In alcuni casi di violenza sessuale e stupro vengono utilizzate delle droghe, le “date rape drugs”, semplici da acquistare e da somministrare, che causano nelle vittime perdita di coscienza e incapacità di difesa, rendendole vulnerabili alla violenza.
La violenza sessuale è un fenomeno universale senza differenze di sesso, età, etnia o classe sociale, che provoca effetti devastanti sia a livello di salute fisica, sia a livello di salute mentale, a breve e lungo termine, come ad esempio: gravidanza indesiderata, le infezioni sessualmente trasmissibili e maggiore suscettibilità ai sintomi psichiatrici, in particolare alla depressione (Costa, Lavorato, Baldin, 2020). I dati ISTAT forniti dal Governo Italiano indicano che il 31,5% delle donne comprese tra i 16 e i 70 anni (quindi 6 milioni e 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: di cui il 21% ha subito una violenza sessuale e il 5,4% ha subito uno stupro o un tentato stupro (ISTAT). Alcuni casi di violenza sessuale e stupro si basano sull’uso della cosiddetta violenza sessuale facilitata dalla droga (DFSA), che causa nelle vittime perdita di coscienza e incapacità di difesa, rendendole vulnerabili alla violenza (Costa, Lavorato, Baldin, 2020). È un noto fenomeno, e sempre più diffuso, l’utilizzo di droghe semplici da acquistare, da utilizzare e da somministrare: vengono definite droghe da stupro, in inglese chiamate “date rape drugs”. Il termine date rape drugs è stato coniato per riferirsi appositamente alle sostanze utilizzate per intossicare e inabilitare potenziali vittime, rendendole ancora più vulnerabili alle aggressioni sessuali, ma soprattutto meno capaci di ricordare i dettagli e in alcuni casi la violenza stessa (Hindmarch e Brinkmann, 1999). In questa categoria rientrano ad esempio il Metaqualone, il Cloralio Idrato, il GHB o Acido Gamma-Idrossibutirrico, il Flunitrazepam e la Ketamina (Julien, Advokat, Comaty, 2012). Il Metaqualone era considerato un farmaco da stupro già negli anni ’70 in quanto l’effetto amnesico si manifestava a dosaggi inferiori a quelli necessari a causare incoscienza e incapacità. Il Cloralio Idrato viene spesso utilizzato in combinazione con l’alcol perché provoca un’intossicazione più grave con torpore e amnesia: questa mistura prende il nome di “Mickey Finn” e ha rappresentato un primo esempio di combinazione utilizzabile come droga da stupro. Il Flunitrazepam è una benzodiazepina importata illegalmente che causa sedazione e amnesia, specialmente se assunta con l’alcol: il risultato è simile al Mickey Finn. La droga più conosciuta sia come droga di abuso, sia come droga da stupro, è sicuramente il GHB (Acido Gamma-Idrossibutirrico): un potente deprimente del sistema nervoso centrale usato come anestetico generale da somministrare per via endovenosa, ora anche diffuso farmaco da abuso. Ha effetti disinibitori, afrodisiaci ed euforizzanti (Julien, Advokat, Comaty, 2012). Ciò che va sottolineato è che è incolore e inodore, presenta solamente un sapore leggermente salato che viene facilmente mascherato se sciolto in una qualsiasi bevanda. Sono necessarie piccole quantità di GHB e circa 10-15 minuti prima che provochi un rilassamento muscolare nella vittima, la quale si sente come se fosse “ubriaca” al punto da poter perdere conoscenza. Inoltre, dal momento in cui viene metabolizzata, la GHB provoca un’amnesia anterograda: la vittima non ha alcun ricordo di ciò che è accaduto in seguito all’ingestione della sostanza. Circa 5 ore dopo, la maggior parte delle persone riacquista una piena funzionalità, le vittime possono prendere consapevolezza di aver subito una violenza, ma non possono ricordare i dettagli o il criminale (Hensley, 2002). È proprio quest’ultimo il vantaggio che questi farmaci, o droghe da stupro, forniscono ai criminali: rendere la vittima incapace di riuscire a ricordare la violenza o i dettagli rilevanti e importanti. È stato condotto uno studio negli Stati Uniti per valutare in che misura l’alcol e altre droghe fossero presenti nei campioni prelevati dalle vittime di stupro in cui le sostanze erano presumibilmente coinvolte. Sono stati testati campioni di urina per 24 mesi, in cerca di tracce riguardanti la presenza di anfetamine, barbiturici, benzodiazepine, cannabinoidi, metaqualone e oppiacei. I risultati hanno indicato un grado considerevole di utilizzo di droghe, in particolare droghe combinate con l’alcol, che supportano l’ipotesi ed indicano un’incidenza piuttosto elevata di queste sostanze nei casi analizzati di stupro e violenza (Hindmarch e Brinkmann, 1999).
È possibile proteggersi? È possibile riuscire a non cadere in questa malefica e terrificante trappola? Sono queste domande che hanno portato tre ragazze americane, come riporta il sito Millionaire (2017), a creare e brevettare la “smart straw” ossia la “cannuccia intelligente”. È una cannuccia che permette di rilevare la presenza all’interno del proprio drink di Ketamina, GHB, Flunitrazepam e altre droghe: sostanzialmente è una cannuccia dotata di due test che diventano blu nel momento in cui rilevano ed entrano in contatto con una droga.
È sicuramente questa la direzione che la ricerca segue, in quanto le conseguenze psicologiche degli abusi e degli stupri, che avvengono a seguito della assunzione involontaria della sostanza, sono peculiari e possono differire dalle reazioni degli altri tipi di stupro (Hensley, 2002). È probabile che sia presente una maggiore confusione e frustrazione associate all’incapacità di ricordare gli eventi riguardanti l’aggressione. La sensazione della vittima è quella di aver perso il controllo e di non avere memoria dell’evento, delle sue azioni e sensazioni durante le ore di intossicazione. Le vittime possono auto-incolparsi, mettendo in dubbio le proprie azioni e i propri atteggiamenti, e spesso questo è intensificato se la donna ha consumato alcol prima dell’assunzione involontaria della sostanza e del successivo stupro. A questo proposito, è importante segnalare, come riporta il sito di École Universitaire Internationale (2017), che è stata inaugurato a Roma il primo centro IRCAV: è il centro di riferimento europeo per le vittime di violenza con droga dello stupro (DFSA), fornisce supporto informativo e consulenza psicologica, medico-specialistica e forense alle vittime e ai loro familiari. IRCAV prevede strutture mediche che assistono le vittime 24/24h, fornendo anche consulenza con le Forze dell’ordine.