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I software compensativi nei DSA: come renderli efficaci

Esistono numerosi software compensativi fondamentali per garantire l’autonomia degli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento

Di Jessica Trentin

Pubblicato il 28 Giu. 2021

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi del neurosviluppo caratterizzati da difficoltà persistenti nell’apprendere le abilità strumentali di base.

Jessica Trentin – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva e Ricerca, Bolzano

 

Si tratta di un disturbo che coinvolge uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

A seconda dell’abilità strumentale coinvolta si parla di: Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia (CC-ISS, 2011).

Nonostante i DSA durino tutta la vita, il decorso è variabile, in quanto può dipendere anche dalle interazioni e compiti richiesti dal contesto ambientale e soprattutto dai sistemi di sostegno e di intervento disponibili (DSM-5, 2013).

In molti casi i DSA possono presentarsi in concomitanza con disturbi emotivi e comportamentali che, se vengono sottovalutati, possono rappresentare un fattore di rischio per il benessere psicologico dell’individuo (Mugnaini et al., 2008).

È anche per questo motivo che negli anni vi è stata una sensibilità maggiore nel cogliere queste difficoltà e nel riconoscerle per quello che sono, senza confonderle con pigrizia, mancanza di impegno o segno di poca intelligenza. Nel 2010, infatti è stata istituita la Legge 170/10 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” con lo scopo di offrire pari opportunità di sviluppo delle proprie potenzialità a livello scolastico e sociale.

In particolare, l’articolo 5 di tale legge fa riferimento a quelli che sono gli strumenti compensativi e dispensativi a cui gli studenti con un DSA hanno diritto. Gli strumenti dispensativi, come dice la parola stessa, “dispensano” l’alunno da quelle prestazioni i cui esiti non dipendono dal proprio impegno. Per strumenti compensativi, invece, si intendono mezzi di apprendimento alternativi che permettono di compensare le difficoltà di apprendimento.

Il presente articolo ha l’obiettivo di focalizzarsi su una particolare tipologia di strumento compensativo che è quella della tecnologia. Al giorno d’oggi, infatti, oltre a diversi strumenti didattici come l’uso di grafici, formulari e tabelle, esistono numerosi programmi in grado di poter creare mappe concettuali, leggere e scrivere con la sintesi vocale e di eseguire calcoli matematici.

Questi strumenti prendono il nome di software compensativi e sono fondamentali per garantire l’autonomia dello studente con un DSA, che nonostante le sue difficoltà specifiche è comunque in grado di raggiungere gli obiettivi della classe.

Ma il quesito che si vuole discutere è: basta fornire un software compensativo allo studente per risolvere il problema? La risposta è no, e questo perché quando si compensa una difficoltà specifica occorre tenere in considerazione le caratteristiche di apprendimento e i sistemi motivazionali dello studente.

Nell’articolo “La dislessia e i disturbi specifici di apprendimento” presente nella rivista bimestrale “Annali della Pubblica amministrazione”, Flavio Fogarolo mette in evidenza sostanzialmente tre criticità che condizionano l’efficacia della tecnologia utilizzata come strumento compensativo:

  • Un’inadeguata valutazione dei prerequisiti dello studente;
  • L’utilizzo di strumenti che sfruttano esclusivamente il canale uditivo ignorando gli altri stili di apprendimento della persona;
  • Un’ inadeguata presa in carico educativa nel momento in cui lo strumento tecnologico viene introdotto;

Per quanto riguarda il primo aspetto, un prerequisito fondamentale per l’utilizzo di programmi di sintesi vocale, ad esempio, è possedere una sufficiente comprensione di ascolto. Si tratta infatti di una capacità carente in molti alunni con un DSA. In un caso come questo sarà più opportuno utilizzare altre strategie che evitino di sovraccaricare la memoria di lavoro come semplificare il testo oppure ricorrere all’uso di strumenti che fanno leva su altri canali sensoriali come le mappe concettuali.

Infatti, come ricorda F. Fogarolo, i primi strumenti di sintesi vocale per studenti con un DSA venivano ricavati da ausili informatici per i non vedenti, trascurando di conseguenza tutti gli altri canali sensoriali attraverso cui è possibile apprendere. Negli studenti con un DSA, infatti, è proprio il canale visivo non verbale quello che solitamente risulta il più funzionale all’apprendimento.

Per quanto riguarda l’ultimo aspetto, invece, relativo alla presa in carico educativa, da una ricerca condotta dall’AID (Associazione Italiana Dislessia) del Veneto nel 2008 (Fogarolo e Scapin, 2009 ) si può osservare una completa mancanza di affiancamento da parte degli insegnanti nell’introdurre la funzionalità dei software compensativi per gli alunni con un DSA che li utilizzano. Questi studenti, infatti potrebbero non vedere le potenzialità di uno strumento del genere, in quanto poco consapevoli di come adattare le risorse del computer a quelle che sono le proprie esigenze.

Le difficoltà nel saper utilizzare in maniera efficace la tecnologia per compensare i DSA sono emerse in maniera ancora più evidente durante la DAD (Didattica a distanza) introdotta durante i periodi di lockdown imposti a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Per un alunno con un DSA, infatti, ascoltare una lezione frontale in video, può essere vantaggioso, solo se associata alla presentazione di immagini che accompagnano i vari passaggi, ma se manca questo supporto, rischia di sollecitare l’attenzione uditiva richiedendo un grosso carico della memoria di lavoro (Vicari e Di Vara, 2021, p.54).

