expand_lessAPRI WIDGET

Il gioco delle coppie per la psicologia evoluzionistica: i segnali femminili di corteggiamento – Prima parte

In questa serie di due articoli si cercherà di descrivere alcune delle caratteristiche di personalità e dei comportamenti rilevanti per il corteggiamento

Di Giammaria Trimarco

Pubblicato il 25 Gen. 2022

Aggiornato il 27 Gen. 2022 11:41

Parlare di relazioni tra uomini e donne è sempre difficile. Parlare di corteggiamento può esserlo anche di più. Esistono alcune caratteristiche di personalità e dei comportamenti che la psicologia considera rilevanti per il gioco – tutto umano ma con radici molto antiche innestate nel percorso dell’evoluzione della specie – della ricerca del partner e del corteggiamento 

Il presente articolo è il primo di una serie di due articoli sull’argomento. Il prossimo contributo verrà pubblicato nei prossimi giorni

 

Per capire cosa intendo dire, prendiamo a prestito una scena da un qualsiasi film che ai lettori della mia età potrebbe essere familiare: siamo in un cocktail bar. Luci calde, musica jazz in sottofondo, bancone di mogano e rifiniture cromate. Dietro di esso il barista è in maniche di camicia e sta mettendo in ordine qualcosa. Di fronte a lui, su uno sgabello, una donna beve qualcosa mentre fuma una sigaretta. Aspetta un’amica. Sa di essere osservata dall’uomo al tavolo in fondo alla sala, ma fa finta di nulla. Sa inoltre che restituirgli lo sguardo vorrebbe dire invitarlo ad avvicinarsi e ad avere una conversazione che lei non vuole iniziare. A un certo punto, stancamente, fa una smorfia di disgusto, guarda il soffitto e sbadiglia. L’uomo che la sta guardando vede che in quei gesti c’è un messaggio rivolto a lui. Capisce che la donna non è interessata al gioco delle avances, e inizia a pensare che farebbe meglio a cambiare bar, oppure cambiare obiettivi per la serata. In quei gesti muti, rapidi e altamente comunicativi c’è tutto un mondo, quello dei segnali di corteggiamento (e del suo rifiuto), che la psicologia può aiutarci a vedere.

In questa breve serie di due articoli si cercherà di descrivere alcune delle caratteristiche di personalità e dei comportamenti che la psicologia considera rilevanti per il gioco – tutto umano ma con radici molto antiche innestate nel percorso dell’evoluzione della specie – della ricerca del partner e del corteggiamento, con una focalizzazione sul genere femminile e sulle relazioni a breve termine, con cui si intende soprattutto la relazione di stampo sessuale, che può secondariamente essere indirizzata anche all’acquisizione di altri vantaggi evoluzionistici.

I segnali di corteggiamento

La psicologia non è nuova allo studio dei comportamenti coinvolti nella ricerca di un partner. In uno studio effettuato negli anni ’80, Moore ha osservato che in contesti rilevanti per questo scopo, le ragazze esibivano verso i ragazzi alcuni comportamenti specifici, e che le ragazze che ne esibivano di più venivano avvicinate con maggiore frequenza rispetto a chi ne mostrava di meno (Moore, 1985). Partendo dall’osservazione di interazioni in contesti naturali (ad esempio  una mensa universitaria, la biblioteca, una sala d’attesa) e dopo averne ricavato una lista molto ampia di comportamenti, l’autrice giunse a identificarne tra di essi quattordici che venivano usati con maggiore frequenza e che erano connessi ad un maggiore successo nel promuovere la vicinanza del potenziale partner: mostrare le gambe tirandosi su la gonna (quando presente); sporgersi in avanti verso l’altro; mostrare all’altro il palmo della mano come per invitarlo; toccare distrattamente i propri vestiti come per aggiustarseli, ma senza che ce ne sia il bisogno; fare un cenno con la testa all’altro; guardare rapidamente l’altro per poi distogliere subito lo sguardo; ridere in direzione dell’altro; sorridergli; fissarlo per un breve periodo di tempo; leccarsi il labbro superiore, o inferiore, o entrambi; accarezzare un oggetto; rivolgere all’altro un sorriso malizioso; toccarlo; passarsi una mano tra i capelli tirandoli indietro; e infine buttare all’indietro i capelli con un rapido movimento della testa.

Sebbene possa sembrare riduttivo e ingenuo catalogare dei comportamenti con l’aspettativa di dimostrare che riconoscendo e usando questi ‘segnali di disponibilità’ (anche se non da soli!) si possano derivare previsioni sul successo nella ricerca di un partner, studi successivi sono partiti dalle stesse idee della Moore per studiare quali sono i segnali comportamentali che si presentano con maggiore frequenza in circostanze di questo tipo e quale effetto possono avere sul destinatario.

I segnali di corteggiamento, di disponibilità e di rifiuto

Ma prima di parlarne, potrebbe essere interessante cercare di comprendere il perché, in contesti nei quali è probabile incontrare un potenziale compagno, le donne utilizzino spesso queste modalità comunicative indirette, ambigue, passibili di fraintendimento, e in grado di mettere sulle spine (e caricare con l’eccitazione della sfida) anche il più ardito dei Casanova. Fermo restando l’impatto della cultura e dei contesti di riferimento sulle modalità d’uso e sul significato di questi comportamenti, che senso hanno i segnali di disponibilità?

