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Il rumore e la salute mentale dei ragazzi: le future smart cities sono silenziose

Prove scientifiche dimostrano che l'esposizione al rumore ambientale ha effetti negativi effetti sulla salute della popolazione, soprattutto nei più giovani

Di Ciro Amato

Pubblicato il 19 Mag. 2020

Gli impatti sulla salute del rumore ambientale sono una preoccupazione crescente tra i paesi europei e l’Organizzazione mondiale della sanità ha realizzato alcuni studi importanti in merito. In particolare sulla salute mentale e cognitiva dei ragazzi.

Introduzione al problema

Le nostre città, anche quelle più smart, sono oggi più silenziose. Il silenzio come condizione della qualità della vita. Il rumore come interferente, il volume come contenitore di onde sonore, la salute, quella dei minori, ciò di cui prendersi cura. Subito.

Gli impatti sulla salute del rumore ambientale sono una preoccupazione crescente tra i paesi europei e l’Organizzazione mondiale della sanità ha realizzato alcuni studi importanti in merito. In particolare sulla salute mentale e cognitiva dei ragazzi. In questo tempo di crisi sanitaria da epidemia per coronavirus (covid-19) gli spazi abitati hanno, ora, un altro suono. Le strade sono meno frequentate, il traffico veicolare è bruscamente calato, quello aereo praticamente assente. L’articolo intende esporre brevemente questo argomento incrociando il tema del silenzio in tempi di coronavirus con la salute mentale, soprattutto dei minori, dando conto di una significativa letteratura scientifica. Una recente ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità, ufficio europeo, ha fornito le prove scientifiche della relazione tra rumore ambientale ed effetti specifici sulla salute, sull’impairment cognitivo (compromissione cognitiva) dei minori. Volendo stimare in modo prudenziale il numero di giorni persi a causa del rumore esterno alla persona viene stimato che essi ammontino a 61.000 anni per le cardiopatie ischemiche, 45.000 anni per danno cognitivo dei bambini, 903.000 anni per il sonno disturbato, 22.000 anni per l’acufene e 587.000 anni per il “fastidio” umorale. La ricerca si è focalizzata negli stati membri dell’Unione Europea e in altri paesi dell’Europa occidentale. Questi in sintesi i risultati.

L’urbanizzazione crescente ed il trasporto veicolare sono i principali fattori di esposizione al rumore ambientale. Questo è definito come rumore emesso da tutte le fonti, ad eccezione dei luoghi di lavoro industriali. Ma la Direttiva UE sulla gestione del rumore ambientale (END) include, invece, i siti industriali, quali fonti di rumore ambientale. Sotto il profilo metodologico per stimare l’onere ambientale della malattia (Enviromental Burden Desease) dovuto al rumore ambientale, conviene utilizzare un approccio quantitativo alla valutazione del rischio. La valutazione del rischio si riferisce all’identificazione dei pericoli, alla valutazione dell’esposizione della popolazione e alla determinazione di relazioni esposizione-risposta appropriate. L’EBD è espresso in “anni vita”, conformati alla morbilità specifica ricercata (chiamata DALY). I DALY sono la somma dei potenziali anni di vita persi a causa della morte prematura e degli anni equivalenti di vita “sana” persi per essere stati in cattiva salute o disabilità. La perdita di anni di vita è il rischio specifico di cui andare in cerca e che può segnalare la pericolosità di un elemento, in questo caso il rumore. In genere i rischi sono espressi come valori, cioè frazioni, e cioè ancora come rapporti tra grandezze di relazione tra elementi diversi.

Negli ultimi anni si sono accumulate prove relative agli effetti sulla salute del rumore ambientale. Ad esempio, studi epidemiologici ben progettati e significativi hanno riscontrato che le malattie cardiovascolari sono costantemente associate all’esposizione al rumore ambientale, così come il tinnito auricolare o il disturbo cronico del sonno. Il processo di valutazione del rischio del rumore ambientale richiede di conoscere:

  • la natura degli effetti sulla salute del rumore;
  • i livelli di esposizione a cui iniziano a manifestarsi effetti sulla salute e come l’estensione l’effetto cambia con l’aumentare dei livelli di rumore;
  • il numero di persone esposte a questi livelli pericolosi di rumore.

Rumore ambientale e impairment cognitivo nei bambini

Oltre 20 studi hanno mostrato effetti negativi del rumore sulla capacità di lettura e di memoria nei bambini: studi epidemiologici riportano gli effetti dell’esposizione cronica al rumore, mentre studi sperimentali riportano un’esposizione acuta al rumore. Le abilità oggetto di analisi sono state l’elaborazione, il linguaggio, la comprensione della lettura, la memoria e l’attenzione. L’esposizione al rumore, in particolare, durante periodi critici di apprendimento a scuola potrebbe potenzialmente compromettere lo sviluppo e avere un effetto permanente sul livello di istruzione. Questo uno degli aspetti maggiormente significativi e indicatore di policies sanitarie da adottare.