Quando si parla di software compensativi, bisogna dunque essere in grado di saperli adattare allo studente in questione, personalizzando la didattica.

Nelle “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento”, viene ribadito come gli studenti utilizzino modalità diverse gli uni dagli altri per apprendere. Perciò, affinché un apprendimento risulti efficace occorre saper adattare le modalità di insegnamento a quello che è lo stile di apprendimento dell’alunno.

Il modo in cui una persona apprende dipende anche da come percepisce l’informazione, ovvero dai canali sensoriali preferenziali. Sulla base di questi ultimi è possibile distinguere quattro stili differenti:

  • Lo stile visivo verbale: lo stile di chi ha una preferenza per la letto-scrittura e apprende più facilmente facendo riassunti, prendendo appunti e di chi preferisce avere istruzioni e spiegazioni scritte
  • Lo stile iconografico: lo stile di chi preferisce studiare attraverso immagini, grafici, tabelle e mappe concettuali
  • Lo stile uditivo: lo stile di chi predilige l’ascolto in classe, la sintesi vocale e le registrazioni audio
  • Lo stile cinestetico: lo stile di chi ha una preferenza per le attività concrete e gli esempi pratici
    (Stella G. e Grandi L., 2011 cap.2)

Occorre ricordare che gli studenti con un DSA incontrano maggiori difficoltà attraverso il canale visivo-verbale (che passa attraverso la letto-scrittura), ma possono apprendere sfruttando tutte le altre modalità. In particolare, sembra che usino spesso approcci multimodali e forse è questo il motivo per cui solitamente traggono beneficio da metodi multisensoriali (E. Andreou , F. Vlachos, 2013).

Questa regola vale anche quando si ha a che fare con i software compensativi che devono essere scelti e utilizzati sfruttando i canali sensoriali che risultano preferenziali in quella persona.

Gli insegnanti non devono limitarsi al solo consenso di utilizzo degli strumenti tecnologici, ma stimolarne un loro uso strategico e metodologico, ovviando al rischio di inefficacia delle tecnologie, adottando così una “didattica compensativa” che sostenga i diversi stili di apprendimento. (Fogarolo, Scapin, 2010).

Esempi di software compensativi in grado di sfruttare diversi canali sensoriali possono essere i programmi dell’Anastasis, cooperativa che progetta e costruisce strumenti tecnologici e servizi per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali, costruiti sulla base di modelli verificati da referenti scientifici.

Tra questi vi sono “Geco” pesato per i bambini della scuola primaria ed “Epico”, utilizzato da ragazzi di scuole medie e superiori.

Si tratta di software con diversi ambienti di lavoro, nei quali è possibile leggere libri attraverso la sintesi vocale, creare mappe concettuali, utilizzare la calcolatrice e scrivere imparando a riconoscere gli errori. Questi strumenti permettono di dare valore a quelle che sono le diversità di ognuno rendendole un punto di forza da stimolare e a cui dare importanza. Spesso utilizzare diversi canali sensoriali porta a risolvere in maniera creativa i problemi e permette agli studenti di collegare tra loro i concetti in modi alternativi. Tutto ciò può avere delle ripercussioni positive sull’apprendimento (Anastasis, 2018).

Un errore che spesso la scuola commette è quello di criticare la rivoluzione informatica mettendone in luce unicamente gli aspetti negativi, invece di comprenderne il valore che può avere nella didattica (Vicari e Di Vara, 2021, p.49).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Consensus Conference (2007), Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento-Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference, Milano, 26 Gennaio.
  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, DSM-5. Arlington, VA. (Tr. it.: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014).
  • Mugnaini, D., Chelazzi C., & Romagnoli C. (2008). Correlati psicosociali della dislessia: Una rassegna. Dislessia , 5, 195-210.
  • Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010. Disponibile qui.
  • F. Fogarolo, (2010). Tecnologie per compensare la dislessia: che cosa fare affinché́ siano efficaci?. In Giovanni Simoneschi (A cura di),  Annali della pubblica istruzione 2/2010 p.105-117. Disponibile qui. 
  • Fogarolo F. e Scapin C. (2009), L’efficacia della compensazione tecnologica negli alunni con DSA, in «Studi degli Annali della Pubblica Istruzione», dicembre 2009, Le Mon- nier, Firenze.
  • Vicari S., Di Vara S. (2021). Bambini, adolescenti e Covid-19. Trento: Edizioni Centro Studi Erkson S.p.A.
  • Decreto 5669/2011 allegato Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.
  • Stella G., Grandi L., (2011). Come Leggere la Dislessia e i DSA. Giunti scuola, Firenze
  • E. Andreou , F. Vlachos, (2013). Learning Styles of Typical Readers and Dyslexic Adolescents  Journal of Visual Literacy, 2013 Volume 32 Number 2, 1-14
  • F. Fogarolo, C. Scapin (2010). Competenze compensative.Tecnologie e strategie per l’autonomia scolastica degli alunni con dislessia e altri DSA.Trento: Erikson.
  • Anastasis, (2018). Altri BES, Disturbi specifici dell’apprendimento, Mappe concettuali: cosa sono e perché usarle a scuola.
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