La consulenza psicologica è fondamentale nei casi di infertilità, dove le coppie, spesso, ricorrono alla fecondazione in vitro (FIV), che si compone di trattamenti impegnativi.
La gravidanza e il parto costituiscono fasi di vita importanti per alcune donne in molti paesi sviluppati e in via di sviluppo (Direkvand-Moghadam et al., 2016). L’infertilità, definita come il mancato concepimento dopo un anno di rapporti sessuali regolari non protetti (Sezgin et al., 2016), spesso causa notevole disagio sociale ed è accompagnata da numerosi problemi psicologici e sociali come depressione, ansia, isolamento e disfunzioni sessuali (Baghiani Moghadam et al., 2011). Può essere vista come una crisi di vita importante e ha un impatto sulla qualità della vita degli individui che la sperimentano (Namdar et al., 2017).
L’impatto dell’infertilità sulla qualità di vita
Alcuni studi in letteratura, a tal proposito, si sono occupati di validare uno strumento per valutare l’impatto dei problemi di fertilità su diverse dimensioni della vita (FertiQOL; Dural,et al., 2016). Molte donne infertili hanno infatti spesso relazioni coniugali problematiche, sentimenti di impotenza e senso di colpa e una qualità di vita ridotta. Anche gli uomini hanno diverse ripercussioni psicologiche e sociali, inoltre possono sperimentare minore soddisfazione nei rapporti sessuali, causata probabilmente dalla pressione psicologica del concepimento o dalla tempistica forzata del rapporto sessuale intorno al ciclo ovulatorio della donna (Monga et al., 2004). Diversi dati dimostrano tuttavia che le donne risultano essere più colpite dalle conseguenze dell’infertilità.
I trattamenti per l’infertilità
La consulenza psicologica è fondamentale quindi per le coppie che non riescono ad avere figli le quali, spesso, ricorrono alla fecondazione in vitro (FIV) che si compone di trattamenti impegnativi. La stimolazione ovarica controllata (COS), ad esempio, è una parte essenziale della FIV che prevede due o tre settimane di trattamenti combinati a prelievi di sangue ed ecografie transvaginali per ottenere ovociti che saranno successivamente fecondati in laboratorio e trasferiti nell’utero della donna. Il successo della FIV è variabile e dipende da molti fattori, solitamente è stimato intorno al 30% una volta che il ciclo di trattamenti è iniziato (Toftager et al., 2017); l’incertezza di un risultato soddisfacente costituisce quindi un altro motivo di stress: una buona salute mentale a inizio trattamento sembra essere fondamentale per poter affrontare un possibile fallimento di una gravidanza.
Molte coppie che non sono seguite o supportate sufficientemente, spesso rinunciano ai trattamenti proposti ancora prima di cominciare (Crawford et al., 2017). Diversi studi in letteratura hanno confrontato le donne infertili, trovando dei livelli molto elevati di stress rispetto al resto della popolazione. Inoltre sembra che l’età e la durata dell’infertilità aumentino i livelli di ansia nelle coppie che cercano una gravidanza; tuttavia non vi sono ancora risultati chiari che mostrano disturbi psichiatrici o psicopatologia generale più elevata in tali coppie (Chiaffarino et al., 2011).
Il vissuto emotivo legato ai trattamenti per l’infertilità
Dal momento che l’impatto dei trattamenti per l’infertilità, in particolare il COS, rispetto all’impatto generale dell’infertilità non è stato ancora studiato approfonditamente, Massarotti e colleghi, nel 2019, hanno condotto uno studio per valutare i livelli di ansia e depressione nelle donne, correlati all’infertilità e ai trattamenti per quest’ultima, mettendo in luce quali fossero i predittori di livelli di disagio elevati. 89 donne sono state incluse nello studio e sono stati sottoposti loro due questionari, sia prima dell’inizio del loro primo ciclo di trattamento, sia alla fine della stimolazione ovarica per la fecondazione in vitro (FIV). I questionari erano la Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS), che misura l’ansia e la depressione, usata soprattutto nei campioni che non mostrano i classici segnali fisici della depressione clinica (Bjelland et al., 2002), e la Fertility Quality of Life (FertiQoL; Boivin et al., 2011), uno strumento specifico utilizzato per pazienti infertili, che valuta la qualità di vita in due domini: la vita generale e durante i trattamenti. Entrambi i questionari vengono utilizzati per valutare in dettaglio gli indicatori di peggioramento della qualità della vita e i disturbi dell’umore specificamente correlati all’infertilità. I risultati ottenuti mostrano che le donne infertili sperimentano angoscia generale causata da diversi fattori, alcuni dei quali sono individuali, altri invece dipendono dalla relazione con il partner, la famiglia e la società. Questo è spiegato dal fatto che spesso il desiderio insoddisfatto di una gravidanza può portare ad avere la sensazione di non soddisfare le aspettative della società e aumenta di conseguenza il livello di stress.
I livelli d’ansia durante il trattamento per l’infertilità
Nel campione di donne incluso nello studio, la maggior parte del quale ha sperimentato infertilità di media-lunga durata, i livelli di ansia sono aumentati durante le prime visite alla clinica di infertilità, probabilmente a causa del lungo periodo passato a cercare una gravidanza o dall’ansia e dalla paura di un trattamento sconosciuto. L’ansia sembra però diminuire significativamente durante il trattamento e successivamente ad un confronto con un medico dell’infertilità che aiuta le donne a prendere decisioni consapevoli (Gameiro et al., 2015). Sebbene la procedura sia molto impegnativa, sembra che le donne si sentano meglio quando fanno attivamente qualcosa per ottenere un risultato desiderato da tempo; inoltre poter confrontarsi con altre donne infertili le fa sentire meno sole nei loro problemi. In aggiunta, suddividendo le donne in tre gruppi in base alla causa principale dell’infertilità (infertilità maschile, infertilità femminile, o sia maschile che femminile), i risultati mostrano livelli significativamente più alti di ansia e disagio generale nei pazienti in trattamento a causa di infertilità femminile. In conclusione questi dati forniscono ai medici che si occupano di infertilità alcune indicazioni per un supporto psicologico più mirato, centrato sul paziente. Tale supporto sembrerebbe essere fondamentale soprattutto nei momenti più difficili (cioè i primi accessi in un centro di fertilità) o nei sottogruppi più vulnerabili (cioè le donne con una causa di infertilità esclusivamente femminile; Massarotti et al., 2019).