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Apprendimento subliminale di codice grafico alfabetico in soggetti in età evolutiva con diagnosi di Disturbo dell’Apprendimento NAS

Sono state indagate indagate le prestazioni cognitive in termini di apprendimento subliminale in bambini con disturbo dell’Apprendimento NAS

Di Giuseppe Guglielmo Leggiero, Renata Serio, Maria Di Michele

Pubblicato il 06 Ott. 2020

Apprendimento subliminale di codice grafico alfabetico: uno studio pilota sull’apprendimento subliminale in soggetti in età evolutiva con diagnosi di Disturbo dell’Apprendimento Non Altrimenti Specificato (NAS).
Si ipotizza che soggetti con Disturbo dell’Apprendimento NAS, sottoposti ad apprendimento subliminale, presentino un miglioramento nel priming rispetto al gruppo di controllo.

Introduzione

L’apprendimento subliminale, noto anche come ‘priming subliminale’, fa parte di una delle tre tipologie di apprendimenti impliciti della cosiddetta Memoria non Dichiarativa o implicita: condizionamento classico, apprendimento procedurale e priming. Il priming, chiamato anche ‘innesco’ o ‘facilitazione’ – dal verbo inglese to prime, che significa ‘preparare, attivare’ – è una modalità di memoria implicita che determina il riconoscimento di uno stimolo per effetto dell’influenza inconsapevole di uno stimolo percepito precedentemente.

Quando il bambino fa il suo ingresso in prima elementare è sottoposto a metodi di insegnamento che mirano a fornirgli gli strumenti tecnici per realizzare la lettura e la scrittura, regole di trasposizione suono-segno, senza tenere conto delle sue conoscenze pregresse e delle singole strategie di apprendimento (Carnevale & Leggiero 2009; Stella, 2001; Tressoldi, Stella & Faggella, 2001). La questione diventa anche più complessa quando un bambino presenta un Disturbo Non Specifico dell’Apprendimento. Difatti in questi disturbi sono incluse disabilità estese a più settori, ad acquisire nuove conoscenze e competenze. Tra queste disabilità riscontriamo il Ritardo Mentale che risulta dall’insieme dei deficit dello sviluppo cognitivo e socio-relazionale; viene definito dalla compresenza di un quoziente intellettivo inferiore a 70 e dalla incapacità del soggetto ad adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo ambiente (cura della propria persona, vita in famiglia, capacità sociali-interpersonali) (Angelelli et al., 2008). È spesso evidenziato che una delle cause di queste difficoltà di apprendimento nascono da una disfunzione a livello della memoria a breve termine o memoria di lavoro (Szűcs, 2016; Peijnenborgh et al., 2017; Chen et al., 2017) il che coinvolge le funzionalità dei processi di elaborazione dell’informazione. È emerso dalla letteratura, tuttavia, che la presentazione vocale o scritta in modalità subliminale di codici alfabetici implica l’estrazione automatica di rappresentazioni astratte della forma delle lettere (Kouider & Dupoux, 2005). Le attuali teorie della coscienza presuppongono una dissociazione qualitativa tra elaborazione conscia e inconscia nella percezione di codici alfabetici. Entrambe le modalità, sebbene con effetti di durata differenti, sono in grado di provocare una attività di elaborazione dell’informazione (Dupoux, de Gardelle & Kouider, 2008).

Pertanto, in questo studio preliminare pilota, si sono volute indagare le prestazioni cognitive in termini di apprendimento implicito subliminare (priming) in soggetti in età evolutiva con diagnosi di Disturbo dell’Apprendimento Non Altrimenti Specificato. Ci si aspetta che i soggetti sottoposti ad apprendimento subliminale presentino un miglioramento nel Priming rispetto ad un gruppo di controllo.

Metodo

Campione

Il campione è stato selezionato nel Centro di Fisiokinesiterapia e Riabilitazione L’Incontro di Teano (CE), convenzionato con l’ASL. Il campione è stato selezionato secondo i seguenti criteri: età compresa tra 8 e 10 anni, una diagnosi di Disturbo dell’Apprendimento non specifico, un QI al di sotto del valore 70, un rendimento scolastico deficitario e disagio scolastico inteso come malessere psicologico nei confronti della propria esperienza formativa (Pombeni, 2000). Lo status diagnostico per tutti i partecipanti si basa sui criteri del DSM 5 (APA, 2013) per i Disturbi Aspecifici dell’Apprendimento.

Il campione è stato composto da 16 partecipanti con una età media di 8.93 anni; con 13 maschi e 3 femmine, tutti appartenenti ad una fascia sociale media. Da questo campione sono stati selezionati due gruppi in modo randomizzato, gruppo A e gruppo B: gruppo A età media 9.28 anni, con la presenza di 6 maschi e 2 femmine; gruppo B età media 8.5 anni con la presenza di 7 maschi e 1 femmina.

