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La mente liberata (2020) l’ultimo libro scritto da Steven Hayes, fondatore dell’ACT – Recensione

"La mente liberata" è un invito all'azione, non tesa ad evitare la sofferenza, bensì volta a coltivare quello che conta per noi e a migliorare noi stessi.

Di Chiara Rossi Urtoler

Pubblicato il 05 Ott. 2020

Aggiornato il 19 Nov. 2020 10:15

La mente liberata, un testo adatto sia ad un pubblico non esperto, sia ai colleghi terapeuti, in quanto si propone di far comprendere le origini e l’evoluzione dell’ACT utilizzando termini e spiegazioni semplici e comprensibili e quindi ripetibili anche nel lavoro clinico con il paziente.

 

A dispetto del sottotitolo della versione italiana (Come trasformare il tuo pensiero e affrancarti dallo stress, ansia e dipendenze), questo testo offre un invito controtendenza, ovvero, la necessità di cambiare direzione e andare verso la sofferenza invece che evitarla e temerla, mediante la flessibilità psicologica. Essa consiste nel guardare in maniera non giudicante e compassionevole quelle parti di noi stessi e quegli aspetti della vita per i quali proviamo sofferenza, perché ciò che ha il potere di suscitare in noi tanto dolore è anche ciò che è maggiormente importante per noi.

Appunto al sottotitolo dell’edizione italiana

Chi ha letto la versione originale o comunque chi conosce anche solo un po’ l’ACT, avrà storto il naso o avrà sentito irrigidirsi qualche muscolo del corpo alla lettura del sottotitolo di questo libro: “Come trasformare il tuo pensiero e affrancarti da stress, ansia e dipendenze!” Questa frase non è presente nell’opera originale e non potrebbe essere altrimenti, dato che l’ACT non promette né permette di modificare i pensieri e soprattutto non ha nessuna intenzione di liberarci dalle sensazioni spiacevoli come l’ansia… tutt’altro! Come anticipato, il messaggio del libro e dell’ACT in generale è l’opposto: smettere di lottare con pensieri ed emozioni e utilizzare quel tempo ed energie liberate per andare verso ciò che riteniamo importante e che desideriamo.

Infatti, il sottotitolo originale è “How to Pivot Toward What Matters” e potrebbe essere tradotto in “Come reindirizzarsi verso ciò che conta” o “Come cambiare direzione verso ciò che conta”.

A tal riguardo, ritengo utile far notare che la parola “pivot” in questa edizione è sempre stata tradotta come “cardine”. In parte è sicuramente adatta a rappresentare i 6 processi fondamentali dell’ACT, ma in questo caso l’autore vuole trasmettere anche l’idea di movimento e di cambio di direzione e, quindi, il sostantivo potrebbe essere forse tradotto meglio come “perno” e il verbo “cambiare direzione verso”.

Autore

Sull’autore, Steven C. Hayes, non mi soffermerò più di tanto perché molti dei lettori lo conosceranno come l’originatore (parola sua, in caso contrario troveranno le informazioni nell’articolo a lui dedicato).

Attuale ma con radici lontane

Questo testo è molto recente, pubblicato in lingua originale nell’agosto del 2019 ma, allo stesso tempo, ha il pregio di basarsi su oltre 35 anni di ricerche scientifiche nell’ambito delle scienze del comportamento.

Per chi

Come anticipato, questo testo può essere definito altamente scientifico, considerando che ha un notevole sostegno bibliografico. Ma essendo un libro dedicato anche ai non addetti ai lavori, i riferimenti teorici sono riportati alla fine del testo e rendono quindi la lettura scorrevole e comprensibile per chiunque.

Adatto sia ad un pubblico non esperto, sia ai colleghi terapeuti, in quanto esso si propone di far comprendere le origini e l’evoluzione dell’ACT utilizzando termini e spiegazioni semplici e comprensibili e quindi ripetibili anche nel lavoro clinico con il paziente.

