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A cerchi concentrici. La complessità della perdita perinatale e le sue perturbazioni (2018) di Gandino, Vanni e Bernaudo – Recensione del libro

'A cerchi concentrici' affronta la tematica del lutto perinatale nella sua complessità considerandone l'impatto sull'intero sistema familiare e non solo

Di Annalisa Sensi

Pubblicato il 21 Set. 2020

A cerchi concentrici di Gandino, Vanni e Bernaudo è un testo innovativo, non solo perché approccia un fenomeno poco trattato e discusso come quello del lutto perinatale, ma ancor più perché estende il focus di indagine alla coppia, alla famiglia allargata e al contesto socioculturale in cui prende forma la perdita.

Una perdita non riconosciuta

Di perdita perinatale, poco si parla, non solo in ambito accademico, ma anche nei contesti di vita quotidiani. Il nostro background culturale gioca un ruolo non trascurabile in questo discorso, tanto che le Autrici sollevano un problema che caratterizza il nostro contesto sociale e che non agevola la normale elaborazione del lutto, ovvero la delegittimazione della sofferenza di coloro che ne fanno esperienza. Se non riconosciuti nel loro dolore, i genitori possono trovarsi in un terreno abitato dal lutto e possono dover confinare la propria sofferenza in uno spazio nascosto, spesso senza poter attingere dalle proprie risorse sociali. Alla luce della più recente letteratura scientifica internazionale, nel libro viene fornita una chiave di lettura al lutto perinatale di tipo sistemico-relazionale e vengono spiegate e descritte le possibili conseguenze psicologiche che la perdita di un figlio in gravidanza può avere non solo sulla madre e sul padre, ma anche sul legame di coppia, sui nonni, sui possibili fratellini e, infine, sugli operatori sanitari. Così, come un sasso lanciato nell’acqua, la perdita perinatale produce delle perturbazioni che vanno propagandosi ‘a cerchi concentrici’, a partire dal corpo materno fino ad arrivare agli operatori sanitari e al contesto sociale di origine della famiglia.

La gravidanza e la perdita come eventi familiari

Da sempre, la letteratura psicologica sul tema della genitorialità si è concentrata prevalentemente sui vissuti materni e sulle conseguenze psicofisiche a cui la donna va incontro, secondo un’ottica di tipo psicoanalitico. Spesso è la madre a doversi confrontare con la solitudine di questa perdita, che la vede protagonista biologica della gravidanza. Tuttavia, le Autrici considerano un terzo sguardo all’evento nascita che disamina non solo i vissuti genitoriali, ma anche i cambiamenti che possono occorrere nella coppia e nel sistema familiare. 
La nascita di un figlio è un evento che si propaga da una generazione all’altra e può assumere significati differenti a seconda del contesto familiare in cui la nascita ha luogo. Attraverso inaspettati giochi intergenerazionali, le famiglie riassestano gli spazi, modificano le distanze e ridisegnano i confini relazionali. A partire dalla notizia del concepimento e con tempi e gradi di intensità differenti, ciascun membro del sistema familiare crea una nuova rappresentazione di sé e del proprio ruolo all’interno del nuovo sistema. Tuttavia, in una fase del ciclo di vita così delicata, può accadere l’impensabile: la perdita perinatale distrugge gli equilibri che sotterraneamente si stavano costruendo e crea un’onda perturbante che muove la famiglia verso una rinnovata distribuzione di ruoli nel sistema. 
Sul piano della relazione di coppia, Gandino, Vanni e Bernaudo propongono un’analisi dei cambiamenti che occorrono tra i partner quando si verifica una perdita perinatale: essi si trovano a dover integrare le precedenti emozioni di gioia, che derivano dall’attesa del piccolo, a vissuti di sofferenza, che emergono come conseguenti al lutto. Le autrici evidenziano come inevitabilmente la coppia vada incontro ad alcuni cambiamenti che possono riguardare la comunicazione, la dinamica relazionale e, infine, l’intimità e la sessualità di coppia.

‘Come in una danza’, la diade negozia le difficoltà e le diversità, talvolta con modalità armoniose e talvolta con modalità maldestre, calpestandosi i piedi. Si tratta di una danza in continuo cambiamento che richiede da una parte un continuo ri-adattamento e, dall’altra, un supporto solidale da parte del contesto circostante.

Gli operatori sanitari: un dolore silenzioso tra difficoltà lavorative e sofferenza personale

Quando l’impensabile arriva in sala parto può accadere che lasci tracce di sé anche negli operatori sanitari, così, le Autrici si avvicinano al tema del dolore delle ostetriche, dei medici e degli operatori. In un luogo destinato al ‘dare alla vita’, la perdita si configura come un evento assurdo, paradossale e imprevisto, in grado di scatenare emozioni inattese e di difficile gestione. Le Autrici sottolineano l’importanza e la difficoltà della posizione che gli operatori sanitari si trovano a dover ricoprire, a metà strada tra il lutto genitoriale e i propri vissuti conseguenti alla perdita.

Conclusione

A cerchi concentrici è una monografia analitica ed esaustiva, che passa in rassegna la più recente letteratura internazionale associata al tema della perdita in gravidanza. Quello che la rende raffinata e unica nel suo genere è il taglio clinico con cui vengono lette e interpretate le ricerche empiriche, rese così fruibili a un pubblico di professionisti operanti nell’ambito del perinatale. Si tratta di un testo utile non solo ai ricercatori, ma ancor più ai clinici che si trovano ad approcciarsi a questo piccolo spicchio di mondo ancora poco discusso e disaminato.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Gandino G., Vanni I., Bernaudo A. (2018). A cerchi concentrici. La complessità della perdita perinatale e le sue perturbazioni. UTET Università (Torino)
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