Depressione e tiroide: l’associazione tra alterazioni del tono dell’umore e disfunzioni tiroidee è nota fin dal 1825, quando il medico inglese Caleb Hillier Parry per primo descrisse la maggiore incidenza di “disturbi nervosi” nei soggetti con affezioni della tiroide. Gli attuali studi scientifici hanno portato a ritenere che esista un rapporto causa-effetto a doppio senso fra depressione e disfunzioni della tiroide.
La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo che governa, attraverso la produzione ormonale, importanti processi biologici come: il metabolismo, lo sviluppo scheletrico e sessuale, la termoregolazione corporea, il ritmo sonno-veglia e varie altre funzioni neurologiche e psichiche. Il funzionamento della tiroide è regolato dal sistema endocrino e da quello nervoso. L’ipolatamo secerne il TRH che stimola le cellule tireotrope dell’ipofisi a produrre TSH un ormone che, a sua volta, promuove la produzione di due ormoni tiroidei detti T3 e T4. Lo iodio insieme alla tirosina sono necessari per la sintesi di questi ormoni. La tirosina è anche il precursore delle catecolamine: dopamina, noradrenalina ed adrenalina, oltre a regolare varie funzioni fisiologiche, sono coinvolte nella risposta allo stress e nella regolazione del tono dell’umore. La secrezione degli ormoni tiroidei segue un ritmo circadiano; i livelli più alti di T3 e T4 si raggiungono durante la notte e nelle prime ore del mattino, mentre i livelli più bassi si rilevano tra le 12 e le 21 (Hershman JM. 2019)
Le disfunzioni tiroidee, che possono associarsi a processi infiammatori e/o proliferativi, sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo.
L’ ipertiroidismo viene definito come la condizione di iperfunzione della tiroide con ipersecrezione di ormoni tiroidei. Al contrario l’ipotiroidismo è una condizione di ipofunzione tiroidea. Può accadere che nell’ipotiroidismo i valori degli ormoni di T3 e T4 risultino nella norma. In questi casi, l’indice che può suggerire la presenza dell’ alterazione è un aumento del TSH, che viene prodotto in quantità maggiori proprio a causa della mancata inibizione esercitata da parte del T3 e del T4. Se il disturbo è segnalato solo da un TSH alto, con valori normali di T3 e T4, si parla di ipotiroidismo subclinico (Castrucci, 2020).
Gli ormoni tiroidei hanno un ruolo essenziale nella regolazione delle funzioni neurologiche e psichiche (A. Fukao, J. Takamatsu, M. Ito, T. Arishima, H. Yokoyama, M. Tanaka, et al. 2017). Ansia, depressione e altri stati alterati dell’emotività possono presentarsi in caso di malfunzionamento della ghiandola (S. Fujinami 1991). Alcune ricerche sul legame tra depressione e tiroide hanno dimostrato che la depressione si associa all’ipotiroidismo ed all’iperdiroidismo con una frequenza rispettivamente del 56% e del 31% (C. Kirkegaard, J. Faber 1998, Morghese, 2018).
E’ noto che nei casi di ipertiroidismo possano comparire iperattività ed irritabilità. Al contrario le persone ipotiroidee hanno, in genere, un rallentamento delle funzioni psichiche. Secondo i dati disponibili in letteratura circa 1-4% dei pazienti con umore depresso hanno un chiaro ipotiroidismo e una percentuale variabile tra il 4% e il 40% può avere un ipotiroidismo sub clinico (M.P. Hage, S.T. Azar 2012). In quest’ultimo caso i sintomi depressivi possono comparire anche in assenza di segni a carico di altri organi ed apparati tipicamente colpiti nella disfunzione tiroidea.
Nell’ipertiroidismo i sintomi psichici mimano quelli della sindrome ansiosa, ma possono includere anche stati di mania e di depressione. Nel morbo di Basedow-Graves, una patologia autoimmune che provoca ipertiroidismo, l’umore depresso è risultato in relazione con il peggioramento dell’ipertiroidismo provocato dalla malattia (Fukao A., Takamtsu J., Arishima T. et al. 2020). In pazienti con cicli rapidi del disturbo bipolare sono stati osservati valori bassi di ormoni tiroidei o valori di TSH elevati e sono state riscontrate altre evidenze di ipofunzione tiroidea (Perugi G. , Restuccia G. 2005). Questi dati hanno portato a ritenere che esista un rapporto causa-effetto a doppio senso fra depressione e funzione della tiroide.
Gli studi indicano che il legame tra disfunzioni tiroidee e disturbi affettivi può essere determinato da una disregolazione dei ritmi circadiani del TSH e dal coinvolgimento del TRH nella modulazione dell’umore.
Il TRH è presente al di fuori dell’asse ipotalamo-ipofisario ed è considerato un neurotrasmettitore ed un neuromodulatore (Grary et al. 2003, GG Yarbrough, J. Kamath, A. Winokur, AJ. Prage Jr., 2007). La funzione extra-ipotalamica del TRH è stata dedotta da studi farmacologici sulla sua azione e su quella dei suoi analoghi. Tra i vari effetti questo ormone possiede anche quelli antidepressivi ed ansiolitici ( Sattin, 1999; Gutierrez-Mariscal et al., 2008)
Inoltre il coinvolgimento del TRH nella modulazione dell’umore è stato confermato da un esperimento condotto con i topi nei quali una mutazione rendeva il recettore per il TRH inattivo. In questa condizione i topi sviluppavano ansia e depressione ((Yuhua Sun, Bojana Zupan, Bruce M Raaka, Miklos Toth and Marvin C Gershengorn 2009).
Nei disturbi depressivi vi è un’alterazione dei ritmi circadiani, nei soggetti depressi è stato riscontato un basso livello di TSH notturno e nella depressione maggiore è stato evidenziato anche un basso tasso di TSH basale. Si è ipotizzato che queste alterazioni siano legate ad una stimolazione cronica dell’ipofisi da parte del TRH che rende la ghiandola meno responsiva (Lyall LM., Weis Ca., Graham N. et al 2018).