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Circular Learning Hub Public Workshop: project outcomes and knowledge sharing – Report dall’evento

I professionisti della Sigmund Freud University di Milano hanno partecipato al Circular Learning Hub, con un progetto di Realtà Virtuale immersiva

Di Sarah Ghezzi, Virginia Alfieri

Pubblicato il 12 Feb. 2021

I docenti Prof. Gianni Brighetti, Rosita Borlimi, Mattia Nese e Greta Riboli dell’Affective Neuroscience Lab della Sigmund Freud University, Milano hanno partecipato al Circular Learning Hub portando le proprie competenze psicologiche e digitali a favore dell’economia circolare, progettando un esperimento con l’ausilio della Realtà Virtuale immersiva. 

LO PSICOLOGO DEL FUTURO – (Nr. 13) Circular Learning Hub Public Workshop – Report dall’evento

 

Il 18 dicembre 2020 si è svolto il workshop finale del progetto “Circular Learning Hub”, in cui sono stati riuniti formatori, accademici, associazioni, autorità pubbliche perché tutti i partner potessero illustrare i risultati ottenuti nell’arco dell’anno 2019-2020. Il progetto ha coinvolto tre Paesi Europei: Italia, Grecia e Bulgaria ed è stato coordinato dalla professoressa Camilla Mazzoli, dell’Università Politecnica delle Marche, facoltà di economia.

 Circular Learning Hub Public Workshop

Inoltre, il progetto ha visto il sostegno di Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie (Italia), Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (Italia), Modena Energy and Sustainable Development Agency, Cleantech Bulgaria (Bulgaria, coordinatore del progetto: Hamanova Mariyana) e ATHENA RC (Grecia, coordinatore del progetto: Prof. Phoebe Koundouri, Scuola di Economia e Laboratorio ReSEES, AUEB, Direttore EIT Climate KIC Grecia). È risultato inoltre fondamentale il lavoro svolto da Paola Valandro, Education Lead, di EIT Climate-KIC.

Durante il workshop la dottoressa Papadaki (ATHENA RC), la professoressa Mazzoli (Università Politecnica delle Marche), il dottor Nese (Sigmund Freud University, Milano), il dottor Vasslopoulos (ATHENA RC), la dottoressa Valandro (EIT Climate-KIC), le dottoresse Francesca Cappellaro e Martina Francesca (AESS), e la dottoressa Petkova (Cleantech, Bulgaria) hanno presentato la panoramica dell’esperimento, includendo informazioni sui dati raccolti, l’uso dell’implicit association test, della realtà virtuale e del choice experiment. Inoltre, diversi sono stati gli interventi relativi ai corsi di formazione sull’economia circolare nei diversi stati.

La co-creazione internazionale ha favorito un percorso di consapevolezza, intenzione-azione a una più profonda comprensione del pensiero circolare col fine di incoraggiare coloro che hanno un impatto elevato sull’ecosistema a operare scelte più sostenibili.

In contrasto con il cambiamento climatico, l’implementazione dell’Economia Circolare (CE) nella produzione industriale mira alla riduzione dei rifiuti e delle emissioni di gas provenienti dai processi dei materiali e il ri-orientamento dei capitali verso modelli circolari.

Il progetto è stato ideato col fine di andare a formare investitori e imprenditori circa l’Economia Circolare (CE), in particolare per comprendere e identificare i parametri della CE e per imparare ad apprezzarne i benefici, come ad esempio il risparmio di risorse e l’impatto positivo di questa sia a livello economico sia ambientale.

Una delle sfide di questo periodo, infatti, è portare le persone ad attuare comportamenti a favore dell’ambiente, poiché il cambiamento climatico risulta difficile da immaginare dalla maggior parte degli individui che appare psicologicamente distante dai suoi effetti e percepisce le questioni legate al cambiamento climatico solitamente situate in un tempo e/o in luoghi lontani.

La conoscenza ambientale e sui rischi del cambiamento climatico risulta essere un parametro importante per spiegare il comportamento pro-ambientale. Infatti, gli individui istruiti sono portati ad essere più preoccupati per la qualità ambientale e, quindi, più stimolati ad adottare un comportamento responsabile dal punto di vista ambientale a causa della loro comprensione dei potenziali danni.

Si è notato, inoltre, che per riuscire ad ottenere un maggior coinvolgimento delle persone bisognerebbe rendere più vivido il rischio del danno che il cambiamento climatico può portare.

Per lo scopo designato, i membri dell’Affective Neuroscience Lab, Sigmund Freud University, Milano hanno proposto l’utilizzo della Realtà Virtuale (VR) e più in particolare della VR multisensoriale. La VR multisensoriale prevede, oltre alla stimolazione visiva, l’aggiunta di stimoli appartenenti ad altre modalità sensoriali: stimoli olfattivi, tattili e gustativi. L’arricchimento dell’esperienza virtuale è pensato per esaltare la presenza soggettiva e portare ad un coinvolgimento più profondo, in questo caso relativo alle conseguenze ambientali del cambiamento climatico. L’esperienza di realtà virtuale immersiva andrebbe, quindi, ad agire come una forma di Nudge, ovvero una spinta che va ad incoraggiare l’individuo ad una scelta maggiormente ecologica senza imporla.

Il professore Gianni Brighetti e la professoressa Rosita Borlimi, presenteranno alla European Conference on Digital Psychology le molteplici ed innovative applicazioni della realtà virtuale multisensoriale.

 


 

EUROPEAN CONFERENCE OF DIGITAL PSYCHOLOGY
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