expand_lessAPRI WIDGET

Esperienze avverse e traumi infantili: fattori di rischio per le malattie cardiovascolari

L’aver vissuto esperienze traumatiche nell’infanzia aumenta il rischio di sviluppare malattie mentali ma anche fisiche tra le quali malattie cardiovascolari

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 01 Feb. 2022

I pazienti con malattie cardiovascolari riportano un numero maggiore di traumi nei primi 10 anni di vita rispetto al gruppo di controllo. I traumi infantili vissuti dai soggetti con malattie cardiovascolari non solo si sono mostrati maggiori in termini di frequenza, ma hanno anche avuto un impatto emotivo più forte.

 

Le malattie cardiovascolari (Cardiovascular Disease – CVD), sono tutte quelle patologie ricollegabili al cuore, che includono la cardiopatia ischemica, le malattie cerebrovascolari, l’aritmia, la sindrome di Marfan, la trombosi, la malattia pericardica, l’insufficienza cardiaca, ictus, malattie vascolari e cardiomiopatie (Braunwald, 2017). Esse rappresentano la prima causa di morte nel mondo, e per questo motivo risulta essere fondamentale indagare i fattori di rischio di tali patologie (Galli et al., 2018; Galli et al., 2021). Oltre ai fattori di rischio biologici e ai fattori di rischio comportamentali (il fumo, l’uso eccessivo di alcol, l’iperalimentazione e l’aumento di peso) (Levine et al., 2021), sono presenti anche alcune variabili psicologiche.

Depressione, ansia, ostilità, isolamento sociale e condizioni di stress psicologico sono a tutti gli effetti fattori che giocano un ruolo nello sviluppo di malattie cardiovascolari e ne peggiorano la progressione (Levine et al., 2021). Tuttavia, l’American Heart Association non ha ancora considerato le esperienze di traumi precoci come fattore di rischio per l’insorgenza delle malattie cardiovascolari (Levine, et al., 2021).

La letteratura ha dimostrato che l’aver vissuto esperienze traumatiche nell’infanzia aumenta il rischio di sviluppare malattie mentali, ma anche l’insorgenza di malattie fisiche, come ad esempio quelle gastrointestinali, tumorali, autoimmuni e dermatologiche (Goodwin et al., 2003; Dube et al., 2009; Simonic et al., 2010).

Wilkins e colleghi (2017) hanno mostrato che gli individui che avevano vissuto traumi come abusi sessuali o fisici durante l’infanzia avevano un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari. Studi riguardo le esperienze avverse nell’infanzia (ACE), come la trascuratezza o conflitti familiari, hanno suggerito associazioni altamente significative tra queste esperienze avverse e malattie cardiovascolari ischemiche, dimostrando quindi la rilevanza di questi fattori psicologici rispetto ad altri fattori di rischio (Dong et al., 2004).

Anche l’età in cui si è vissuto il trauma (Suglia et al., 2018) e il genere (Thurston et al., 2014) sembrano delinearsi come fattori importanti nello sviluppo di malattie cardiovascolari; in particolare l’essere donna sembra avere un valore predittivo maggiore rispetto all’essere uomo (Garad et al., 2017).

Sulla base della letteratura presente, uno studio di Galli e colleghi (2021) ha studiato l’associazione tra esperienze traumatiche e l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Utilizzando uno strumento psicodiagnostico, la Traumatic Experience Checklist (TEC) (Nijenhuis et al., 2002), che descrive in dettaglio il tipo di evento traumatico e l’età del soggetto al momento del trauma, sono stati messi a confronto due gruppi di soggetti. Un gruppo di controllo, reclutato dalla popolazione generale, prevedeva soggetti senza alcuna diagnosi, o per lo meno non recente, di malattia cardiovascolare. Un secondo gruppo sperimentale invece era composto da pazienti con una malattia cardiovascolare entrati nell’Unità di Cardiologia dell’Ospedale San Paolo di Milano.

I risultati hanno dimostrato che i pazienti con malattie cardiovascolari hanno riportato un numero maggiore di traumi nei primi 10 anni di vita rispetto al gruppo di controllo. I traumi maggiormente esperiti erano la trascuratezza emotiva, l’abuso emotivo e l’abuso fisico a partire dalla prima infanzia (nei primi 10 anni di vita) fino all’adolescenza, e ciò sembrava essere associato alla presenza di una malattia cardiovascolare. I traumi infantili vissuti dai soggetti con malattie cardiovascolari non solo si sono mostrati maggiori in termini di frequenza, ma hanno anche avuto un impatto emotivo più forte.

