La ritualità è una componente chiave per la cultura antropologica e per la funzione degli approcci irrazionali umani. Applicata in modo sano e contestualizzato nell’attività sportiva, essa può portare benefici omeostatici e una realizzazione degli obiettivi maggiormente facilitata.
Scienza, Religione e Magia sono i tre temi che hanno accompagnato la Cultura dell’Uomo sin dalle sue epoche ancestrali (Dolci, 2018). Come illustrato in capisaldi della Antropologia quale Il Ramo D’Oro di JG Frazer (1915), l’essere umano, avendo sviluppato la conoscenza della sua mortalità dell’essere soggetto passivo nei confronti degli eventi incerti della natura, ha maturato delle strategie psichiche per mantenere un equilibrio mentale stabile e avere una percezione di dominio della sua esistenza (Burke, B. L., Martens, A., Faucher, E. H.,2010).
Per questo motivo, e per altri legati alla unione prosociale con altri attori e per il corretto funzionamento culturale delle varie società, l’Uomo ha sviluppato la ritualità, indicata dalla Antropologia come la funzione che perpetua situazioni sociali implicite influenzanti i risultati delle cooperazioni fra individui partecipanti, coordinando le loro motivazioni, i loro valori ed i loro giudizi (Fischer, Ronald et al, 2013). Di fatto, i comportamenti ritualizzati sono alla base delle nostre vite, che siano indicati dalla società, religione o dalla propria educazione, per perpetuare la tradizione di appartenenza o quietare delle ansie nei confronti dell’incerto (Boyer, P., & Liénard, P., 2006).
Con l’avanzare della conoscenza scientifica e il progresso del mercato globalizzato, la ritualità è stata contestualizzata nel campo dell’irrazionalità umana, riguardante la storia antropologica dell’Umanità, la storia della Pedagogia umana e il campo della malattia mentale, soprattutto nello studio e nella terapia riguardante l’ossessione compulsiva (Franklin, Martin E., et al, 2000).
Se contestualizzata nell’essere una risorsa irrazionale che può essere utilizzata con limiti imposti e reali, la ritualità è un mezzo di autoinganno sano nei confronti dell’incerto e può condurre ad un rilascio omeostatico delle frustrazioni. Infatti, la sequenza episodica di gesti eseguiti rigidamente e ripetutamente (Witkowski, 2018) in maniera salubre e ponderata può portare a conseguenze positive, come la sensazione di esser più autodisciplinati e di aver maggior self-control (Tian, A. D. et al, 2018).
Questo fatto ha avuto grandi riscontri empirici soprattutto nello studio psicologico dello sport. Come indica Alex Fradera (2017), la ritualità ha un grande rilievo nella attività sportiva agonistica o professionistica, poiché la sua applicazione può creare una sensazione di dominio sui risultati delle gare, riducendo notevolmente l’ansia e aumentando la possibilità di migliorare la propria performance (Brooks, Alison Wood et al., 2016).
Dunque, quando vedrete i componenti della vostra squadra di calcetto a cinque crogiolarsi in danze di superstizione sportiva, lasciateli fare: non stanno facendo altro che rilasciare naturalmente l’eccesso di ansia e di tensione psicologica (Brevers, Damien, et al., 2011).