Contenuti

Nella parte 1 l’autore introduce l’approccio, spiegandoci da dove origina, da quali tradizioni teoriche deriva e come si differenzia dalle altre terapie, attraverso numerosi studi scientifici. Questa parte, ai non esperti potrebbe sembrare superflua o complessa, ma in realtà è molto utile per inquadrare il modello che viene proposto e capirne le intenzioni. Inoltre, il linguaggio utilizzato è comprensibile e non è difficile immedesimarsi in quello che viene descritto, grazie anche al fatto che Hayes si svela e ci racconta dei suoi momenti bui, del suo disturbo di panico e come sia nata da lì la sua ricerca che l’ha poi portato alla creazione del modello ACT.

Nella Parte 2, Hayes descrive i sei punti cardine dell’approccio in modo più approfondito, dedicando un capitolo a ciascuno, guidandoci attraverso questionari e esercizi pratici per ognuno:

  • Defusione – Mettere la mente al guinzaglio
  • Sé – Assumere la prospettiva dell’altro
  • Accettazione – Imparare dal dolore
  • Presenza – Vivere nel presente
  • Valori – Scegliere ciò che conta davvero
  • Azione – Impegnarsi nel cambiamento

Nella parte 3, vengono esplicitati e applicati i principi dell’ACT a una varietà di aspetti della vita tra cui comportamenti per un sano stile di vita, salute mentale, relazioni, vari tipi di prestazioni, per esempio quelle sportive, benessere spirituale e gestione delle malattie e disabilità.

Il messaggio

La vita non è un problema da risolvere, ma questo non vuol dire che dobbiamo trascinarci passivamente nella nostra quotidianità. Al contrario, questo testo è un invito all’azione, ma non un’azione tesa ad evitare la sofferenza, bensì volta a coltivare quello che conta per noi, a migliorare noi stessi e le nostre interazioni con gli altri e creare abitudini di vita sane e in linea con il tipo di persona che vorremmo essere.

La novità

In questo volume, Hayes introduce contenuti che possono risultare nuovi anche ai terapeuti già formati in ACT: il concetto di desiderio, bisogno e motivazione che sta alla base di ogni nostro comportamento inflessibile. Egli infatti spiega come ogni abilità promossa dall’ACT (i 6 processi fondamentali) serva a soddisfare i nostri desideri più sani e profondi, quelli che spesso, sfortunatamente, cerchiamo di appagare in maniera inflessibile e dannosa. Ogni modalità inflessibile con cui le nostre menti ci intrappolano in schemi dannosi di pensiero e di comportamento contiene al suo interno un desiderio sano, nascosto in profondità.

Stiamo facendo le cose sbagliate ma per le giuste ragioni, perché vogliamo che le nostre vite abbiano un valore.

I “pivot” dell’ACT ci permettono di reindirizzare quel desiderio nascosto verso un modo di essere più aperto e flessibile che può realmente soddisfare il desiderio stesso. Possiamo quindi sviluppare le nostre abilità di flessibilità così da poter vivere secondo i nostri valori e desideri.

La Mente Liberata vs La Trappola della Felicità

Spesso mi viene chiesto con quale testo iniziare a scoprire l’Acceptance and Commitment Therapy e sono tantissimi attualmente i libri ACT scritti anche per i non addetti ai lavori, però in Italia il più famoso è La Trappola della Felicità di Russ Harris. Questo lo consiglierei a chi non sappia ancora niente di ACT o a chi cerchi un libro prevalentemente pratico, esperienziale e potente nel fare provare l’approccio e iniziare ad allenare le abilità.

Suggerirei invece La Mente Liberata a chi avesse già qualche conoscenza dell’approccio e desiderasse comprendere le origini e il background scientifico, o anche a chi non pratica l’ACT, ma fosse curioso di saperne di più in modo scientifico, ma non troppo tecnico.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Hayes, S. (2020). La mente liberata. Come trasformare il tuo pensiero e affrancarti dallo stress, ansia e dipendenze. Giunti, Firenze.
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La mente liberata (2020) di Steven Hayes - Recensione del testo
La mente liberata. Come trasformare il tuo pensiero e affrancarti da stress, ansia e dipendenze (2020) di Steven Hayes – Recensione del testo

Un libro completo, che insegna, emoziona, coinvolge; un libro che non manca di rigore scientifico nel suo contenuto, trasmesso con una leggera semplicità

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