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Self-efficacy e sport: quando l’autoefficacia percepita fa la differenza

È necessaria una salda convinzione di autoefficacia nello sport per sostenere l’impegno necessario a convertire le potenzialità in competenza atletica

Di Eleonora Santarelli

Pubblicato il 22 Ott. 2021

Il senso di autoefficacia è la percezione che l’atleta ha delle proprie possibilità di raggiungere il successo nell’esecuzione di un compito, e cioè il senso di competenza, di “poter fare”.

 

Gli sport agonistici richiedono requisiti molto elevati negli atleti in termini di prestazioni fisiche e psicologiche. Gli atleti sono chiamati a resistere a stress significativi sia durante la competizione che durante l’allenamento quotidiano, il tutto fin dalla tenera età iniziale richiesta dagli sport di alto livello.

Self-efficacy

L’autoefficacia (self-efficacy) viene definita da Bandura come “la fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”. Il senso di autoefficacia agisce quindi come spinta motivazionale, può essere infatti considerato il motore dell’azione.

Gli effetti positivi di un buon senso di autoefficacia si estendono anche alla continuità dell’impegno, alla persistenza nel tempo dello sforzo, nonché alla creatività e alla libertà di operare autonomamente delle scelte.

Autoefficacia e attività fisica

McAuley (1992) considera l’autoefficacia e l’attività fisica in una relazione circolare, dove chi si sente più efficace è maggiormente portato ad intraprendere l’attività fisica, ma anche dove chi fa attività fisica sperimenta sentimenti di maggior efficacia personale. È quindi presente un’autoefficacia iniziale che spinge l’individuo a praticare attività fisica. (Figura 1)

Situazioni di stress e competizione

Le abilità atletiche richiedono un lungo periodo di sviluppo e perfezionamento. Durante questo processo evolutivo, gli aspiranti atleti devono riuscire a tenere duro nelle difficoltà e a non abbandonare mai la speranza quando si trovano di fronte a ostacoli scoraggianti e ai fin troppo comuni giudizi scettici sulle loro capacità di riuscita. È necessaria una salda convinzione di autoefficacia per sostenere l’impegno necessario a convertire le potenzialità in competenza atletica.

In vari sport, il livello del senso di efficacia è il fattore psicologico che, fra gli atleti d’élite, differenzia più attendibilmente quelli che hanno successo da quelli che ne hanno meno (Mahoney, 1979).

I processi psicologici attivati dalle convinzioni di efficacia influenzano quasi tutti gli aspetti del funzionamento atletico. Gli atleti devono lavorare duramente e a lungo per padroneggiare le abilità richieste dal loro sport e per tenere duro di fronte ad ostacoli, stressor o infortuni.

Un aspetto che contraddistingue gli atleti di successo è la capacità di gestire gli stressor nella competizione e momenti sfavorevoli con un incrollabile senso di efficacia. Chi ha un senso di efficacia elevato aumenta le aspirazioni e migliora il livello delle prestazioni; chi ha un senso di efficacia moderato si accontenta e riposa sugli allori; chi dubita di poter ripetere il successo per cui ha tanto faticato riduce le aspirazioni e la motivazione personale.

È facile restare fedeli ai propri obiettivi sportivi quando i successi arrivano senza troppa fatica. Ma è difficile continuare a perseguire obiettivi impegnativi quando gli insuccessi, i passi falsi e lunghi periodi di difficoltà li fanno apparire al di là della propria portata. In circostanze scoraggianti come queste, le convinzioni di efficacia contribuiscono a rafforzare il sostegno offerto dagli obiettivi preposti. (Bandura, 2014)

L’autoefficacia è rappresentata dalla fiducia nelle proprie capacità per affrontare una situazione competitiva che può influenzare fortemente la prestazione.

Atleti con capacità simili e un diverso grado di sicurezza di sé non forniscono prestazioni dello stesso livello. Gli atleti dotati ma tormentati da dubbi su di sé hanno prestazioni molto inferiori alla loro possibilità, e quelli che hanno meno talento ma sono molto più sicuri di sé possono superare avversari più dotati che non credono nelle proprie capacità. Tali discrepanze tra capacità e risultati mettono in luce l’importante contributo delle convinzioni di efficacia nella performance sportiva.

Gli sport agonistici rivelano la fragilità del senso di efficacia. Una serie di insuccessi capace di indebolire la convinzione della propria efficacia crea una crisi prestazionale negli atleti professionisti che, a causa delle loro insicurezze, non mettono adeguatamente a frutto le loro abilità nonostante ne abbiano completa padronanza e la loro stessa sussistenza poggi sulla qualità delle loro prestazioni sportive.

La motivazione e la prestazione secondo Locke sono regolate dagli obiettivi che le persone scelgono di perseguire e la considerazione di sé risulta essere un forte fattore motivazionale.

A parità di doti atletiche, le proprie convinzioni di efficacia sportive sono già un predittore di chi sceglierà di intraprendere certe attività sportive e in che misura queste persone miglioreranno le loro abilità partecipando a programmi di allenamento. Gli atleti che superano questo processo di selezione altamente competitivo possiedono, oltre al talento naturale per l’attività sportiva scelta, la capacità di motivarsi abbastanza da affrontare un processo lungo e impegnativo di continuo perfezionamento.

Quando si compete con avversari molto capaci, vincere o perdere può dipendere anche da un breve calo di attenzione o di impegno o di precisione.

Nell’ambiente sportivo si riconosce da tempo l’importanza di un resiliente senso di efficacia per una prestazione ottimale. In condizioni di forte pressione competitiva, per eseguire efficacemente le abilità apprese, gli atleti devono esercitare un controllo sugli effetti inabilitanti tipici delle attività atletiche agoniste (stressor, cali di motivazione, affaticamento…).

Dallo sport allo sviluppo sociale e cognitivo

La convinzione di autoefficacia è stata studiata ampiamente nell’ambito sportivo poiché rappresenta un importante fattore per la promozione del successo, data l’influenza che esercita sull’atleta, sia nella fase di competizione, sia in quella di allenamento. Il successo di conseguenza aumenterà la fiducia in sé e l’autostima, l’insuccesso la farà diminuire.

Lo sport è un‘attività idonea sia per migliorare abilità fisiche sia per migliorare lo sviluppo cognitivo e sociale in altri ambiti.

L’esperienza sportiva non solo influenza la percezione fisica dell’atleta, ma si traduce in sicurezza nelle proprie capacità, autocontrollo e gestione dello stress.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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