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Serious game. Intervista ad Axel Fox, la sviluppatrice di Freud’s Bones. Il gioco che aiuta ad empatizzare e comprendere l’altro, in un percorso di crescita personale – Lo psicologo del futuro

Freud’s Bones è un videogioco che aiuta ad empatizzare e comprendere l’altro. La parola alla giovane psicolga ideatrice del gioco, Axel Fox.

Di Greta Riboli

Pubblicato il 22 Ott. 2020

Aggiornato il 11 Nov. 2020 14:33

Con la creazione di Freud’s Bones, Axel ha voluto omaggiare il dottor Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, quel Freud che Axel non vorrebbe mai venisse dimenticato, frainteso o le cui opere d’intelletto venissero sottratte alla sua proprietà e date in pasto a nuovi ricercatori troppo giovani per ricordarsi di lui.

LO PSICOLOGO DEL FUTURO – (Nr. 4) Serious game. Intervista ad Axel Fox, la sviluppatrice di Freud’s bones.
Il gioco che aiuta ad empatizzare e comprendere l’altro, in un percorso di crescita personale

 

Axel Fox (aka Fortuna Imperatore) è una giovane under 30 italiana, laureata in Psicologia, con un master in Antropologia Esistenziale e Filosofia, e con due anni di notti insonni da game designer autodidatta. Axel ha deciso di buttarsi nel mondo dei videogames, sviluppando il suo primo gioco: Freud’s Bones. Il suo percorso di crescita, come quello di ogni grande creatore, è ancora in essere, destreggiandosi tra game design e story telling multimediale. Ed a proposito di grandi creatori, Axel ha voluto omaggiare il dottor Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, quel Freud che Axel non vorrebbe mai venisse dimenticato, frainteso o le cui opere d’intelletto venissero sottratte alla sua proprietà e date in pasto a nuovi ricercatori troppo giovani per ricordarsi di lui. Il famoso Freud che ha cambiato la percezione che oggi Axel ha del mondo e di sé, e che Axel stessa, vorrebbe far conoscere non solo agli psicologi, non solo ai gamer, ma ad un pubblico ben più ampio.

Un Freud nel quale la creatrice di Freud’s Bones si immedesima, un Freud burbero, il quale nelle sue lettere a sé, ad amici e familiari mostra un lato meno conosciuto, un lato meno ostinato ed aperto al nuovo. E Axel di quelle lettere ricorda quasi ogni riga, così come dei suoi saggi e di tutto ciò che Freud ha lasciato in eredità a tutti noi: la sua casa, in Rou de Berggasse 19, Vienna (Austria), in cui svetta il suo celebre divano, tra sigari, tappeti persiani e tanti altri oggetti oggigiorno divenuti icone della psicoanalisi.

L’idea di Axel è nata giocando, rintracciando in famosi videogiochi le riflessioni filosofiche e gli sguardi antropologici e pedagogici che hanno accompagnato i suoi studi. Avrebbe voluto sviluppare un videogioco dedicato a Socrate, per poi procedere con Platone, ma Freud ha avuto la meglio come apriporta di un progetto che probabilmente vedrà grandi personaggi catapultati in un mondo 2D.

Un’altra fonte di ispirazione è stata un’opera di Giacomo Leopardi Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare (1827), in cui Tasso, costretto in carcere per infermità mentale, può solo far ricorso ad una sorta di mind-wandering che lo vede oscillare tra ricordi e spinte desideranti. L’immaginazione di Tasso si manifesta in un dialogo con uno spirito, il Genio familiare. Ed è proprio Leopardi a trarre ispirazione da Socrate per visualizzare un dialogo interno, scandito da uno spirito. Lo stesso Socrate su cui Axel avrebbe voluto sviluppare il suo primo gioco, del quale ne troviamo la distinguibile traccia in un dialogo immersivo che accompagnerà il gioco (scarica gratuitamente la demo cliccando QUI) .

Scaricando la demo è già possibile avere un assaggio del gioco, disegnato in 2D, dotato dell’interfaccia Punta e Clicca, in cui il giocatore può influenzare la propria relazione con Freud in base alle scelte di dialogo. Così come può influenzare la relazione tra Freud ed i suoi pazienti. Il giocatore dovrà così tener presente non solo i turbamenti del padre della psicoanalisi, ma anche i disagi e le possibili reazioni dei personaggi. Alcuni dei quali sono tratti da possibili utenti del gioco. Infatti, Axel per ricevere fondi per il suo progetto ha lanciato una campagna su Kickstarter, in cui è stato possibile acquistare il pacchetto PATIENT, di cui ci parlerà meglio nell’intervista a seguire.