Nella Condizione Sperimentale (gruppo A) i soggetti sono stati sottoposti ad una esposizione mascherata di una serie di lettere, scelte casualmente, mentre svolgevano una consegna che li impegnava nella visione e ascolto di video musicali, mentre nella Condizione di Controllo (gruppo B) i soggetti sono stati tenuti a svolgere la consegna durante la quale non era trasmessa in modo subliminare la serie di lettere.

Strumenti

Nel processo di selezione dei partecipanti sono state utilizzate le Matrici progressive di Raven (CPM). Le CPM misurano l’intelligenza non verbale e sono utilizzate per la fascia d’età che va dai 3 agli 11 anni. Sono costituite da 3 serie di 12 item ciascuna, composte in modo da misurare i processi di ragionamento percettivo caratteristici di questa fascia di età.

  • I livello: capire il concetto di uguaglianza o differenza (discriminazione di forme uguali o diverse)
  • II livello: saper cogliere l’orientamento delle configurazioni
  • III livello: saper cogliere analogie dei cambiamenti
  • IV livello: capacità di analizzare il tutto nelle singole parti costituenti
  • V livello: percezione figure astratte (sia come forme prese singolarmente sia come parti di un tutto)

Per valutare la condotta scolastica dei bambini è stato utilizzato il sistema multiassiale su base empirica – Achenbach Child Behavior Chechlist (CBCL) (Achenbach & Rescorla, 2001). L’approccio multiassiale ha permesso di costruire una gamma di strumenti valutativi sotto forma di Questionari di valutazione – report form – per raccogliere descrizioni sul bambino fornite da persone familiari che conoscono l’adattamento del soggetto nell’ambiente di vita condiviso (genitori, insegnanti) e da altri osservatori esperti (clinici, educatori, operatori dei servizi sociali). Da questi questionari si può ottenere il profilo di competenze (scale delle competenze) derivato da 20 item e suddiviso in 3 scale:

  • scala dell’attività: valuta la quantità e la qualità della partecipazione del bambino/ragazzo a sport, hobby, giochi e attività, la quantità e la qualità dei lavori e/o lavoretti svolti e delle amicizie (Achenbach & Rescorla, 2001).
  • scala della socialità: valuta la capacità del bambino/ragazzo di socializzare, giocare e lavorare in autonomia (Achenbach & Rescorla, 2001).
  • scala della scuola: valuta il funzionamento scolastico profilo psicologico e/o psicopatologico (scale sindromiche), composta da 118 item sui problemi del comportamento del bambino/ragazzo valutato secondo una scala di valutazione delle risposte a tre livelli (0= non vero; 1= qualche volta; 2= molto vero) (Achenbach & Rescorla, 2001).

Per la procedura sperimentale è stato utilizzato un software specifico per la proiezione subliminale dei caratteri alfabetici con capacità di proiezione a partire da 15 millisecondi (ms) a diminuire.

Procedura

In relazione alla procedura sperimentale è stato firmato il Consenso Informato, sia da parte dei genitori dei soggetti, che da parte del centro riabilitativo.

Inizialmente è stato individuato un campione di 20 bambini con disturbo non specifico dell’apprendimento. In seguito sono state svolte le seguenti valutazioni, riducendo il numero dei partecipanti a 16: da parte degli operatori sono state somministrate ai soggetti del campione le Matrici progressive di Raven (CPM) per verificare il QI; mentre ai genitori e agli insegnanti è stato somministrato l’Achenbach Child Behavior Chechlist (CBCL) in merito alla condotta scolastica dei propri figli/allievi.

La fase applicativa dell’intervento prevedeva, per entrambi i gruppi selezionati per l’esperimento, di ripetere l’alfabeto in modo orale e scritto. Successivamente venivano fatti accomodare davanti al monitor del computer con la consegna di guardare il video proprio del player audio digitale e di ascoltare i brani musicali tipici di cartoni animati, festival o show per bambini scelti per loro.

Il gruppo A durante la consegna è stato sottoposto all’esposizione di un codice di caratteri ad apprendimento subliminale ‘L Z D R’ ottenuto tramite sorteggio. Le lettere sono state estratte da una tipica ‘tombola di lettere’. Il software per la proiezione a monitor delle lettere è stato impostato con velocità e durata di comparsa dello stimolo, come suggerito dallo stesso software, sotto i 15 millisecondi randomizzando ogni 5 secondi con la comparsa dei 4 grafemi. Quindi ogni 4 secondi compariva a schermo per meno di 15 millisecondi una delle lettere scelte. Questo in un moto perpetuo per 15 minuti. Al termine dei 15 minuti di ascolto veniva chiesto: ‘Dimmi la prima lettera dell’alfabeto che ti viene in mente’ e dopo la prima con la medesima formula verbale si chiedeva la seconda, la terza e la quarta lettera. Il gruppo B ha seguito lo stesso iter, con la sola differenza di non essere esposto alla proiezione subliminale delle lettere sul monitor durante la consegna.

