Il legame madre-bambino è fondamentale per promuovere una crescita sana, incoraggiando, rispondendo, gioendo a ogni gesto spontaneo e creativo del bambino.
Il bambino, fin dalla nascita, è alla ricerca istintiva di una relazione che richiami emozioni positive e sicure che ricerca nella sua figura accudente, la mamma. Come madre ‘Terra’, una mamma è l’origine di tutta la vita, la fonte di ogni nutrimento, che protegge dalle sue stesse calamità; ci sono terreni aridi e terreni umidi, aree sterili ed aree feconde, territori che fruttano un certo tipo di raccolti e territori che ne producono altri.
I sentimenti positivi di una madre per il piccolo possono facilitare i livelli di crescita della materia grigia del cervello limbico, della rappresentazione di sé e dell’altro, con una ristrutturazione dell’autostima e della rappresentazione corporea. Bisogna dare molta importanza anche alla qualità della voce e degli scambi vocali, insieme alle espressioni facciali e alle vocalizzazioni non verbali. Tutto ciò si basa sulla comunicazione tra emisfero destro della madre e emisfero destro del bambino.
Di conseguenza, come scrive Schore, attraverso il collegamento emisfero destro-emisfero destro e le comunicazioni non verbali visuofacciali, tattili-gesturali e auditive-prosodiche, il caregiver e il bambino imparano ognuno la struttura ritmica dell’altro e modificano il loro comportamento per adattarsi a quella struttura, quindi co-creando un’interazione specificatamente adatta al momento per momento (Schore, 2001b, p.203).
Per aiutare i bambini a una sana crescita e allo sviluppo di un vero Sé, come afferma Winnicott, è fondamentale incoraggiare, rispondere, gioire a ogni gesto spontaneo e creativo, evitando di bloccarlo e non interferendo con il giudizio.
Bowlby sottolinea come il bambino, quando non incontra il desideri e l’amore della madre, possa pensare di non essere poi degno di essere amato da nessun altro (Bowlby, 1973), un concetto simile a quello che Ferenczi ha sviluppato ben prima di Bowlby, quando parlava di ‘bambino mai accolto’ (Ferenczi, 1929).
Già dalla gestazione il legame madre-bambino risulta necessario e importante a partire dalla trasmissione delle onde sonore e delle sensazioni tattili al rilascio di ormoni ‘nutrienti al corpo e all’anima’ come la serotonina, l’ossitocina e le endorfine. La madre infatti funziona come ‘regolatore nascosto’ dei sistemi neurobiologici di crescita (Mucci, 2020)
Tra i vari elementi che giocano un ruolo nella costruzione della relazione tra la mamma e il bambino, vi è la rivisitazione da parte della madre stessa della relazione affettiva con la propria madre. Si tratta di una sorta di ritorno alla propria infanzia per comprendere le modalità della propria crescita, delle proprie relazioni, riflettendo su alcuni aspetti che l’hanno caratterizzata. Ricordiamoci che attraverso la crescita del figlio si rivive la stessa fase di crescita percorsa alla stessa età. Se ci si sente arrabbiati, nervosi verso il proprio figlio e non si riesce a dare una spiegazione, in alcuni casi è proprio perché in quel momento, inconsapevolmente, si riattivano una serie di ricordi, richiami alla propria stessa fase evolutiva.
È dalla qualità del rapporto con il genitore che si avvia l’iniziazione del processo di crescita fisico-emotiva del bambino, come un mastro Geppetto costruisce il suo pinocchio.
La violenza delle frustrazioni vissute da una madre che teme o sente di non farcela a occuparsi adeguatamente del figlio può arrivare a mettere pericolosamente in crisi il suo equilibrio personale portandola a reazioni estreme e difficilmente prevedibili di chi le sta attorno (Cancrini, 2017). Pertanto è bene affidarsi ad un esperto se si ha la consapevolezza che qualcosa può sfuggire di mano. Trattiamo bene il ‘nostro essere’, ‘essere figlia’ e il ‘nostro essere genitore’ che a specchio, rivivrà e reagirà nelle dinamiche personali, familiari e interpersonali.