Lo studio del rapporto tra impairment cognitivo e rumore ambientale non è il risultato di una diagnosi clinica; quindi, non è ancora possibile trarre una relazione tra l’esposizione allo stimolo e uno specifico rischio, in modo oggettivamente certo. La definizione di impairment cognitivo derivato dal rumore non può essere sovrapposta a quella utilizzata in ambito psichiatrico e biomedico. Essa va definita come: riduzione delle capacità cognitive nei bambini in età scolare che si verifica durante l’esposizione al rumore che persiste e persisterà per qualche tempo dopo la cessazione dell’esposizione al rumore. Una caratteristica di questa definizione è che si presume che il deterioramento cognitivo si mostri durante l’esposizione al rumore e anche qualche tempo dopo l’interruzione dell’esposizione.

Per l’esposizione cronica al rumore si sono utilizzati disegni epidemiologici, mentre per il disturbo di tipo acuto, disegni sperimentali. Evans e colleghi hanno proposto uno studio molto convincente. È uno studio osservazionale longitudinale in condizioni naturali che esamina l’effetto del trasferimento dell’aeroporto di Monaco sulla salute e la cognizione dei bambini (9-10 anni, N= 326). Nel 1992, il vecchio aeroporto di Monaco chiuse e fu trasferito altrove. Prima del trasferimento, l’esposizione al rumore elevato era associata a deficit nella memoria a lungo termine, nella lettura e nella comprensione di un testo scolastico. Due anni dopo la chiusura dell’aeroporto, questi deficit sono scomparsi. Ciò indica che gli effetti del rumore sulla cognizione possono essere reversibili se l’esposizione cessa. Molto convincente è la condizione verificata, in sede di follow-up, che il deficit di memoria e dei compiti di comprensione della lettura si sono mantenuti attivi dei due anni successivi alla rilevazione, osservati nei bambini che sono stati nuovamente esposti al rumore del nuovo aeroporto, dove si erano, nel frattempo trasferiti.

Il recente studio longitudinale (denominato RANCH) su larga scala, ha confrontato l’effetto del traffico stradale e il rumore dell’aeromobile sulle prestazioni cognitive dei bambini (9-10 anni, N=2.844) nei Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. Si è rilevata una relazione esposizione-effetto lineare tra esposizione a lungo termine al rumore degli aerei e compromissione della comprensione della lettura e della memoria di riconoscimento. Lo studio è interessante perché i ricercatori hanno elaborato i dati escludendo i fattori confondenti e includendo fattori socioeconomici e confondenti fattori in considerazione. Questo rende i dati molto predittivi. Nessuna associazione è stata osservata tra l’esposizione al rumore a lungo termine del traffico stradale e la cognizione, ad eccezione della memoria episodica, che ha, sorprendentemente, mostrato prestazioni migliori nelle aree con rumore del traffico stradale elevato. Né il rumore aereo, né il rumore del traffico stradale hanno danneggiato l’attenzione o la memoria di lavoro.

Uno studio sull’esposizione al rumore ambientale (prevalentemente su strada e su rotaia) di bambini di quarta elementare che vivono nel Tirolo in Austria ha confrontato tre misure cognitive per gli scolari (età media 9–7 anni, N=123) esposti a 46 o 62 dB (A) Ldn. L’Ldn è il livello sonoro medio equivalente in un periodo di 24 ore, con una penalità aggiunta per il rumore durante le ore notturne dalle 22:00 alle 07:00. Durante il periodo notturno vengono aggiunti 10 dB per indicare più precisamente l’impatto del rumore. Tali misurazioni sono utilizzate per valutare l’impatto che la strada, la ferrovia, l’aria e l’industria in generale hanno sulla popolazione locale. I due campioni sociodemograficamente omogenei differivano solo per la loro esposizione al rumore con un intervallo (M=46,1 Ldn vs M=62 Ldn). L’esposizione al rumore a lungo termine era significativamente correlata alla memoria sia intenzionale esplicita che accidentale. Il miglioramento delle prestazioni cognitive nel gruppo più tranquillo è stato stimato in uno 0,5% (relativamente alla grandezza richiamo di parole in prosa e riconoscimento letterale); all’ 1% (nel richiamo libero) per ogni dB in meno a cui erano stati esposti.

