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Discriminazione sessuale e abuso di sostanze

Uno studio si è posto di indagare la correlazione esistente tra età anagrafica, orientamento e/o identità sessuale e l'uso di sostanze, alcol e tabacco.

Di Carlotta Olivari

Pubblicato il 24 Apr. 2020

Aggiornato il 30 Giu. 2022 17:44

Sembra che chi fa parte di una cosiddetta “minoranza sessuale” ha un rischio significativamente maggiore di fare uso o di abusare di alcol e sostanze stupefacenti rispetto agli eterosessuali. A cosa è dovuto? La teoria del minority stress.

 

I Disturbi da Uso di Sostanze interessano circa 20 milioni di adulti negli Stati Uniti (Substance Abuse and Mental Health Services Administration, 2018) e includono i disturbi da uso di alcol (AUD), da uso di sostanze (DUD) e da uso di tabacco (TUD; APA, 2013). Questo genere di disturbi ha un impatto significativo sulla mortalità negli Stati Uniti, nonché dei costi elevati per i familiari, costretti il più delle volte a pagare cure dispendiose, centri di recupero ed essere soggetti a furti da parte del parente con una dipendenza (Whiteford et al., 2015).

Chi ha un orientamento sessuale o un’identità di genere non maggioritario, ovvero le persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender – o transessuali –, queer, intersessuali e asessuali) ha un rischio significativamente maggiore di fare uso o di abusare di alcol e sostanze stupefacenti rispetto agli eterosessuali, anche nel caso in cui le caratteristiche socioculturali e demografiche siano le medesime (Kerridge et al., 2017). In particolare, chi fa parte di una cosiddetta “minoranza sessuale” ha maggiori probabilità di avere una diagnosi di AUD (Allen & Mowbray, 2016), una di TUD (McCabe et al., 2018) e una di disturbo da uso di marijuana (McCabe et al., 2009).

Il minority stress è la motivazione più scientificamente fondata a sostegno di questa differenza nell’abuso di sostanze tra le minoranze sessuali; questo è dovuto principalmente al fatto che le minoranze sessuali sono sottoposte a un numero significativamente maggiore di fattori di stress cronici nel corso della vita. I fattori di stress cronici comprendono pregiudizio, discriminazione, stigma relativo all’orientamento e/o all’identità di genere o la paura di subire discriminazioni dalla società (Meyer, 2003).

Alcune ricerche condotte di recente, hanno evidenziato che l’abuso di sostanze, correlato a un orientamento sessuale e/o un’identità sessuale non maggioritaria, varia anche in base all’età anagrafica: le esperienze di discriminazione di individui appartenenti a minoranze sessuali giovani possono infatti essere differenti da quelle dei soggetti più anziani (Hammack et al., 2018).

A questo proposito, il presente studio (Evan-Polce et al., 2020), si è posto l’obiettivo di indagare la correlazione esistente tra età anagrafica, orientamento e/o identità sessuale e AUD, TUD e DUD. Il campione, composto da 2375 soggetti, includeva individui eterosessuali, omosessuali e bisessuali.

I risultati hanno mostrato che la discriminazione sessuale era più evidente durante la prima infanzia, ma riportava un’associazione statisticamente significativamente con AUD, TUD e DUD solamente in età più avanzata. Le correlazioni più significative tra abuso di sostanze e orientamento sessuale sono state riscontrate tra i 24 e i 40 anni per l’AUD, tra i 32,5 e i 42,9 anni per il DUD e tra i 39,3 e i 43,2 anni per il TUD. Coloro che venivano discriminati per il loro orientamento sessuale intorno ai 30 anni di età avevano una possibilità 2,1 volte superiore di abusare di alcolici rispetto a coloro che non venivano discriminati e agli eterosessuali (Evan-Polce et al., 2020).

In conclusione, lo studio condotto dimostra che è tuttora presente una forte correlazione tra discriminazione sessuale e abuso di sostanze e di alcolici, in particolare per i giovani adulti, sottolineando il rischio psicologico dello stigma sociale, purtroppo ancora duro a morire.

 

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