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Rischi della sindrome da burnout nei marittimi della marina mercantile

Nella marina mercantile è elevato il rischio di burnout, insegnare le principali abilità di coping e di autoregolazione emotiva è utile a livello preventivo

Di Chiara D`Agnese

Pubblicato il 28 Mag. 2020

La popolazione dei marittimi, in particolar modo degli ufficiali di marina mercantile, è una delle più esposte allo sviluppo della sindrome da burnout.

 

La sindrome da burnout viene definita come un complesso fenomeno psico-fisiologico, caratterizzato da esaurimento fisico, emotivo e psicologico, causato da stress emotivo prolungato. I sintomi principali sono cinismo, depersonalizzazione, diminuzione dell’entusiasmo e del senso di efficacia in ambito lavorativo, distacco dal proprio lavoro. Inoltre il burnout viene considerato come una reazione soggettiva allo stress correlato al lavoro, con lo scopo di adattarsi o proteggere sé stesso (Oldenburg, M., Jensen,  H. J., Wegner R., 2013). Pertanto, la persona è incline a sviluppare il burnout se presenta un estremo coinvolgimento emotivo nel lavoro e non ha adeguate strategie di coping.

La condizione lavorativa degli ufficiali di marina mercantile, è già di per sé fonte di stress, la stessa International Maritime Health Association ha stabilito che “la professione di marittimi è una delle più impegnative fisicamente ed emotivamente, e viene svolta in uno degli ambienti più pericolosi, il mare.”

I maggiori fattori di rischio sono stati descritti nelle “Linee guida per l’assistenza mentale sulle Navi Mercantili” e comprendono:

  • Solitudine e separazione dalla famiglia: numerose ricerche, anche non relative all’ambito marittimo, sottolineano come il supporto sociale rappresenti uno dei fattori protettivi principali, soprattutto quando il soggetto si trova ad affrontare un evento stressante. La separazione dalla propria famiglia non avviene solo fisicamente, ma è accentuata anche dall’impossibilità o dalla difficoltà di comunicare quotidianamente con i propri cari. In Australia, nello Stato del Victoria, è stato osservato che una delle prime cose che i marittimi fanno quando è concesso loro il congedo a terra, è raggiungere uno dei centri marittimi, provvisti di numerosi computer, che di solito usano per contattare e comunicare con le famiglia, ad esempio attraverso Skype (Robert T.B.I., 2012). Pertanto il supporto sociale è un importante mediatore che può svolgere un “effetto tampone” rispetto allo sviluppo di sintomi legati al burnout, aumentando anche i livelli della Qualità di Vita (QoL) (Xiao, J. et al., 2017).
  • Stress: “Guidelines for Mental Care Onboard Merchant Ships”, l’opuscolo stilato dall’International Committee on Seafarers’ Welfare, dedica un capitolo intero ai problemi di stress legati ai marittimi, ed elenca i seguenti sintomi: insonnia, perdita di concentrazione, ansia, abuso di sostanze, estrema rabbia e frustrazione, problemi familiari, insorgenza di malattie croniche cardiovascolari. A tal proposito sono state individuate 6 aree legate allo stress lavorativo a bordo: il tipo di richieste legate al lavoro, il livello di controllo che i marittimi hanno sul loro lavoro, il supporto ricevuto dai colleghi e dal management, le relazioni lavorative, il ruolo del marittimo all’interno dell’organizzazione, il cambiamento e come questo viene gestito.
  • Per quanto riguarda le richieste legate al lavoro, uno dei problemi principali è l’accumulo delle mansioni durante i soggiorni in porto, soprattutto se tra un porto e l’altro vi sono poche ore di navigazione e quindi poco tempo per il disbrigo delle pratiche legate alla dogana, la pianificazione delle rotte, il monitoraggio delle operazioni di carico/scarico merce. A tutto ciò si aggiunge lo svolgimento dei quotidiani compiti lavorativi, come il monitoraggio del traffico marittimo. La varietà di questi compiti richiede grande responsabilità e alti livelli di organizzazione del lavoro, tuttavia ciò può portare gli ufficiali a percepire maggiormente lo stress, il quale a sua volta influirà in maniera bidirezionale sul processo decisionale del soggetto, in particolar modo sulla sua capacità di prendere decisioni chiare e lucide, in un momento di emergenza e forte stress. Pertanto lo stress può contribuire all’insorgenza del burnout, riducendo il mantenimento di adeguati livelli di allerta e performance, prerequisiti fondamentali per la sicurezza della nave.
  • Talvolta, la mole di lavoro influisce inevitabilmente sul tempo dedicato al sonno, che negli ufficiali della Marina Mercantile risulta essere notevolmente ridotto, esponendo i soggetti ad un disturbo del sonno frammentato e lo sviluppo di un profilo non-dippers. Ciò, oltre ad un calo cognitivo prestazionale dovuto al mancato assolvimento della funzione ristorativa del sonno, può esporre a rischi cardiovascolari, sindromi metaboliche e diabete (Andruskiene , J., Barseviciene, S., Varoneckas, G.,  2016).
  • Per quanto concerne le relazioni lavorative, queste sono perlopiù caratterizzate da un sistema gerarchico e multiculturale. La ricerca di M. Oldenburg et al. (2013) ha evidenziato come il rischio di burnout negli ufficiali fosse correlato a mancate abilità di leadership e comunicazione da parte dei superiori. Per questo motivo, al fine di prevenire il burnout negli ufficiali, sarebbe utile istituire programmi educativi per implementare le abilità comunicative e di leadership, combinati anche ad esercizi di role-playing.
  • Criminalizzazione e pirateria: per criminalizzazione dei marittimi si intende il trattamento degli incidenti marittimi, soprattutto quelli relativi all’inquinamento da idrocarburi, come dei veri e propri crimini. E’ un termine usato anche per descrivere la negazione dei diritti procedurali e umani nel perseguimento di tali incidenti. Talvolta questi marittimi, perseguiti penalmente, sono detenuti a tempo indeterminato all’interno del Paese in cui è stato commesso il reato, senza un’adeguata assistenza legale e la possibilità di ritornare in patria. Tutto ciò ha degli effetti negativi sulla salute degli ufficiali, inducendo quest’ultimi a rinunciare alla carriera marittima (Robert T.B.I., 2012).
  • Altre possibili cause elencate sono la mancanza di congedo a terra, i brevi tempi di sosta della nave in porto e le norme di sicurezza sul lavoro.

