Pensiero base dello yoga, dell’approccio mindfulness e dell’autocoscienza Golemaniana, il “qui-ed-ora” è un concetto chiave per un approccio sano alle difficoltà della vita e della Società.
Tuttavia, un suo abuso come mezzo di fuga dalle responsabilità o come metodo per prolungare l’esposizione alle conseguenze può essere dannoso e compromettente.
Una possibile comunanza che si trova fra le varie culture e i vari approcci alla vita è quella dell’utilizzo dell’approccio “qui-ed-ora” nei confronti della vita, ovvero il concentrarsi sulle sensazioni e sul momento che si sta vivendo, attenuando le preoccupazioni verso il futuro o quelle riguardanti il passato (Sacchetti).
Di fatto, il pieno godimento dell’attimo è una componente multiculturale, essendo questo parte integrante del carpe diem dell’epoca romana (Bonazzi, 2018), del pensiero del buddismo originato nelle terre indiane (Lott, 2012) e dell’ikigai giapponese (Mitsuhashi, 2017).
Gli effetti benefici di un atteggiamento curante di vivere il presente sono documentati: diminuzione dell’ansia e dello stress in eccesso (Liberman, Trope, 2008), una maggior consapevolezza del momento che si sta vivendo (Collard, Walsh, 2008), un approccio prosociale più ampio (Roeser, Peck, 2009) e una maggior costruzione di senso nel vissuto (Koshy, Mariano, 2011).
Per i suoi benefici e per le conseguenze positive che possono portare all’individuo, l’approccio di vivere il presente è diventato parte integrante di metodologie terapeutiche (Slavin, 1993) e di contestualizzazioni psicologiche, come le nozioni basate sulla intelligenza emotiva di Daniel Goleman (2013).
Oltretutto, il metodo mindfulness, ovvero una contestualizzazione neuroscientifica delle tecniche di autoconsapevolezza improntate sul qui-ed-ora (Tang, Hölzel, Posner, 2015) è la base di nuove metodologie di terapie e di interventi psicoattitudinali, come la mindfulness-based stress reduction (Pillay, 2016).
Ovviamente, il beneficio dell’ottica “qui-ed-ora”, se applicato oltre i limiti, può arrecare danno.
Una nota critica è stata mossa da Mats Alvesson e Andrè Spicer, professori ed esperti accademici di organizzazione e management attraverso il loro saggio Il Paradosso della Stupidità (2016).
Nel loro testo, i due professori denunciano la minaccia del “qui-ed-orismo” attuata dai manager all’interno delle aziende: di fatto, i manager ed il vertice aziendale possono usare la visione del “vivere alla giornata” come meccanismo di difesa nei confronti delle difficoltà radicate da tempo nell’azienda, attuando così una consapevole ignoranza per procrastinare la soluzione e avere dei rilasci della tensione vicini dal punto di vista temporale (Alvesson, Spicer, 2012).
Attualmente, per via della citata rinnovata popolarità degli interventi basati sul pensiero del “qui-ed-ora”, il mondo clinico ed accademico sta attuando una analisi critica nei confronti dell’abuso dell’attitudine (Winter, 2016), che può rivelarsi controproducente in vari ambiti, come nel precedentemente citato ambito economico e possibilmente nell’ambito della salute, se la persona attua solo questa come filtro dell’esperienza quotidiana (Harvard Men’s Health Watch, 2020).