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Che relazione c’è tra l’abuso sessuale e i disturbi alimentari?

Vittime di abusi sessuali nell'infanzia si relazionano al cibo in modo da alleviare stati di tensione interna aumentando il rischio di disturbi alimentari

Di Marco Dicugno

Pubblicato il 09 Lug. 2020

Aggiornato il 08 Feb. 2024 15:01

Subire un abuso sessuale in infanzia sembra essere un importante fattore di rischio per quel che riguarda lo sviluppo di disturbi alimentari, sembrerebbe infatti che il 30% delle persone con un disturbo alimentare abbia subito abusi sessuali nell’infanzia (Connors & Morse, 1993).

 

L’abuso sessuale subito in tenera età è una potente esperienza traumatica, i suoi effetti possono manifestarsi anche molti anni dopo l’accaduto, quando il soggetto prende consapevolezza di ciò che gli è successo, le reazioni emotive e cognitive che si verificano nella persona abusata solitamente sono: confusione, senso di colpa, vergogna, paura, ansia, auto-punizione e rabbia (Cohen, 2020).

Si tratta di un’esperienza così traumatica che le sensazioni interiori come la fame, l’affaticamento o la sessualità diventano spesso difficili da identificare e si confondono tra loro. Infatti, le persone che sono state abusate sessualmente si rivolgono al cibo per alleviare una vasta gamma di stati di tensione interna che non hanno nulla a che fare con la fame; questo accade perché l’esperienza che hanno vissuto li ha resi disorientati per quel che riguarda le loro percezioni interiori (Cohen, 2020). Per queste persone, fidarsi del cibo è più sicuro che fidarsi delle persone, il cibo non ti abusa mai, non ti ferisce mai e non ti rifiuta mai, inoltre puoi dire quando, dove e quanto, nessun’altra relazione soddisfa le proprie esigenza in una maniera così assoluta (Cohen, 2020).

Una volta raggiunta l’adolescenza o l’età adulta, gli abusati spesso cercano di desessualizzare se stessi, possono diventare molto grassi o molto magri nel tentativo di rendersi poco attraenti, sperano che la loro armatura di grasso o di magrezza li protegga dall’esperienza sessuale, spesso non sono consapevoli di come manipolano il cibo o il corpo nel tentativo di sentirsi più sicuri (Cohen, 2020).

Oltre alla predisposizione a sviluppare disturbi alimentari, i sopravvissuti all’abuso sessuale sono vulnerabili a depressione, abuso di sostanze, disturbo da stress post traumatico e problemi di natura sessuale (Cohen, 2020).

Secondo alcuni autori, dato che le relazioni dolorose sono state la causa dello sviluppo del disturbo alimentare, le relazioni di supporto e amorevoli saranno il mezzo di guarigione: risulta quindi fondamentale entrare in contatto con altre persone che possono convalidare il dolore e accettarlo, cosa possibile principalmente intraprendendo un percorso psicoterapico (Cohen, 2020).

Un altro elemento importante che porta al recupero e all’accettazione del trauma è la capacità di raggiungere l’intimità sessuale con un partner.

Raggiungere l’intimità significa arrendersi, rilassarsi, condividere e lasciarsi andare mentre il mangiare per combattere emozioni negative ha a che fare con il controllo, la rigidità, la paura e l’isolamento (Cohen, 2020).

Di seguito vengono riportati alcuni trascritti di interviste fatte a persone abusate, in cui è possibile notare la relazione tra abuso sessuale e abuso di cibo.

Amber, violentata quando era una bambina da suo cugino adulto: ‘L’eccesso di cibo e i lassativi sono diventati il ​​mio modo di liberarmi dal dolore e dalla confusione. Mi sono resa conto che stavo cercando di evacuare mio cugino dal mio corpo attraverso quei lassativi.‘ (Cohen, 2020).

Donald: ‘Dopo che i miei genitori divorziarono, mia madre si ubriacò e ballò per casa in camicia da notte. Mi spaventai, ma la parte peggiore fu che mi eccitai. Per cercare di riottenere il controllo, ho iniziato a non mangiare più e ho sviluppato l’anoressia. Attraverso la terapia, ora capisco come stavo cercando di far morire di fame i miei sentimenti orribili verso me stesso. E la mia vergogna mi ha anche fatto sentire che non meritavo nemmeno di mangiare’ (Cohen, 2020).

 

 

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