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La mente liberata. Come trasformare il tuo pensiero e affrancarti da stress, ansia e dipendenze (2020) di Steven Hayes – Recensione del testo

Un libro completo, che insegna, emoziona, coinvolge; un libro che non manca di rigore scientifico nel suo contenuto, trasmesso con una leggera semplicità

Di Valentina Nocito

Pubblicato il 19 Nov. 2020

Finalmente a luglio 2020 viene pubblicato anche in Italia La mente liberata, un testo in cui Steven Hayes mette in campo tutte le sue conoscenze, esperienze e competenze come uomo, come psicologo, psicoterapeuta e ideatore dell’ACT.

 

Proprio tale approccio verrà spiegato ed approfondito sia rispetto alle sue origini, aspetti epistemologici e teorie di riferimento, che rispetto alla sua validità scientifica e applicabilità, non soltanto nell’ambito clinico ma più in generale nella vita di ciascuno di noi. Il testo, dal titolo originale A Liberated Mind: How to Pivot Toward What Matters e tradotto in italiano ed edito dalla Giunti, si apre con la prefazione di Paolo Moderato che ne esalta i caratteri salienti, aumentando la curiosità ed il desiderio da parte del lettore di iniziare questo viaggio fra i vari capitoli del testo. Come sottolinea Paolo Moderato, il fine del presente libro è quello di trasmettere alle persone il messaggio secondo cui

per vivere una vita degna, ricca di significato, dobbiamo smettere di vivere nella nostra mente come se fosse la realtà, dobbiamo abbandonare l’impari e perdere la lotta con la sofferenza ed imparare a stare con ciò che è doloroso

ma farlo in modo diverso ossia con un approccio mentale che Steven Hayes chiama flessibilità psicologica. Ma che cosa si intende per flessibilità psicologica e come svilupparla?

L’autore ce lo spiega in modo preciso e attento, ma al contempo semplice, all’interno dei vari capitoli del suo libro.

Ma la flessibilità psicologica contempla in sé diversi aspetti che vanno sviluppati e allenati con costanza ed impegno in quanto, ci spiega Steven Hayes, siamo inclini all’inflessibilità psicologica. Se da una parte infatti, nella nostra mente risiede una parte saggia, dall’altra c’è una parte dominante che l’autore chiama Dittatore Interiore, che ci impone regole, che ci sabota, che ritiene di sapere cos’è giusto per noi e ciò che rappresenta un problema nella nostra vita, applicando anche in questo caso in modo rigido ed inflessibile, strategie di problem solving che, nel tentativo di risolvere il problema, lo causano, lo mantengono o peggiorano, come ad esempio l’evitamento, il controllo esasperato, la ricerca di approvazione e consenso da parte degli altri. Inizia così una lotta interminabile nei confronti di pensieri ed emozioni che riteniamo negative o troppo dolorose e che pensiamo essere loro la causa del nostro male.

Esperienze di vita personale dell’autore e di persone incontrate durante la sua carriera, impreziosiscono il testo.

Dopo una rapida ma esauriente carrellata dei vari contributi nella storia della psicologia, si entra nel panorama della terapia cognitivo comportamentale mettendo in luce ciò che è avvenuto durante le tre generazioni ed il perché molti capisaldi all’interno di tale approccio hanno sentito l’esigenza di ampliare il loro sguardo per riuscire a cogliere perché le persone rimangono intrappolate dentro la loro sofferenza e cosa li aiuta nel processo di cambiamento.

Ed ecco che si giunge nel cuore dell’ACT.

Ho capito che, per imparare ad aiutare le persone a creare un nuovo rapporto con i loro pensieri, le loro emozioni, dovevo comprendere la voce del Dittatore nelle nostre menti.

Il Dittatore Interiore, lo abbiamo tutti, spiega Steven Hayes, e risponde a tacite ed innate regole, che ci inducono a non sbagliare, non essere meno, non…, non vivere liberamente!

Comprendere come funziona la nostra mente per sua natura diventa importante anche nel lavoro con il paziente; non si parla solo di capire ma di accogliere e accettare contenuti anche spaventosi o dolorosi ed osservarli senza per questo identificarci con gli stessi, riuscendo a riconosce la distinzione tra contenitore e contenuto: noi siamo il contenitore, la nostra storia, esperienze di vita, pensieri, emozioni rappresentano il contenuto!

Spesso noi ci identifichiamo con i nostri pensieri, le nostre emozioni e la nostra esperienza ma ciò che viene fatto attraverso l’ACT è di riuscire a sviluppare un sé osservante, scegliendo noi cosa osservare, come osservare e verso cosa muoverci, ma per muoverci verso nuove direzioni bisogna imparare a lasciare andare…

Per molto tempo mi sono sentita come se fossi in un tiro alla fune con un gigantesco mostro d’ansia che cercava di trascinarmi in un baratro senza fondo. Ho lottato e tirato, ma non importa quanto duramente ci abbia provato, non potevo vincere, non potevo nemmeno arrendermi ed essere gettata nell’oblio. Per me è stato molto difficile capire che non avevo bisogno di vincere quella guerra. La vita non mi stava chiedendo questo. Mi stava chiedendo di lasciare andare la fune. Una volta fatto, ho potuto usare braccia e mani per cose più interessanti.

La seconda parte del testo diviene un laboratorio personale per imparare a mettersi in gioco con la descrizione di una serie di esercizi da poter sperimentare in prima persona. L’esercizio della mano, attività per la distinzione del sé trascendente/sé contestualizzato, scrivere e riscrivere la propria storia, esercizi di meditazione mindfulness, esercizi volti a sviluppare la consapevolezza, l’accettazione, la defusione, esercizi per assumere la prospettiva dell’altro, esercizi per riconoscere i propri valori,  per scegliere ciò che è importante davvero per noi e per scegliere degli obiettivi ed impegnarsi nel cambiamento.

Nell’ultima parte del testo, quanto imparato nei precedenti capitoli viene applicato ed approfondito ad ampio raggio rispetto a varie problematiche riscontrabili nella nostra vita (dalla dieta, alla performance, alle relazioni, malattie e disabilità). La flessibilità psicologica, ricorda Steven Hayes, porta effetti benefici nella nostra salute psicofisica se portata avanti con costanza, perché come la danza, una volta imparata la tecnica, l’esercizio costante e quotidiano la renderà più armonica e naturale.

Perché “la vita non è un problema da risolvere, ma un percorso da vivere imparando a camminare”, scrive Paolo Moderato nella prefazione del testo, o danzare la “danza della flessibilità” riprendendo le parole dell’autore.

Un libro completo, che insegna, emoziona, coinvolge; un libro utile sia ai non addetti ai lavori quanto al professionista, un libro che non manca di rigore scientifico nel suo contenuto ma trasmesso con una leggera semplicità che lo rende uno strumento accessibile a tutti.

 

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SCRITTO DA
Valentina Nocito
Valentina Nocito

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Hayes, S. (2020) La mente liberata. Come trasformare il tuo pensiero e affrancarti da stress, ansia e dipendenze. Giunti
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