Prevenire e valutare il burnout è un aspetto fondamentale, in quanto i soggetti potrebbero non possedere le strategie di coping adeguate e mettere in atto comportamenti a rischio come l’abuso di alcol, droghe o sviluppare altri disturbi internalizzanti quali la depressione. A tal proposito Kemalova & Nikonorova (2019) hanno proposto un training per la prevenzione del burnout professionale nei marittimi, con lo scopo di insegnare le principali abilità di coping e di autoregolazione emotiva. Il training è composto da 20 ore e si articola in 4 moduli:

  • Definizione del concetto di burnout professionale.
  • Identificazione ed analisi delle principali cause del burnout.
  • Analisi del concetto di readiness come mezzo di prevenzione del burnout e formazione riguardo le principali tecniche e metodi per fronteggiare lo stress.
  • Analisi dei fattori relativi al meso e micro sistema, al fine di prevenire il burnout. Per quando riguarda il microsistema si fa riferimento alle caratteristiche di personalità, livelli di comunicazione, strategie di coping, livelli di autoregolazione emotiva, mentre il mesosistema comprende gli insufficienti incentivi morali e materiali, stress fisico ed emotivo, organizzazione e condizioni di lavoro, qualità delle relazioni interpersonali nel team.

Sebbene non riguardi direttamente il burnout, sono state proposte altre soluzioni utili per la prevenzione, ma soprattutto il riconoscimento dei disturbi mentali nei marittimi. Ad esempio l’International Committee on Seafarers Welfare (ICSW) ha prodotto degli opuscoli, ad esempio “Guidelines for the Mental Care of Seafarers on board Merchant Ships”. Quest’ultimo è composto da 12 illustrazioni umoristiche a cartone che riguardano i seguenti temi: rischi per i marittimi, stress, molestie e bullismo, ansia, depressione, pensieri e comportamenti dirompenti, dipendenza da alcol e droghe, salute mentale bordo, suggerimenti per la corretta attuazione di una campagna di assistenza mentale.

Un altro progetto interessante è stato creato dal Rotary Club di Melbourne, che ha proposto di stampare degli opuscoli, su un unico argomento, la depressione. Gli opuscoli sono stati distribuiti a più di 2000 navi che attraccarono nei porti dello Stato del Victoria, con lo scopo di aiutare i membri dell’equipaggio ad identificare i soggetti con depressione ed aiutarli. Ogni opuscolo, tradotto in inglese, cinese e russo, contiene una checklist per identificare una persona con depressione, delle linee guida su come poterla aiutare ed un numero di emergenza da contattare, operativo h24.

 

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