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Corpi borderline. Regolazione affettiva e clinica dei disturbi di personalità (2020) di C. Mucci – Recensione del libro

Sembra che una fondamentale espressione clinica dei disturbi di personalità risieda nelle difficoltà relazionali, ma anche nelle disregolazioni corporee.

Di Alice Mannarino

Pubblicato il 08 Lug. 2020

L’autrice in questo saggio propone un modello integrato per il trattamento dei disturbi di personalità ad organizzazione borderline.

 

Clara Mucci, clinica e studiosa di formazione dinamica, pone l’attenzione alla psicopatologia della mente inconscia e alla psicofisiologia dello stress dei corpi borderline. Ciò che ho trovato particolarmente interessante di questo manuale è l’ampia integrazione tra modelli psicoanalitici classici, modelli più recenti e le neuroscienze.Le fonti cliniche di riferimento sono piuttosto variegate a spaziano dalla teoria dell’attaccamento di Bowlby, agli studi più recenti di Liotti, Fonagy e Ferenczi su trauma e dissociazione, il contributo di Kernberg sulla diffusione dell’identità e in particolare il lavoro di Allan Schore sul trauma relazionale infantile.

La tesi centrale dell’autrice, ben delineata nel primo capitolo, afferma che il corpo sia il tramite essenziale nella relazione tra sé e l’altro e che una fondamentale espressione clinica dei disturbi di personalità risiede nelle difficoltà relazionali, ma anche nelle disregolazioni corporee. Per Mucci il corpo è un deposito di trasmissioni intergenerazionali che sono responsabili di un innesto traumatico derivato dal trauma relazionale infantile e della conseguente disregolazione affettiva. Il modello clinico dell’autrice, in accordo con quello di Schore ritiene che ad esperienze traumatiche interpersonali più precoci corrispondano profili di personalità con gravi traumatizzazioni, in un continuum che va dalle personalità antisociali (le più precoci e intense traumatizzazioni) al disturbo borderline e narcisistico che si sviluppano in seguito a traumi che hanno avuto luogo in un periodo successivo, ascrivibili comunque entro i primi tre anni di vita.

Traumi relazionali precoci alterano i circuiti limbico-autonomici dell’emisfero destro, con scarsa connessione tra corteccia orbitofrontale e amigdala e una prevalenza, sotto stress, di reazioni difensive dissociative, impulsività e disregolazione emotiva. La relazione di attaccamento tra bambino e caregiver incomincia già durante il periodo della gravidanza, con il rilascio di sostanze in grado di regolare o disregolare l’arousal del feto. Le esperienze di sintonizzazione e mancata sintonizzazione danno forma al potenziale genetico del bambino e quindi agiscono come regolatore o disregolatore dei sistemi biologici e psicobiologici. La madre forma la struttura psichica della personalità in evoluzione, così come della mente e del corpo. Anche le caratteristiche dell’ambiente sociale del bambino attorno alla relazione con la madre attivano modificazioni epigenetiche.

Il modello di trattamento proposto dall’autrice prevede che la sintomatologia del sé corporeo, nei disturbi gravi di personalità, sia fondamentale per comprendere e ricostruire le relazioni traumatiche precoci inscritte nel corpo-mente-cervello. La fase iniziale del lavoro si basa sull’alleanza terapeutica necessaria per stabilire un sistema di comunicazione e regolazione degli affetti. Il terapeuta deve essere uno specchio non nel replicare le emozioni e le espressioni del paziente, ma nel fornire una raffinata sintonizzazione e un’appropriata risposta emotiva che il paziente ha cancellato in modo difensivo, permettendo così di entrare in contatto con le parti interne più profonde. Ciò è possibile solo attraverso la relazione con un altro, testimone benevolo, interessato e sintonizzato durante questo viaggio di scoperta interiore.

La lettura è resa scorrevole ed interessante dalla presentazione di vari casi clinici, approfonditamente descritti secondo il modello clinico di riferimento. Per ciascun caso clinico viene presentata una prima parte di valutazione diagnostica per poi percorrere tutte le fasi del trattamento, mostrando in dettaglio sia il lavoro di transfert e controtransfert, sia il lavoro sulla sintomatologia. Si susseguono casi di pazienti con funzionamento borderline e sintomatologia bulimica, autolesionista, per poi approfondire casi di pazienti narcisisti con aspetti di perversione, sintomi psicosomatici e ipocondria. Numerosissimi sono i riferimenti all’attività delle memorie implicite inconsce (ovvero schemi relazionali precoci preverbali), formatesi nei primi anni di vita dal rapporto con il caragiver e  localizzati nell’emifero destro.

Compito del terapeuta in seduta è quello di aiutare il paziente nel fare luce su queste memorie implicite per lo più corporee e non verbali. In tal modo il lavoro terapeutico è in grado di incrementare le connessioni cerebrali del paziente tra il sistema limbico e la corteccia orbitofrontale, in una danza riparatoria di precedenti esperienze relazionali. La forza innovativa del manuale è proprio questa ricca integrazione tra casi clinici, psicologia, biologia e neuroscienze.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Mucci, C. (2020). Corpi borderline. Regolazione affettiva e clinica dei disturbi di personalità. Raffaello Cortina Editore.
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