Alcune plausibili ragioni di fondo provengono dalla ricerca di stampo evoluzionistico, per la quali la femmina della specie non è passiva nella ricerca del partner (Buss & Duntley, 1999), ma che, anzi, decida di volta in volta quali tattiche di corteggiamento impiegare in base al grado di investimento nella relazione che si aspetta dall’altro: enfasi sulla fedeltà di coppia, per alti livelli di investimento nella relazione; enfasi su segnali di disponibilità sessuale a breve termine se è atteso un livello di investimento basso, allo scopo di ottenere vantaggi non legati alla riproduzione quanto piuttosto sicurezza, protezione, o vantaggi di altro tipo (Cashdan, 1993).

Per il sesso maschile la spiegazione sembra essere più semplice: in natura chi non riesce a interpretare il linguaggio del corteggiamento femminile è tagliato fuori dal gioco della riproduzione e quindi della trasmissione dei geni, poiché gli è precluso l’accoppiamento (cfr. Goetz, Easton, Lewis & Buss, 2012).

D’altronde i comportamenti mirati alla gestione della propria immagine a livello sociale (il cd. impression management) con finalità più o meno manipolatoria, sono presenti in tutto il mondo animale e sono ben documentate. Tra le scimmie rhesus, ad esempio, il mostrare una competenza sociale inferiore a quella realmente posseduta può far ottenere vantaggi materiali in presenza di maschi di status superiore (Drea & Wallen, 1999). Gli esseri umani mettono in atto comportamenti più sofisticati, ma gli scopi sono simili. Tutti noi abbiamo vissuto, per esempio, situazioni nelle quali, per mostrarci competenti e dare un’impressione di professionalità, abbiamo preferito mostrare all’altro una parte di noi meno amichevole e disponibile, oppure fare il contrario, mostrare calore e disponibilità, per sembrare più amichevoli (ad es. Holoien & Fiske, 2013).

In questo senso, la possibilità di usare segnali di disponibilità al corteggiamento porta a due conseguenze. La prima è che diviene possibile manipolare il proprio comportamento per apparire più attraenti in relazione ai propri obiettivi (una relazione a breve o a lungo termine) e a quelli che si credono essere i desideri dell’altro (cfr. Buss, 1988). La seconda conseguenza è che, conoscendo quali sono questi segnali, si sarà in grado di comprendere cosa sta facendo la concorrenza (un/a nostro/a rivale nel corteggiamento).

Non a caso, quindi, maschi e femmine sono ben informati sull’uso dei segnali di corteggiamento per attrarre un potenziale partner (ad es. Greer & Buss, 1994), ed è stato rilevato come le donne siano maggiormente sensibili, accurate e reattive, rispetto agli uomini, alla presenza di segnali di seduzione emessi dalle altre donne (Goetz, Easton & Buss, 2014) e come in genere la reazione a questi comportamenti sia perlopiù negativa (di tipo verbale, sociale/ relazionale, fino anche all’aggressione fisica; Vaillancourt & Sharma, 2011). Quest’ultimo aspetto potrebbe essere una delle ragioni per le quali si tende a minimizzare la consapevolezza di tali condotte o, in altre parole, usare tattiche di seduzione anche senza sapere che lo stiamo facendo (cfr. von Hippel & Trivers, 2011).

E per quanto riguarda il rifiuto, se invece si vuole mostrare all’altro di non essere disponibili a farsi avvicinare? Per gli esseri umani di sesso femminile, alcuni di questi segnali sembrano essere il non guardare il potenziale partner, girare il corpo e lo sguardo da un’altra parte, muovere la testa in segno di ‘no’ e l’aggrottare le sopracciglia (Clore, Wiggins, & Ith, 1975; Moore, 1998).

Conclusioni

In sintesi, tenendo in considerazione l’impatto che la cultura e le situazioni in cui ci troviamo esercitano sul nostro modo di fare, sembra che i comportamenti che segnalano la disponibilità – o il rifiuto – ad essere avvicinati da un potenziale partner siano in qualche modo codificati, catalogabili e siano riconosciuti da entrambi i sessi. La prossima parte tenterà di dare un’idea di quali sono alcuni segnali comportamentali femminili che la psicologia rileva essere letti da uomini e donne come segnali di disponibilità ad una relazione a breve termine di tipo sessuale.

Nello specifico il focus sarà sugli indizi di ‘exploitability’ femminile, di particolare interesse perché legati all’espressione di una qualche forma di vulnerabilità (reale, o solo vista come tale dall’osservatore) che, a sua volta, tende ad associarsi all’essere percepiti dall’altro come un potenziale partner o rivale per una relazione (perlopiù intesa come relazione a breve termine). L’exploitability si manifesta attraverso segnali precisi, che attivano nell’osservatore emozioni e pensieri legati all’attrazione sessuale, motivando così l’impiego di comportamenti (tattiche e strategie) volti a raggiungere l’obiettivo di sfruttare (sessualmente) l’altro (target) percepito come facilmente accessibile (Goetz et al., 2012).

 

Leggi la seconda parte dell’articolo:

Il gioco delle coppie per la psicologia evoluzionistica: i segnali femminili di corteggiamento – Seconda parte

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Corteggiamento: tratti di personalità associati al rischio di exploitability
Il gioco delle coppie per la psicologia evoluzionistica: i segnali femminili di corteggiamento – Seconda parte

Studiare i segnali del corteggiamento può permettere di individuare i comportamenti attuati per stringere una relazione di coppia a breve o lungo termine

ARTICOLI CORRELATI
“Se ti tradisce è perché manca qualcosa nella vostra relazione”. Credi ancora nelle favole?

Uno studio condotto sugli utenti di Ashley Madison, famoso sito di incontri extraconiugali, fa luce sulle ragioni che portano al tradimento

Ansia relazionale: come affrontare la paura dell’abbandono?

L'ansia relazionale è la paura persistente, pervasiva ed eccessiva del rifiuto o dell'abbandono inaspettato in una relazione

WordPress Ads
cancel