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Beck tra ricerca clinica e politica – 100 anni di Aaron T. Beck – Parte 5

Il protocollo di psicoterapia di Aaron T. Beck fu la risposta adatta alle richieste di verificabilità clinica fatte dal sistema di assicurazioni sanitarie

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 28 Lug. 2021

Il racconto di come Beck fece diventare la sua terapia un trattamento efficace, finanziato dal governo e dalle assicurazioni.

 

La fortuna di Beck esplose anche grazie alla parallela ascesa della Evidence-Based Medicine (EBM) (Smith & Rennie, 2014). L’EBM, proprio come il DSM e il protocollo di Beck furono la risposta adatta alle richieste di verificabilità clinica fatte dal sistema di assicurazioni sanitarie promosso dall’amministrazione Carter alla fine degli anni ’70. Anche la psicoterapia doveva allinearsi con i nuovi standard nazionali per la ricerca medica e farmacologica. I trial randomizzati diventarono il metodo di scelta privilegiata di conferma dell’efficacia.

Beck comprese l’importanza della svolta di Carter e si inserì in quella direzione, capendo che poteva farsi finanziare a livello federale. Non fu però l’unico. Con lui c’era Klerman, un altro psichiatra interessato alla psicoterapia della depressione e che visitò la clinica di Beck all’inizio del 1975 e fu colpito da come Beck includesse nel manuale le trascrizioni delle interazioni tra paziente e terapeuta. Per questo decise di sviluppare insieme a Myrna Weissman un manuale simile a quello di Beck ma maggiormente ispirato alla teoria delle relazioni interpersonali di Harry Stack Sullivan e focalizzato sui pensieri consapevoli nel qui-e-ora, come quello di Beck. Klerman chiamò il suo approccio Terapia Interpersonale. Beck, Rush e Kovacs ricambiarono la visita a Klerman e lo aiutarono a sviluppare il suo manuale.

L’alleanza di Beck con Klerman si rivelò politicamente decisiva, perché Klerman era stato nominato da Carter amministratore della Alcohol, Drug Abuse and Mental Health Administration e inoltre aveva incontrato Parloff e Waskow, due esponenti del National Institute of Mental Health (NIMH) incaricati, per decisione del presidente Carter e del Congresso, a finanziare studi di efficacia della psicoterapia. In questo modo Klerman diventò in grado di prendere decisioni politiche federali sulla salute mentale. Klerman incontrò Parloff e Waskow al NIMH nel luglio 1976 e riferì a Beck che era tempo di discutere l’uso di scale di valutazione comuni, criteri comuni per la selezione dei pazienti, condivisione dei dati, e altre questioni metodologiche. È interessante notare che gli incontri avvennero durante congressi di psicologia e ricerca in psicoterapia: il convegno annuale dell’American Psychological Association del 1976 e quello della SPR del 1977 (Rosner, 2018; Smith & Rennie, 2014). In questo modo Klerman ottenne di organizzare un trial randomizzato multicentrico finanziato con 1,3 milioni di dollari e noto come il programma di ricerca collaborativa per il trattamento della depressione (TDCRP). il TDCRP confrontava la terapia cognitiva di Beck, la terapia interpersonale di Klerman, un trattamento farmacologico anti-depressivo e una condizione di controllo. I terapisti avrebbero standardizzato i trattamenti usando i manuali di Beck e Klerman.

Lo studio ebbe luogo e confermò l’efficacia sia del modello di Beck che di quello di Klerman. E tuttavia, il modello di Beck si diffuse nella pratica clinica reale molto di più di quello di Klerman. Perché? La risposta sta nella tempestività sia della pubblicazione dei rispettivi manuali che nella disponibilità a fornire formazione ai clinici. Infatti, Beck si dimostrò infaticabile nel perseguire una pubblicazione rapida del suo manuale. Dopo averlo revisionato per 5 anni con i suoi studenti specializzandi, Beck impresse una accelerazione, negoziò un buon accordo editoriale con Guilford e pubblicò il manuale nel 1979, prima ancora che lo studio di efficacia con Klerman partisse. Al contrario, il manuale di Klerman e Weissman uscì solo nel 1984 (Klerman, Weissman, Rounsaville, & Chevron, 1984), solo un anno prima che apparisse il secondo manuale di Beck, questa volta sull’ansia (Beck & Emery, 1985). Nello stesso 1984 uscirono altri due manuali di psicoterapia, di Hans Strupp e Lester Luborsky (Luborsky, 1984; Strupp & Binder, 1984). È chiaro che l’ascesa dei protocolli di psicoterapia manualizzata fu un processo tanto politico quanto clinico o scientifico.

Non è un caso che anni dopo David Clark, il collaboratore di Beck nel Regno Unito, fosse in grado di effettuare un’operazione simile a quella di Beck e ancor più in grande stile, facendo adottare il protocollo cognitivo per l’ansia all’intero sistema sanitario anglo-sassone, stabilendo il programma ‘Improving Access to Psychological Therapies’ (IAPT) (Layard e Clark, 2015).

Insomma, Beck aveva capito che con Klerman si era ben posizionato per raccogliere vantaggi sia economici che politici. I manuali di Strupp e Luborsky erano i prodotti di questo stesso movimento scientifico e politico, della stessa rivoluzione nella ricerca in psicoterapia (Luborsky e DeRubeis, 1984). Tutti beneficiarono dei finanziamenti di Parloff e Waskow, ma Beck aveva capito che il tempo era una moneta altrettanto importante dei finanziamenti e aveva battuto tutti. Battuti dove? Sul tempo.

 

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Beck, A. T., Rush, A. J., Shaw, B. J., & Emery, G. (1979). Cognitive therapy of depression. New York, NY: Guilford Press.
  • Beck, A. T., & Emery, G. (1985). Anxiety disorders and phobias: A cognitive approach. New York, NY: Basic Books.
  • Klerman, G. K., Weissman, M. M., Rounsaville, B. J., & Chevron, E. S. (1984). Interpersonal psychotherapy of depression. New York, NY: Basic Books.
  • Luborsky, L. (1984). Principles of psychoanalytic psychotherapy: A manual for supportive-expressive treatment. New York, NY: Basic Books.
  • Luborsky, L., & DeRubeis, R. J. (1984). The use of psychotherapy treatment manuals: A small revolution in psychotherapy research style. Clinical Psychology Review, 4, 5–14.
  • Rosner, R. I. (2012). Aaron T. Beck's drawings and the psychoanalytic origin story of cognitive therapy. History of Psychology, 15(1), 1.
  • Rosner, R. I. (2014). The “splendid isolation” of Aaron T. Beck. Isis, 105(4), 734-758.
  • Rosner, R. I. (2018). Manualizing psychotherapy: Aaron T. Beck and the origins of Cognitive Therapy of Depression. European Journal of Psychotherapy & Counselling.
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