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Le caratteristiche sociodemografiche nel disturbo bipolare e nel disturbo ossessivo-compulsivo

Individuare le differenze tra pazienti DOC con o senza comorbilità con disturbo bipolare aiuta a trovare predittori utili a orientare le scelte terapeutiche

Di Tatiana Pasino

Pubblicato il 15 Feb. 2022

Aggiornato il 18 Feb. 2022 11:33

Il National Comorbidity Survey Replication evidenzia come, nella popolazione statunitense, il 63% dei pazienti con DOC hanno almeno una manifestazione psicopatologica nella vita diagnosticabile come disturbo dell’umore, mentre nel 23,4% dei casi il disturbo bipolare si sovrappone al DOC (Merikangas et al., 2007).

 

La comorbidità tra disturbo bipolare e disturbo ossessivo compulsivo

Nello specifico, esistono ampie oscillazioni nei pazienti con DOC,  dove il tasso di comorbilità con il bipolarismo varia tra l’8% e il 30%, con valori che mediamente rappresentano il 20% per il disturbo bipolare di tipo II e il 5% per il bipolarismo di tipo I (Rigardetto et al., 2011; Lensi et al., 1996; Perugi et al., 1997; 1999; Ravizza, Maina & Bogetto, 1997; Diniz et al., 2004). Il problema principale di questa comorbilità è legato al fatto che tendenzialmente il DOC esordisce prima della sintomatologia umorale, con la conseguenza che il trattamento farmacologico antiossessivo induce più precocemente l’esordio della bipolarità. Sul piano clinico, l’associazione tra DOC e bipolarismo mira ad un trattamento terapeutico principalmente orientato alla stabilizzazione timica (Rigardetto et al., 2011). I dati esistenti sottolineano come i pazienti affetti da DOC, in comorbidità con un disturbo bipolare, sono più frequentemente di sesso maschile (Perugi et al., 1997; Diniz et al., 2004; Kruger et al., 2000; Perugi et al., 2002; Masi et al., 2004; Zutshi et al., 2010; Koyuncu et al., 2010; Magalhães et al., 2010) e la sintomatologia ossessiva è più grave (Perugi et al., 1997; Perugi et al., 2002, Zutshi et al., 2010, Magalhães et al., 2010). A livello sintomatologico, i disturbi ossessivi in comorbilità con il disturbo bipolare manifestano ossessioni aggressive, religiose, sessuali o di accumulo, mentre le compulsioni riguardano la ripetizione, il controllo, l’accumulo e l’ordine (Perugi et al., 1997; Perugi et al., 2002; Zutshi et al., 2010; Koyuncu et al., 2010; Magalhães et al., 2010; Joshi et al., 2010).

Caratteristiche dei pazienti con bisturbo bipolare e DOC in comorbidità

Lo studio di Rigardetto e colleghi (2011) vuole analizzare le differenze sociodemografiche e cliniche che emergono tra i pazienti con distrubo ossessivo compulsivo con o senza comorbilità con il disturbo bipolare; l’obiettivo è quello di identificare alcuni dei possibili predittori utili ad orientare le scelte terapeutiche. Nello studio sono stati inclusi 290 pazienti con una diagnosi di DOC, e con un punteggio minimo di 16 alla Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-BOCS; Goodman et al., 1989; 1989), afferiti consecutivamente presso il Servizio per i Disturbi Depressivi e d’Ansia del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino. Il 10,4% dei pazienti (31 casi) presentava anche una diagnosi lifetime del disturbo bipolare, con 11 soggetti (3,7%) un disturbo bipolare di tipo I e 20 soggetti (6,7%) un disturbo bipolare di tipo II (Rigardetto et al., 2011). La valutazione psicodiagnostica è stata condotta con l’utilizzo della Structured Clinical Interview for DSM-IV Axis I and Axis II Disorders (SCID-I e SCID-II; First et al., 1997; 1997). Le caratteristiche sociodemografiche e cliniche del DOC invece, cioè i dati sociodemografici, la sintomatologia ossessivo-compulsiva, l’esordio e il decorso del disturbo, sono state raccolte con la somministrazione di un’intervista semistrutturata, messa a punto e già utilizzata da parte del Centro di Torino (Bogetto et al., 1999; Albert et al., 2002; 2004; Maina et al., 2004). Per l’analisi statistica, il campione è stato suddiviso in due sottogruppi a seconda della presenza o dell’assenza di comorbilità lifetime per il disturbo bipolare I o per il disturbo bipolare II.

I risultati di questo studio evidenziano come differenza statisticamente significativa, in termini sociodemografici, il genere: il sesso maschile è più rappresentato tra i soggetti che presentano un disturbo DOC associato a bipolarismo. Emerge anche una significatività per quanto riguarda la familiarità con i disturbi dell’umore, che risultano più frequenti nei soggetti con DOC e bipolarismo in comorbidità (Rigardetto et al., 2011). Inoltre, tali pazienti mostrano elevati livelli di ossessioni sessuali, compulsioni di ripetizione e sintomi di accumulo. Per quanto concerne i disturbi di Asse I, i pazienti con DOC e disturbo bipolare mostrano tassi più elevati di disturbo da uso di sostanze, mentre per quanto riguarda i disturbi di Asse II, la comorbilità per i disturbi bipolari si associa al DOC di personalità. Si rileva anche un interessante trend di significatività con il disturbo schizotipico (Rigardetto et al., 2011).

Conclusioni

La corretta identificazione della comorbilità tra disturbo bipolare e DOC ha rilevanti implicazioni per quanto riguarda la risposta al trattamento, dal momento che alcuni sintomi ossessivo-compulsivi (come, per esempio, la sintomatologia hoarding), la presenza di comorbilità multiple, l’abuso alcolico o di altre sostanze, nonché la comorbilità con disturbi di personalità hanno un’influenza negativa sulla compliance e sulla risposta ai farmaci antiossessivi attualmente disponibili (Zutshi et al., 2007; Mataix-Cols et al., 2002; Saxena et al., 2002). Di importanza ancora maggiore è poi il vantaggio legato alla possibilità di individuare ‘predittori di bipolarità’ nei pazienti affetti da DOC, al fine di evitare la somministrazione di alte dosi di serotoninergici scegliendo opzioni terapeutiche più prudenti (Rigardetto et al., 2011).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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