Questi risultati confermano così l’ipotesi che maggiori episodi di violenza fisica o trascuratezza emotiva nei primi anni di vita possano essere fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari in età adulta, confermando i risultati precedenti presenti in letteratura (Suglia et al., 2015; Thurston, et al., 2017; Jakubowski et al., 2018). La salute cardiovascolare, inoltre, sembra essere influenzata dall’abuso fisico anche per ulteriori vie, infatti la violenza è spesso associata a depressione, aggressività, uso di sostanze o ridotta attività fisica, tutti importanti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari (Suglia et al., 2015).

Per quanto concerne le differenze di genere, le donne con malattie cardiovascolari hanno riportato maggiori esperienze traumatiche, rispetto agli uomini del medesimo gruppo, confermando risultati ottenuti da studi precedenti (Garad et al., 2017). Infatti, le donne, rispetto agli uomini, potrebbero essere maggiormente vulnerabili allo stress provocato da tali eventi, e ciò avrebbe un impatto maggiore sullo sviluppo di malattie cardiovascolari (Rørholm Pedersen et al., 2017).

L’aver vissuto esperienze traumatiche durante l’infanzia nelle donne, infatti, è stato associato a specifici fattori di rischio quali una diminuzione della variabilità della frequenza cardiaca (Stone et al., 2018), un aumento della reattività allo stress neuroendocrino (Heim et al., 2002), un aumento dell’attività infiammatoria e immunitaria (Altemus et al., 2003) e alti livelli di una molecola di sintesi epatica, la proteina C-reattiva (PCR) (Matthews et al., 2006).

Un altro importante mediatore tra trauma e patologie cardiovascolari potrebbe essere la presenza di una patologia mentale. In particolare emerge una relazione tra un’esperienza infantile avversa (ACE) e lo sviluppo di un disturbo mentale quale il Disturbo da Stress Post-Traumatico, i Disturbi dell’Umore e i Disturbi d’Ansia, che sembrano aumentare il rischio di malattie cardiovascolari (Galli et al., 2021).

Riassumendo, quindi, lo studio presentato offre una conferma per l’associazione tra esperienze traumatiche infantili e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari in età adulta. In particolare, i tipi di traumi maggiormente associati alle malattie cardiovascolari sono stati la trascuratezza emotiva, l’abuso emotivo e fisico, le molestie e gli abusi sessuali, soprattutto se subiti prima dei 18 anni di età. Questi risultati, insieme alla consistente letteratura in materia, dovrebbero spingere a promuovere attività di intervento preventivo e tempestivo, soprattutto con i bambini e gli adolescenti vittime di trascuratezza, abusi e maltrattamenti. Inoltre, nella pratica clinica, potrebbe essere utile promuovere un approccio integrato, soprattutto nella presa in carico di un paziente con malattie cardiovascolari. Se i traumi infantili, così come altri fattori psicologici e comportamentali, possono essere considerati fattori di rischio per l’insorgenza della malattia, è anche vero che possono avere un peso importante nel determinare l’esito del processo riabilitativo, delineando il coinvolgimento degli psicologi clinici in un team multidisciplinare che sia in grado di trattare il paziente nel suo complesso (Levine et al., 2021).