Axel riporta di aver sublimato la sua tendenza ad esser terapeuta in un videogioco, rendendo proprio la parte terapeutica la parte più complessa del gioco. Il gioco, infatti, oltre ad esser ricco di dialoghi interiori, in cui, come si diceva, l’interazione tra il giocatore e Freud stesso diventa pervasiva, presenta anche momenti in cui Freud deve relazionarsi a pazienti. In questo caso, il giocatore deve in poche mosse, riuscire a capire come muoversi, a livello espressivo (ebbene sì! Axel ha pensato anche al linguaggio non verbale di Freud), e cosa comunicare al paziente, in base a ciò che il paziente mostra e porta di sé e del proprio mondo interiore.

Compila la cartella clinica dei pazienti inserendo le informazioni che sei riuscito a estorcere dopo la seduta terapeutica e inizia a dar forma alle interpretazioni più bizzarre e audaci! Consulta i testi originali del dottor Freud e trova lo stile di analisi che fa per te. Ascolta i pazienti che affollano il tuo studio e studia la strategia per raggiungere il nucleo del loro dolore esistenziale e guarirli dai loro sintomi. Ogni paziente è un pianeta, un essere umano divorato da un conflitto interiore che, giorno dopo giorno, gli sottrae vita. Ascolta, redarguisci, consola e sospetta: scopri la tecnica che ti si addice di più e rivela i segreti più nascosti, i sogni inconfessabili, i desideri brucianti. Costruisci le ipotesi e verifica le tue teorie. Ricorda: attraverso le ferite passa la luce.

Freud’s Bones è un videogioco che aiuta ad empatizzare e comprendere l’altro.

Ma per capirne di più di questo gioco, non ci rimane che lasciare la parola ad Axel, la game designer con cui ho avuto il piacere di scambiare qualche battuta per questa rubrica “Lo psicologo del futuro

GR (Greta Riboli – Intervistatrice): Come ha coniugato psicologia e gaming?

AF (Axel Fox): Ho cercato per anni un gioco che potesse simulare la vita di uno psicoanalista e che potesse illuminare la routine, le difficoltà del mestiere, le crisi di un analista. I giochi psicologici ci sono, ma puntano sempre l’attenzione sulla malattia e, nonostante molti titoli meravigliosi, trovo che si parli troppo del lato oscuro, senza generare in un giocatore il desiderio e la curiosità di interfacciarsi con le nevrosi e senza dare un senso di empowerment. Ho visto uno dei tanti documentari su Freud e ho pensato istintivamente che, se nessuno ci aveva pensato, toccava a me svilupparlo.

GR: Come crede che la psicologia possa intrecciarsi al mondo del gaming a suo parere?

AF: La psicologia è un terreno fertile e si intreccia con il gaming in miriadi di modi. Il gioco crea quello che viene definito “ il cerchio magico”, un’area all’interno della quale vigono regole che nel mondo reale non hanno senso: il giocatore è stimolato ad assecondarle senza metterle in discussione, con lo scopo di vincere. Il videogioco è un medium ludico in grado di generare apprendimento e soprattutto di creare una serie di dilemmi morali nel giocatore: c’è sempre filosofia e psicologia nei giochi, anche se non viene dichiarato esplicitamente. Spesso la psicologia diviene uno strumento per manipolare, per generare bisogno, per assuefare: io volevo invertire la rotta e creare un gioco esplicitamente positivo che potesse gettar luce sul lato umano di Freud in modo da far empatizzare il giocatore con i pazienti e con l’analista.

GR: Cosa porta di psicologico con sé questo progetto?

AF: Principalmente si focalizza sulle sedute terapeutiche, sull’analisi delle nevrosi e dei sogni. I casi clinici presenti sono tutti reali e storici, ho apportato lievi modifiche anagrafiche nei pazienti per poter creare un iter clinico giocabile. Un altro aspetto psicologico è quello della crisi: Freud, nonostante sia un neurologo vissuto nel 1900, vive una profonda crisi di identità e al contempo spirituale: niente di più attuale.