Risultati

Dalle CPM è emerso che sia il gruppo A che il gruppo B rientravano tra il  25° e il 10° percentile, confermando che il gruppo A e il gruppo B non erano significativamente differenti rispetto a questo costrutto. Dal CBCL è emerso che in entrambi i gruppi erano presenti principalmente problemi relativi a cattiva condotta e disimpegno scolastico. In merito all’esperimento è emerso che i bambini appartenenti al gruppo A (coloro che erano stati esposti alla presentazione subliminale della serie alfabetica) alla domanda: ‘Dimmi la prima lettera dell’alfabeto che ti viene in mente’ – e poi con la medesima formula verbale la seconda, la terza e la quarta lettera – avevano risposto enumerando lettere alfabetiche in modo randomizzato e ricordando tutti, almeno una o due delle lettere visionate (in modo subliminale) durante il video ‘L Z D R’ (le lettere L e Z sono state rievocate con maggiore frequenza rispetto alle lettere D e R e rispetto ad altre lettere dell’alfabeto). Le frequenze numeriche erano le seguenti: nella condizione sperimentale su 8 bambini 5 hanno rievocato la lettera Z; 4 hanno rievocato la lettera L; 1 ha rievocato entrambe le lettere L e Z. Nella condizione di controllo su 8 bambini 1 ha rievocato la lettera D; 1 ha rievocato la lettera R.

Mentre nel gruppo B (coloro che non erano stati esposti alla presentazione subliminale della serie alfabetica) alla prima domanda alcuni hanno risposto enumerando le lettere in ordine alfabetico o comunque senza includere se non ‘accidentalmente’ una delle lettere della serie ‘L Z D R’.

Riportiamo la tabella contente i risultati descrittivi riportanti le frequenze delle lettere rievocate dai soggetti sperimentali divisi nelle due condizioni (Tab. 1).

Apprendimento subliminale e disturbo dell apprendimento NAS uno studio Tab 1Tab. 1: Frequenze delle lettere rievocate dai soggetti sperimentali divisi nelle due condizioni

Nella tabella sono evidenziati in giallo i grafemi della stringa usata per l’apprendimento subliminale che i soggetti hanno rievocato sotto richiesta dello sperimentatore.

In seguito, al termine della sequenza delle 4 lettere dell’alfabeto veniva posta, ad ognuno dei bambini la domanda ‘Perché hai scelto queste lettere?’ Alcune risposte dei soggetti sono state: ‘Mi è venuta in mente’, ‘Non lo so’, ‘L’ho pensata’.

Conclusioni

In conclusione è emerso che nella condizione sperimentale mediamente è stata rievocata 1 lettera target su 4. Nella condizione di controllo, le risposte di due bambini sono state scartate in quanto la loro rievocazione non è stata casuale, ma seguiva l’ordine alfabetico, quindi solo due bambini su otto hanno rievocato 1 lettera su 4, il restante non ha indicato alcuna delle lettere target.

Tale differenza, seppur non statisticamente significativa, potrebbe essere dovuta ai processi di apprendimento subliminale che potrebbero aver facilitato nella condizione sperimentale la rievocazione dei segni grafici degli stimoli target (L Z D R).

In compiti di priming visivo per la denominazione di oggetti, immagini mostrate in modo subliminale hanno portato in alcuni studi anche solo il 13,5% di risposte congruenti con lo stimolo target, considerando che l’accuratezza della scelta era casuale, ma è stato dimostrato che la ricomparsa ciclica delle stesse immagini a distanza di 15 minuti e con prove intermedie, come è stato svolto anche nel presente studio, può portare ad un aumento della precisione della rievocazione dello stimolo target fino al 34,5%, considerando un priming completamente di tipo visivo, quindi non di tipo semantico. Si ritiene che l’effetto del priming visivo subliminale nei compiti di codici alfabetici sia dovuto, nella fattispecie, all’automatizzazione di processi coinvolti nell’identificazione di forme familiari, come può accadere nella percezione di lettere e parole.

Ricordiamo che l’adozione di segni grafici, come oggetto di apprendimento, si presta più facilmente all’acquisizione dell’informazione da parte dei partecipanti in età scolastica, in quanto per loro è materiale ‘familiare’ perché il codice grafico è oggetto di studio e d’apprendimento nelle prime fasi del percorso formativo scolastico.

In ogni caso possiamo considerare lo studio preliminare pilota come uno stimolo per mettere a punto ricerche empiriche sperimentali e applicative riguardo tale tema. In tal senso in futuro, studi sperimentali controllati potrebbero indagare, sul piano teorico e metodologico, questa procedura e meglio definire gli eventuali ambiti di applicazione ed effetti.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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