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Altemus, M., Cloitre, M., & Dhabhar, F. S. (2003). Enhanced cellular immune response in women with PTSD related to childhood abuse. American Journal of Psychiatry, 160(9), 1705-1707.
  • Braunwald, E. (2017). Cardiomyopathies: an overview. Circulation research, 121(7), 711-721.
  • Dong, M., Giles, W. H., Felitti, V. J., Dube, S. R., Williams, J. E., Chapman, D. P., & Anda, R. F. (2004). Insights into causal pathways for ischemic heart disease: adverse childhood experiences study. Circulation, 110(13), 1761-1766.
  • Dube, S. R., Fairweather, D., Pearson, W. S., Felitti, V. J., Anda, R. F., & Croft, J. B. (2009). Cumulative childhood stress and autoimmune diseases in adults. Psychosomatic medicine, 71(2), 243.
  • Galli, F., Vegni, E. M., & Carugo, S. (2018). Eventi traumatici precoci e rischio cardiovascolare: una revisione della letteratura. Maltrattamento e Abuso all’Infanzia.
  • Galli, F., Lai, C., Gregorini, T., Ciacchella, C., & Carugo, S. (2021, July). Psychological Traumas and Cardiovascular Disease: A Case-Control Study. In Healthcare (Vol. 9, No. 7, p. 875). Multidisciplinary Digital Publishing Institute.
  • Garad, Y., Maximova, K., MacKinnon, N., McGrath, J. J., Kozyrskyj, A. L., & Colman, I. (2017). Sex-specific differences in the association between childhood adversity and cardiovascular disease in adulthood: evidence from a national cohort study. Canadian Journal of Cardiology, 33(8), 1013-1019.
  • Goodwin, R. D., Hoven, C. W., Murison, R., & Hotopf, M. (2003). Association between childhood physical abuse and gastrointestinal disorders and migraine in adulthood. American Journal of Public Health, 93(7), 1065-1067.
  • Heim, C., Newport, D. J., Wagner, D., Wilcox, M. M., Miller, A. H., & Nemeroff, C. B. (2002). The role of early adverse experience and adulthood stress in the prediction of neuroendocrine stress reactivity in women: a multiple regression analysis. Depression and anxiety, 15(3), 117-125.
  • Jakubowski, K. P., Cundiff, J. M., & Matthews, K. A. (2018). Cumulative childhood adversity and adult cardiometabolic disease: A meta-analysis. Health Psychology, 37(8), 701.
  • Levine, G. N., Cohen, B. E., Commodore-Mensah, Y., Fleury, J., Huffman, J. C., Khalid, U., ... & American Heart Association Council on Clinical Cardiology; Council on Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology; Council on Cardiovascular and Stroke Nursing; and Council on Lifestyle and Cardiometabolic Health. (2021). Psychological health, well-being, and the mind-heart-body connection: a scientific statement from the American Heart Association. Circulation, 143(10), e763-e783.
  • Matthews, K., Schwartz, J., Cohen, S., & Seeman, T. (2006). Diurnal cortisol decline is related to coronary calcification: CARDIA study. Psychosomatic medicine, 68(5), 657-661.
  • Nijenhuis, E. R., Van der Hart, O., & Kruger, K. (2002). The psychometric characteristics of the Traumatic Experiences Checklist (TEC): First findings among psychiatric outpatients. Clinical Psychology & Psychotherapy: An International Journal of Theory & Practice, 9(3), 200-210.
  • Rørholm Pedersen, L., Frestad, D., Mide Michelsen, M., Dam Mygind, N., Rasmusen, H., Elena Suhrs, H., & Prescott, E. (2016). Risk factors for myocardial infarction in women and men: a review of the current literature. Current pharmaceutical design, 22(25), 3835-3852.
  • Simonić, E., Kaštelan, M., Peternel, S., Pernar, M., Brajac, I., RONČEVIĆ‐GRŽETA, I., & Kardum, I. (2010). Childhood and adulthood traumatic experiences in patients with psoriasis. The Journal of dermatology, 37(9), 793-800.
  • Suglia, S. F., Sapra, K. J., & Koenen, K. C. (2015). Violence and cardiovascular health: a systematic review. American journal of preventive medicine, 48(2), 205-212.
  • Stone, L. B., Amole, M. C., Cyranowski, J. M., & Swartz, H. A. (2018). History of childhood emotional abuse predicts lower resting-state high-frequency heart rate variability in depressed women. Psychiatry research, 269, 681-687.
  • Thurston, R. C., Chang, Y., Barinas-Mitchell, E., von Känel, R., Jennings, J. R., Santoro, N., ... & Matthews, K. A. (2017). Child abuse and neglect and subclinical cardiovascular disease among midlife women. Psychosomatic medicine, 79(4), 441.
  • Wilkins, E., Wilson, L., Wickramasinghe, K., Bhatnagar, P., Leal, J., Luengo-Fernandez, R., ... & Townsend, N. (2017). European cardiovascular disease statistics 2017.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
ACT: uno studio pilota su pazienti con malattia cardiovascolare
Acceptance and commitment therapy: uno studio pilota sull’assetto autonomico e le patologie cardiovascolari

Uno studio pilota ha dimostrato come l' ACT possa migliorare la qualità di vita e la prognosi di pazienti con malattia cardiovascolare.

ARTICOLI CORRELATI
All I want for Christmas is Truth. Scoprire che Babbo Natale non esiste è traumatico?

Quando i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste? Verso gli 8-9 anni (ma vi è un’estrema variabilità). Come avviene questa scoperta? 

La diagnosi di sordità del proprio figlio: un percorso di elaborazione del lutto

In questo articolo vengono presentati i risvolti psicologici di ognuna delle cinque fasi di elaborazione della diagnosi di sordità

WordPress Ads
cancel