GR: Ho letto, che con questo gioco si è posta anche l’obiettivo di spronare il gamer ad esser paziente e prestare attenzione durante le sessioni terapeutiche, portandolo a comprendere il dolore dei pazienti e comunicare al meglio con essi. Inoltre, per la natura educativa stessa del gioco, questo permette ai partecipanti di esser catapultati a Vienna, nel 1925, e conoscere Sigmund Freud. Definirebbe, dunque, Freud’s Bones un serious game?

AF: Assolutamente. Ho lavorato molto per tentare di smussare gli aspetti troppo drammatici o eccessivamente intellettuali per renderlo accessibile a più persone possibile ma di fondo è un serious game.

GR: Axel, nella sua raccolta fondi su kickstarter, la quale si è conclusa ad inizio agosto 2020 con un risultato grandioso, ha sviluppato un modo per coinvolgere ancora di più i partecipanti, ofrendo diverse possibilità di pacchetto funding (per approfondire clicca QUi). A questo proposito, ci parli dei diversi pacchetti della campagna kickstarter? In particolare, mi riferisco al pacchetto VOYEUR, DANDY e PATIENT. Come ha intenzione di realizzare i pazienti ed il loro dialogo con il padre della psicoanalisi?  

AF: Scegliendo il pacchetto VOYEUR il giocatore può diventare un personaggio non giocabile (NPC) e apparire nel gioco nelle vesti di un borghese al Bistrot, in un quadro, in un caso clinico. Il pacchetto DANDY prevede la ricezione della scatola freudiana, all’interno della quale è contenuto un sigaro, un paio di occhiali da lettura, un taccuino per annotare i sogni, un magazine dedicato e una spilla. Il pacchetto PAZIENTE invece dà accesso a tutto ciò che è contenuto nelle precedenti ricompense più la possibilità di diventare un paziente: il giocatore può scegliere di prestare il volto al paziente di un famoso caso clinico oppure scegliere insieme a me di creare un caso clinico che sia un mix tra realtà e la sua storia personale.

GR: Soffermiamoci ora sull’ultimo obiettivo di lavoro, la sfida di Jung, il cui lancio è previsto per il 2021. Di cosa si tratta?

AF: Jung era amico, allievo ed infine il nemico giurato di Freud. All’interno del gioco avrà un capitolo dedicato e si potrà generare un confronto costruttivo tra le teorie freudiane e le sue, generando una serie di riflessioni sull’importanza della Teoria della complessità. Fondamentale è il concetto di “rammendo”, le falle presenti in entrambe le teorie possono essere colmate solo generando alleanza e non diatribe sterili. Freud era un uomo, pertanto era limitato, ossessivo e animato da un grande senso di onnipotenza dovuto alla grande resistenza del mondo accademico rispetto alla portata scandalosa e rivoluzionaria delle sue teorie. Jung si erge sulle spalle di Freud e vorrei che il veleno della rottura tra i due fosse percepito e al contempo assorbito: tutti viviamo di convinzioni granitiche ed è fondamentale imparare a scalfirci per superarci.

GR: Sogni per il futuro?

AF: L’indipendenza. Sogno di poter vivere per creare giochi sulle menti del passato per ispirare le generazioni più giovani e per creare in loro il desiderio di nutrirsi di filosofia e psicologia, di poesia e letteratura. Il prossimo titolo penso lo dedicherei a Bukowski!

Augurandoci di poter vedere Axel scavare nella mente di Bukowski, iniziamo il countdown per Freud’s Bones. Al seguente link è possibile acquistare la copia digitale scontata >> clicca qui.

Se al momento non possiamo vedere al di là dell’elemento mentale, non è una buona ragione per negare la sua esistenza. (Die Traumdeutung, 1990, Sigmund Freud)

 

Se vuoi saperne di più di serious games e di come poterli usare nella tua pratica clinica, partecipa alla European Conference on Digital Psychology – Digital Perspectives in Psychology. Un’area della conferenza sarà interamente dedicata alla tematica VIDEOGAMES E SERIOUS GAMES.

 

Le iscrizioni alla prima Conferenza europea di Psicologia Digitale sono aperte:

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