023, Mental Index Report).

Conclusioni

Le iniziative politiche ed economiche adottate in campo psicologico e sociale, evidenziano una disparità di azioni e soluzioni implementate in alcuni paesi europei. Solitamente, l’inadempienza di organi politici e istituzionali, è fronteggiata da iniziative di carattere regionale o locale, con la partecipazione di fondi ed interventi notevoli da parte della comunità. Non sempre però, questa volontà riesce ad arginare un problema tanto complesso quanto diversificato che la salute mentale rappresenta oggi.

Inoltre è ancora diffusa la convinzione che vede il trattamento psicologico un lusso appartenente e destinato a pochi cittadini facoltosi. Non si enfatizza che in realtà sia un diritto alla salute che colpisce indistintamente dal reddito o dalla fascia sociale. Una considerevole soluzione può realizzarsi nell’educazione e al rispetto del benessere emotivo e mentale, a partire dalle generazioni più giovani, che rappresentano una delle categorie più soggette a difficoltà e problematiche di questo genere. Per sottolineare la superficialità delle poche e deboli scelte d’intervento che sono state apportate, l’avvento della pandemia da Covid-19 non ha acceso, se non in minima parte, i riflettori sui danni che sono stati causati, subito dopo quelli fisici.

In Europa, alcune proposte hanno trovato una reale applicazione – seppur circoscritte in alcuni paesi tra i quali sono stati citati i più significativi – ma in questi contesti già prima della pandemia da Sars-Cov-2, la salute mentale rappresentava una componente principale e non accessoria.

L’analisi delle scelte e delle strategie adottate dai paesi europei può risaltare le giuste misure d’intervento da dover intraprendere in modo che chiunque abbia bisogno, possa trovare una società civile e inclusiva.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Bonus Psicologo dopo l approvazione del Senato e finalmente legge
Il Bonus Psicologo ha ricevuto l’approvazione del Senato: il decreto Milleproroghe è ora legge

Il decreto Milleproroghe ha ricevuto l'approvazione del Senato ed è ora legge. Tra gli emendamenti previsti dal decreto, il Bonus Psicologo.

ARTICOLI CORRELATI
Si può vivere senza ansia?

Eliminare l'ansia non è possibile, ma imparare a conviverci sì. Per riuscirci è d'aiuto fare riferimento ad alcune tecniche di psicoterapia

Dipendenza affettiva e ansia da relazione
Ansia da relazione e dipendenza affettiva

Nelle relazioni sentimentali sono diversi i meccanismi disfunzionali che possono instaurarsi, tra questi la dipendenza affettiva e l'ansia da relazione

WordPress Ads
cancel