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Gaslighting: esistono tratti di personalità associati a questa dinamica relazionale manipolatoria?

Il gaslighting è un comportamento in cui un individuo cerca di manipolare sensazioni, pensieri, azioni, emozioni e percezione della realtà dell'altro

Di Sara Magliocca

Pubblicato il 26 Ott. 2021

Aggiornato il 29 Ott. 2021 10:56

Numerosi studi hanno indagato l’associazione tra gaslighting e caratteristiche psicologiche degli abusatori e delle vittime, ma non è ancora chiara l’interazione tra esse.

 

Tra le forme di violenza psicologica nella coppia, il gaslighting indica un comportamento manipolativo, spesso difficile da identificare, in cui un individuo (il cosiddetto “gaslighter”), cerca di controllare e alterare le sensazioni, i pensieri, le azioni, le emozioni e persino la percezione di realtà del proprio partner (il “gaslightee”) (Calef & Weinshel, 1981).

Stern, (2007) suggerisce che i partner coinvolti in una relazione di gaslighting tendono a mostrare tratti complementari che strutturano diversi tipi di comportamenti abusanti. Il “glamour” gaslighter esercita il controllo del partner adulandolo e facendolo sentire speciale, difendendosi normalizzando tali comportamenti. Il gaslighter “bravo ragazzo” si impegna a preservare un’immagine positiva di sé, fingendosi interessato al partner, ma soddisfando di base i propri bisogni narcisistici. Infine, i gaslighter “intimidatori” sono apertamente critici e disapprovanti, inducendo sentimenti di disperazione e impotenza nei loro partner.

Le vittime di gaslighting attraversano tipicamente tre fasi: incredulità, difesa e depressione. Nelle fasi iniziali, questa forma di relazione può essere molto insidiosa; nonostante la vittima riesca a preservare il proprio senso di realtà, possono non emergere segni tangibili di abuso emotivo, come insulti o comportamenti di controllo (Stern, 2007). Nelle fasi successive il gaslightee si ritrova sopraffatto dal partner abusante (Stern, 2007).

Numerosi studi hanno indagato l’associazione tra gaslighting e caratteristiche psicologiche degli abusatori e delle vittime (Ehrensaft et al., 2006; Ornduff et al., 2001), ma non è ancora chiaro come i tratti di personalità di gaslighters e gaslightee interagiscano e si completino a vicenda.

Secondo studi precedenti, la violenza nella coppia è associata a tratti di personalità antisociali (White & Widom, 2003), schizoidi (Hamberger et al., 2000), narcisistici (Yang & Mulvey, 2012) e borderline (Holtzworth-Munroe & Meehan, 2004); espressione di tre domini disfunzionali della personalità: il distacco, (ossia una grave mancanza di empatia e difficoltà nel coinvolgimento in relazioni intime); la disinibizione, (ovvero l’incapacità di gestire l’impulsività); infine, l’antagonismo, (cioè la tendenza a denigrare il proprio partner). D’altra parte, il rischio di essere vittima di una relazione disfunzionale correla con tratti di personalità borderline (Gunderson & Sabo, 1993; Ménard & Pincus, 2014) e antisociali (Daigle & Teasdale, 2018), ricondotti al dominio della disinibizione, dell’affettività negativa (ossia l’incapacità di gestire gli affetti negativi) e dello psicoticismo (che può portare all’incapacità di proteggersi).

L’indagine di Miano et al. (2021), ha valutato relazioni di 250 giovani adulti italiani, per indagare domini disfunzionali di personalità dei gaslighter e delle vittime.

Secondo i risultati, aver vissuto un’esperienza di gaslighting non variava in relazione all’età o al genere del partecipante, poiché non sono emerse differenze significative tra uomini e donne.

Alcuni domini di personalità si associavano a determinati comportamenti di gaslighting.

Il distacco correlava al glamour gaslighter, che, sebbene impegnato a controllare il proprio partner attraverso l’adulazione e la gratificazione, si rivela incapace di esprimere un reale affetto. L’adulazione costituisce un tentativo di manipolare l’altra persona (Stern, 2007) e li porta ad essere percepiti come attraenti, mentre instaurano una relazione apparentemente priva di conflitti e incomprensioni.

Al gaslighter “bravo ragazzo”, corrispondeva il dominio della disinibizione ed in particolare la tendenza a ricercare una gratificazione istantanea, che consiste nell’utilizzare la relazione come un mezzo per ottenere ricompense narcisistiche (Stern, 2007).

Contrariamente alle ipotesi, l’antagonismo, caratterizzato da una grave mancanza di abilità interpersonali, non sembrava impattare in nessuna delle tre categorie di gaslighting. Anche l’affettività negativa non correlava direttamente con i comportamenti di gaslighting, sebbene contribuisca negativamente al clima emotivo relazionale.

Inaspettatamente, lo psicoticismo si associava a tutte e tre le categorie di gaslighting. Essendo un tratto caratterizzato da una generale incapacità di adattamento, può portare a comportamenti dannosi nei confronti del proprio partner (Yang & Mulvey, 2012), mentre a lungo termine condiziona la capacità da parte delle vittime di valutare oggettivamente la relazione (Stern, 2007).

Tratti di personalità delle vittime, si associavano a determinati comportamenti di gaslighting.

Soggetti con elevata disinibizione (con impulsività e ricerca di sensazioni) agiscono senza considerare l’esperienza passata o le conseguenze future, cosa che potrebbe indurli a non percepire il comportamento abusivo del partner, vedendo un minimo segno di apprezzamento come un buon motivo per mantenere la relazione. La regolazione emotiva disfunzionale incrementa la probabilità di coinvolgimento in una relazione abusiva (Gunderson & Sabo, 1993; Ménard & Pincus, 2014); e un’elevata ricerca di sensazioni comporta l’incapacità di evitare ambienti interpersonali non sicuri (Stoel et al., 2006).

La presenza di psicoticismo, caratterizzato da comportamenti e pensieri bizzarri, comporta una grave mancanza di mentalizzazione (Lamotte & Murphy, 2017; Moskowitz, 2004) che si associa ad una vulnerabilità alle relazioni abusive (Asen & Fonagy, 2017; Pallini et al., 2017) compromettendo la capacità di identificarle.

Il distacco non era un dominio caratteristico delle vittime di gaslighting, poiché sono gli individui con tratti di personalità dipendenti più a rischio di essere coinvolti in una relazione violenta (Loas et al., 2011).

Anche l’antagonismo dei gaslightee si associava ai comportamenti di gaslighting. Poiché si tratta di un dominio legato alla grandiosità e quindi al bisogno di attenzione, è probabile che le vittime ricevano gratificazione narcisistica dal partner affascinante o che si comporta da “bravo ragazzo”.

Tradizionalmente, i tratti narcisistici si associano alle esperienze di abuso relazionale (Ménard & Pincus, 2014) per cui il bisogno di validazione della vittima verrebbe rispecchiato dalla tendenza del gaslighter ad essere lusinghiero e reattivo (Stern, 2007).

Questa indagine ha rilevato come sia gli uomini che le donne possano essere soggetti al gaslighting e che l’età non ha un impatto significativo. Inoltre, ha cercato di individuare i correlati di personalità dell’abuso prolungato nella relazione di coppia, al fine di individuare i soggetti più a rischio e sviluppare futuri interventi per prevenire efficacemente il loro coinvolgimento in una dinamica abusante (Hines & Saudino, 2008).

 

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