La musica evoca immagini in 7 persone su 10 ed in un particolare fenomeno, il colored hearing, ai suoni vengono naturalmente associati colori.
Musica, suoni e colored hearing
Sono passati anni dalla famosa lezione di Deems Taylor in Fantasia (Disney, 1940), eppure l’idea che la musica abbia un forte potere evocativo non ci abbandona mai.
Se da un lato i suoni sono in grado di accompagnare una storia, dall’altro possono crearne una. È proprio questo che succede quando infiliamo le cuffie e ci lasciamo trasportare da ciò che ascoltiamo. La nostra immaginazione vaga tra macchie di colore, forme, direzioni di movimento o scene simili a quelle di un film, in un’esperienza cognitiva nota come mind-wandering (Taruffi e Küssner, 2019).
Secondo Martarelli, Mayer e Mast (2016), la musica evoca immagini in 7 persone su 10 e con una grande variabilità: in alcuni casi l’immagine sembra fluttuare, arriva e poi sparisce, mentre in altri assume pian piano la forma di panorami e/o memorie episodiche connotate emotivamente. Ciò può dipendere da quanto l’ascoltatore preferisca un genere musicale rispetto a un altro e, quindi, dal suo coinvolgimento, emerso oltre che da indagini qualitative, anche da un oggettivo aumento dell’attività elettrodermica, del ritmo respiratorio e del battito cardiaco (Taruffi e Küssner, 2019).
Cos’è il colored hearing
Non si sa perché il mind-wandering si verifichi ma è ben nota la sua associazione con l’attivazione delle regioni corticali implicate nel Default Mode Network, come la corteccia prefrontale mediale (mPFC), la corteccia cingolata posteriore (PCC) e il precuneo, attive quando il cervello ‘riposa’, ossia non è impegnato in compiti che richiedono un’attenzione focalizzata (Malia et al., 2007).
Il più delle volte, inoltre, capita che le immagini evocate trascendano la modalità visiva e canalizzino, attraverso l’integrazione di più processi, informazioni relative a sensazioni, quali texture o spessore, posizione e movimento, per creare delle immagini multimodali che si avvicinino alla nostra percezione del mondo. Non a caso, infatti, sembra che nel mind-wandering possa affacciarsi l’esperienza della sinestesia: ed ecco che il colored hearing, ossia la capacità di trasformare i suoni in colori, dà il via alla Fantasia (Soheili & Kokabi, 2018).
In questo caso, però, frutto di differenze strutturali e funzionali individuate a livello cerebrale, si osserva una maggiore attivazione delle regioni mediali della via visiva ventrale, della corteccia parietale e di alcune aree implicate nell’integrare attenzione, emozioni e memoria (Eagleman e Googale, 2009; Taruffi e Küssner, 2019). Ciononostante, persone con sinestesia e non, tendono a produrre associazioni simili! Infatti, i suoni acuti sono percepiti come più luminosi, piccoli e leggeri rispetto ai suoni gravi, collocandosi in alto nello scenario immaginato, mentre la musica sembra spostarsi da sinistra a destra o viceversa, a seconda della propria cultura di appartenenza (Ward, 2013).