A partire dall’11 marzo numerosi studi hanno indagato quali siano state le ripercussioni a livello psicologico del Covid-19 e del conseguente lockdown, ma si sa ancora poco sui risvolti legati all’uso delle mascherine.
Era l’11 marzo 2020 quando il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il focolaio internazionale di infezione da Covid-19 era da considerarsi una pandemia, sottolineando, tuttavia, che essa poteva ancora essere controllata (World Health Organization, 2020). Da quel momento in poi, le nostre vite sono drasticamente cambiate a causa di una serie di restrizioni e limitazioni volte a salvaguardare il nostro e l’altrui stato di salute. Nonostante le suddette restrizioni varino da paese a paese, sono tre le raccomandazioni che accomunano ciascuno di noi: distanziamento sociale, detersione frequente delle proprie mani e utilizzo delle mascherine.
A partire dalla sopracitata data, numerosi studi hanno indagato quali siano state le ripercussioni a livello psicologico, determinate dal Covid-19 e dal lockdown, ma si sa ancora poco rispetto alle risonanze determinate dall’uso delle mascherine. Combattere contro un nemico invisibile potrebbe far abbassare la percezione del rischio ma, in questo caso, la controprova più tangibile dell’esistenza e persistenza di questa pandemia, risulta essere la mascherina.
A livello teorico, alcuni autori (Scheid, Lupien, Ford & West, 2020) hanno ipotizzato come tale restrizione potrebbe andare ad incidere su alcuni bisogni fondamentali quali, ad esempio, l’autonomia individuale. Di fatti, quando le persone percepiscono una minaccia alla propria libertà di scelta, ciò comporta delle reazioni negative (Brehm & Brehm, 1981) come il mancato rispetto (Hornick, Jacobson, Orwin, Piesse & Kalton, 2008) o la rabbia (Rains, 2013).
Allo stesso tempo, inibire un’espressione emotiva, determina un decremento dell’intensità percepita della medesima (Oberman et al., 2007). L’avere dunque una parte del volto coperto condiziona la nostra capacità di riconoscimento emotivo che, a sua volta, determina un’influenza sulle nostre relazioni interpersonali (Oberman et al., 2007).
Un gruppo di ricercatori si è proposto di valutare l’associazione tra l’aumento dell’uso delle mascherine in Polonia e le manifestazioni psicopatologiche. La raccolta dati è stata condotta tra il 16 marzo e il 26 aprile 2020. Successivamente, i partecipanti (n= 2040) sono stati divisi in due gruppi, differenziati in base alla data di somministrazione del questionario. Nello specifico, il primo gruppo è stato valutato quando l’uso della mascherina era ancora sporadico, mentre il secondo, a seguito dell’intensificazione del suo utilizzo. Ad entrambi, è stato somministrato il General Health Questionnaire-28 (GHQ-28), volto ad indagare la frequenza, nelle quattro settimane precedenti, di specifici sintomi: ansia, insonnia, sintomi somatici, deterioramento sociale e depressione.
Coloro i quali sono stati valutati a seguito dell’aumento delle restrizioni riguardanti l’uso della mascherina, hanno ottenuto punteggi inferiori nel GHQ-28, rispetto all’altro gruppo.
Sulla base dei risultati ottenuti, gli autori hanno dunque concluso che l’utilizzo delle mascherine determini un aumento della percezione di protezione di sé e di solidarietà sociale che contribuiscono ad un incremento della salute mentale.
Di fatti le mascherine risultano essere il mezzo più evidente attraverso il quale anche il singolo può sentire di esercitare un ruolo attivo nella lotta contro il virus. Di conseguenza, ciò determina un aumento della percezione del controllo che, a sua volta, affievolisce il senso di impotenza (Folkaman & Greer, 2000) e l’ansia ad essa associata, generando al contempo, un senso di coesione sociale (Cheng et al., 2020).
Se tali benefici sono stati riscontrati all’interno di un campione appartenente alla popolazione generale, che risvolto potrebbe avere l’utilizzo delle mascherine su pazienti psichiatrici, in particolar modo su coloro i quali soffrono di un disturbo di ansia sociale?
Sulla base di alcuni resoconti riportati da Vaile Wright, direttrice della Health Care Innovation della American Psychological Association, indossare la mascherina tende ad alleviare i sintomi connessi a tale patologia, in quanto, quando il volto è coperto da una maschera, le espressioni e gli atteggiamenti vengono obnubilati, abbassando la carica ansiogena correlata alle interazioni sociali (Volpe, 2020).
Dunque, la direttrice sostiene che, qualora tali resoconti venissero confermati da evidenze empiriche, si potrebbe ipotizzare di includere l’utilizzo della mascherina all’interno di un più ampio progetto terapeutico per questi pazienti (Volpe, 2020).