expand_lessAPRI WIDGET

I genitori che non accettano l’orientamento sessuale dei figli e le conseguenze sulla salute mentale

l’associazione tra la reazione dei genitori al coming out dei propri figli e l’omofobia interiorizzata, il supporto sociale e la salute mentale.

Di fluIDsex, Greta Riboli

Pubblicato il 03 Mar. 2017

Aggiornato il 22 Nov. 2017 10:25

In uno studio condotto in America, nel 2014, da J. A. Puckett, E. N. Woodward, E. H. Mereish e D.W. Pantalone si esplora l’associazione tra la reazione dei genitori al coming out dei propri figli e l’omofobia interiorizzata, il supporto sociale e la salute mentale di questi.

 

Le persone con orientamento sessuale minoritario, rispetto alle persone con orientamento eterosessuale, riportano in media alti livelli di disagio psicologico (depressione, ansia e tentativi suicidari) e alti rischi di sviluppare disturbi cardiovascolari, alto colesterolo e tumori. Come possono essere spiegate queste disparità di salute in base all’orientamento sessuale?

I partecipanti allo studio sono un gruppo di 241 adulti statunitensi (51% F; 43,2% M; 2,1% Genderqueer; 1,7% Male to Female; 0,8% Female to Male; 1,2% altro – 71,8% omosessuali; 21,2% queer; 2,1% bisessuali; 5% altro).

Lo strumento utilizzato è un’intervista online, composta da sei questionari autosomministrati sulla reazione dei genitori nella settimana in cui hanno detto loro del proprio orientamento sessuale, sull’omofobia interiorizzata, sulla percezione del supporto sociale ricevuto, sull’ansia, sui sintomi depressivi e sull’ideazione suicidaria.

Dallo studio risultano confermate entrambe le ipotesi ad esso sottese:

1.     I partecipanti che hanno percepito i propri genitori come rifiutanti durante il loro coming out hanno riportato più alti livelli di sofferenza psicologica.

2.     L’omofobia interiorizzata ed il supporto sociale mediano l’associazione tra il rifiuto genitoriale ed il disagio psicologico.

Tornando ora alla domanda principale: come possono essere spiegate le disparità nella salute in base all’orientamento sessuale?

La risposta sta nello stress a cui sono sottoposte queste persone: omofobia o bifobia interiorizzata, stigma, occultamento della propria sessualità ed esperienze di eterosessimo vanno ad influire sulla salute fisica e mentale dei soggetti con orientamento non eterosessuale.

Nonostante lo studio sia stato condotto a distanza di anni dal coming out e accomunando i diversi sotto gruppi di orientamento sessuale (ad esempio lesbiche o gay, o bisessuali e queer), dati i risultati emersi i professionisti della salute dovrebbero lavorare sul decremento dell’omofobia interiorizzata, analizzando come i famigliari ed alte figure di riferimento hanno invece contribuito al potenziamento di questo aspetto. Inoltre non è da escludere l’utilità di una terapia famigliare per accompagnare durante il processo di coming out, decrementando il rifiuto genitoriale.

In base ai risultati, il benessere di una persona con orientamento sessuale minoritario può esser favorito grazie ad un lavoro incentrato sull’omofobia interiorizzata e sul supporto sociale.

 

Greta Riboli

 


 

HAI UNA DOMANDA? 9998 Clicca sul pulsante per scrivere al team di psicologi fluIDsex. Le domande saranno anonime, le risposte pubblicate sulle pagine di State of Mind.

La rubrica fluIDsex è un progetto della Sigmund Freud University Milano.

Sigmund Freud University Milano

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
J. A. Puckett, E. N. Woodward, E. H. Mereish e D.W. Pantalone (2014), Parental Rejection Following Sexual Orientation Disclosure: Impact on Internalized Homophobia, Social Support, and Mental Health, LGBT Health, vol. 2, N. 00
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel