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L’applicazione dell’ACT con i genitori durante la pandemia di Covid-19

L'ACT si può proporre come intervento per genitori con difficoltà nella gestione dei figli sia in questo periodo pandemico sia in momenti di quotidianità

Di Marta Chemello

Pubblicato il 03 Nov. 2021

L’ACT pone attenzione a tre aspetti fondamentali: mindfulness e accettazione, azioni impegnate e in linea con i nostri valori e self-compassion.

Marta Chemello – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva e Ricerca, Mestre

 

La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova le famiglie, alcuni genitori hanno continuato il loro impiego, aumentando il rischio di possibili contagi all’interno della propria famiglia, altri ancora sono stati alle prese con le richieste scolastiche poste ai loro figli.

A loro volta alcuni genitori avevano la propria famiglia di origine di cui prendersi cura. A ciò si aggiungono ulteriori difficoltà dovute alle caratteristiche dei propri figli, che possono manifestare fragilità dal punto di vista emotivo oppure difficoltà a livello comportamentale. Di conseguenza molti genitori si sono trovati a rivestire ruoli tra loro eterogenei che, in alcune circostanze, hanno aumentato i livelli di stress percepiti.

Cos’è l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT)

L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) si può proporre come modello per l’intervento con genitori che manifestano difficoltà nella gestione dei propri figli sia in periodo di incertezza, come il presente, sia in momenti di ordinaria quotidianità. Tale modalità d’intervento è stata infatti utilizzata con successo in genitori di bambini con autismo (Da Paz &Wallander, 2017), con malattie croniche (Irwin, Jesmont&Basu, 2019) o in situazioni di stress genitoriale (Gouveia, Carona, Canavarro&Moreira, 2016). Lisa Coyne e collaboratori (2020) hanno proposto una modalità d’intervento indirizzata a promuovere nei genitori una maggior flessibilità psicologica e una più intensa attenzione verso la cura di sé. La flessibilità psicologica viene descritta come la capacità di comprendere la situazione attuale, rimanendo consapevoli di ciò che sta succedendo nel presente al fine di adattare il nostro comportamento alle specifiche richieste della situazione (Hayes, Strosahal & Wilson, 2012; Kashdan & Rottenberg, 2010). La cura di sé implica invece la capacità di occuparsi della propria salute fisica e mentale. Poiché questi elementi appaiono fondamentali nella regolazione emotiva durante i periodi di maggiore difficoltà, l’ACT pone attenzione a tre aspetti fondamentali che ben promuovono le competenze sopra citate: mindfulness e accettazione, azioni impegnate e in linea con i nostri valori e self-compassion.

Le indicazioni fornite sono pertanto le seguenti:

  • ricordare a noi stessi che anche i piccoli obiettivi che ci poniamo sono importanti e possono dare avvio a cambiamenti di maggiore entità;
  • non pensare sia necessario intervenire su molti aspetti contemporaneamente, poiché le differenti aree della nostra vita sono tra loro correlate; dunque cambiamenti in una di esse possono portare a delle modificazioni anche in altri ambiti;
  • guidare i genitori ad identificare le loro modalità di interazione con i propri figli piuttosto che sostenere la loro ricerca dell’essere dei genitori perfetti;
  • dare importanza anche ai più piccoli gesti e ai brevi momenti di condivisione;
    incoraggiare i genitori a cercare aiuto, mantenendo i legami con amici e parenti che li possono sostenere nei momenti di difficoltà;
  • promuovere nei genitori la capacità di osservarsi dall’esterno, magari attraverso lo sguardo di una persona a loro cara.

Come applicare l’ACT nella vita quotidiana

Come fare quindi per seguire i consigli fin qui forniti?

Seguendo la proposta di Coyne diventa fondamentale essere presenti a ciò che ci accade nel qui ed ora, ricordando a noi stessi che anche i piccoli gesti ed attenzioni sono importanti. Inoltre è fondamentale accettare ciò che ci accade, non in maniera passiva, ma mantenendosi aperti anche alle inevitabili emozioni spiacevoli che sperimentiamo nella nostra quotidianità; ciò permette ai genitori di riconoscere che anche a loro sono concessi dei momenti di vulnerabilità.

Altro elemento saliente è l’abilità di defusione, che consiste nell’adattarci con maggior facilità a ciò che ci accade, iniziando magari prendendo semplicemente consapevolezza di quello che ci sta succedendo e ricordando che i nostri pensieri sono semplicemente pensieri. Un’ulteriore indicazione che viene fornita consiste nel promuovere nei genitori la capacità di osservare se stessi dall’esterno con l’obiettivo di notare i loro comportamenti, sia quelli efficaci che non.

In secondo luogo promuovere nei genitori il riconoscimento dei loro valori li porta ad una maggior consapevolezza di ciò che davvero conta per loro; una volta fatto ciò sarà per loro possibile scegliere quali comportamenti attuare.

Infine incoraggiare i genitori a fermarsi e fare qualcosa per se stessi, in questo modo si ridurranno i sentimenti di autocritica e si accetteranno le proprie imperfezioni. Se ciò risultasse per loro difficile, i caregiver potrebbero dedicare a se stessi ciò che consiglierebbero ad un caro amico che ha trascorso una giornata difficile. Fortunatamente la pandemia ha una caratteristica di universalità che ci permette facilmente di condividere il nostro attuale stato d’animo con gli altri, mantenendo attiva la condivisione di emozioni e sentimenti a volte spiacevoli.

Le indicazioni fornite in questo articolo potrebbero essere utili da condividere con i genitori che arrivano a noi in questi mesi, preoccupati da un anno scolastico fatto di possibili nuove interruzioni dovute alla pandemia; fornire loro delle nuove abilità o suggerire loro semplici indicazioni potrebbe contribuire al miglioramento della salute mentale e favorire lo sviluppo di una più serena relazione con i loro figli.

 

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