Sia gli studi RANCH che quelli Tirolesi indicano che il rumore degli aeromobili potrebbe essere peggiore per la cognizione rispetto al rumore del traffico stradale. Per il rumore degli aerei, nello studio RANCH i risultati mostrano un’associazione più lineare tra l’esposizione al rumore degli aeromobili e la compromissione della comprensione della lettura. Per il rumore ambientale su strada e ferrovia, lo studio del Tirolo suggerisce che gli effetti si verificano intorno a Ldn=60.  I test di memoria vengono eseguiti con i bambini in silenzio su materiale letto in ambiente rumoroso. I partecipanti vengono randomizzati in gruppi di esposizione e controllo e i bambini vengono campionati in modo statisticamente corretto.

Esistono prove secondo lo studio di Monaco che indicano che, dopo la cessazione dell’esposizione al rumore degli aeromobili, i bambini di età compresa tra 9 e 11 anni, riprendono entro 18 mesi i livelli di prestazioni cognitive dei loro compagni di anno che non sono stati esposti. Pertanto, è possibile che, almeno per i bambini piccoli, gli effetti cronici del rumore siano reversibile e che i disturbi diminuiscano con l’aumentare dell’età.

L'impatto del rumore sulle prestazioni cognitive dei bambini FIG 1

Figura 1: curve di esposizione-risposta delle diverse ricerche epidemiologiche.

Notes: Rd= reading; Rcl= memory, recall; 1=recall, children, old airport; 2= recall, children new airport; 3= reading, children old airport; 4= reading, children new airport; 5= reading, children; 6= free recall, children

Nella figura 1 si mostrano le curve di esposizione-risposta delle diverse ricerche epidemiologiche. In termini quantitativi gli studi indicano che il richiamo e la lettura della memoria hanno pendenze medie di circa il 2% per Ldn (rumore giorno/notte), come calcolato dalla media delle pendenze delle sei linee. Quindi, per il richiamo e la lettura si potrebbe prevedere che una riduzione del livello di rumore costante di 5 Ldn comporterebbe un miglioramento delle prestazioni del 10%. Si nota che solo il rumore del traffico stradale, nello studio tirolese, aveva una pendenza meno ripida.

Conclusioni

Prove affidabili indicano gli effetti negativi dell’esposizione cronica al rumore sulla cognizione dei bambini. Ma in letteratura non esiste ancora un criterio generalmente accettato per la quantificazione del grado di danno cognitivo. Tuttavia, è possibile effettuare una stima prudente della perdita di DALY utilizzando metodi matematici su base epidemiologica. Nel 1999, l’OMS aveva già pubblicato le linee guida per il rumore in una comunità. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato la direttiva 2002/49/CE del 25 giugno 2002 con l’obiettivo principale di fornire una base comune per affrontare i problemi di rumore in tutta l’UE. Nel 2009, l’OMS ha pubblicato le linee guida sul rumore notturno per l’Europa. Considerando le prove scientifiche sulla soglia di esposizione al rumore notturno indicata da Lnight come definita nella Direttiva 2002/49/CE, un valore Lnight di 40 dB dovrebbe essere l’obiettivo delle linee guida sul rumore notturno per proteggere le comunità, compresi i gruppi più vulnerabili come i bambini, i malati cronici e gli anziani. Un valore Lnight di 55 dB è raccomandato come obiettivo provvisorio per i paesi che non possono limitare il rumore notturno.

Esistono prove scientifiche che l’esposizione al rumore ambientale ha effetti negativi effetti sulla salute della popolazione. Riconoscendo la particolare necessità di proteggere i bambini dagli effetti dannosi del rumore, la Dichiarazione di Parma nel 2010 adottata alla quinta Conferenza ministeriale su ambiente e salute ha invitato tutte le parti interessate a collaborare per ridurre l’esposizione dei bambini al rumore, incluso quello dei dispositivi elettronici personali, delle attività ricreative e del traffico (specialmente nelle aree residenziali), nei centri di assistenza all’infanzia, nelle scuole materne e nelle scuole e nelle strutture ricreative pubbliche.

Il fatto che non si abbiano molti dati provenienti dal rumore di strada e della relativa esposizione al rumore del traffico costituisce un limite alla generalità delle ricerche. Ma i risultati degli studi sul rumore degli aerei, sebbene pochi, sono comunque coerenti.

Limpatto del rumore sulle prestazioni cognitive dei bambini FIG 2

Figura 2: curva di rischio di disturbo psicologico all’esposizione del rumore e percentuale di soggetti ipoteticamente esposti a questo.

Nella figura 2, invece, si mostrano i dati riassuntivi dell’esposizione al rumore e la percentuale ipotetica di affezione psichica conseguente.

Le città e le comunità del futuro saranno sane solo se più silenziose. La sostenibilità e la natura di smart community potrà essere consegnata solo considerando il rumore come una condizione essenziale.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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